Le voci su uno Stalin gravemente malato cominciarono a circolare in Germania e si diffusero fino in America nel settembre del 1936. I giornali insinuavano che la salute di Stalin fosse così compromessa, che il dittatore non avrebbe potuto continuare a governare il Paese e la lotta interna per la successione già stava già infiammando il Cremlino.
Mosca sdegnosamente smentì le voci, e fornì una versione alternativa per spiegare l’assenza insolitamente prolungata del leader dall’arena pubblica. Stalin, dissero, era in vacanza. E Sochi, la località turistica sulla costa del Mar Nero, 1.600 chilometri a sud di Mosca, era probabilmente il luogo scelto per il riposo.
È probabile, però, che entrambe le versioni avessero un fondo di verità: Stalin effettivamente soffriva di dolori articolari e aveva problemi polmonari, e trovava giovamento nei bagni termali di Matsesta, nei dintorni di Sochi. E la sua nuova residenza di Sochi fu in effetti finalmente completata nel 1936.
Check-in, signore?
Anche se la cosa potrà forse suonarvi bizzarra, nel 2017 potreste dormire nella stanza precedentemente occupata dal temutissimo Stalin in persona. Il legittimo proprietario se ne è andato da tanto tempo (Stalin è scomparso nel 1953, e ancora non tutti credono alla versione ufficiale della sua morte), e la direzione della dacia di Stalin di Sochi ha deciso di utilizzare la stanza e di affittarla a turisti disposti a pagare.
La residenza di Stalin è un complesso di colore verde brillante situato su una collina proprio sopra la stazione termale Zelenaya Rocha (Boschetto verde) di Sochi. L'ambiente è piuttosto spartano: piccole stanze imbottite di vecchi mobili sovietici e luci soffuse colpiscono il viaggiatore moderno come reliquie del passato. E in effetti, tutto, nel complesso, è autentico.
“Questo non è un museo, non pubblichiamo annunci e non abbiamo un sito web, biglietti d’ingresso o un registratore di cassa”, spiega una guida locale che porta i turisti intorno al complesso, nonostante lo status di pensione della residenza.
Dopo la morte di Stalin, nel 1953, circa venti sue residenze di vacanza furono lasciate inutilizzate. Nikita Khrushchev, architetto della destalinizzazione, assegnò le varie dacie alle autorità locali dei luoghi dove si trovavano. Dal momento che Sochi era già allora considerata una città di villeggiatura, le autorità locali iniziarono la costruzione di un sanatorio nel territorio della residenza di Stalin. Nel 1968, anche le 12 camere della ex dacia, tra cui quella precedentemente riservata a Stalin, accolsero i primi visitatori.
E anche adesso la struttura verde rimane parte del complesso turistico, cosa che, di tanto in tanto, crea imbarazzanti problemi allo staff.
“Una volta ci fu ordinato di portare degli ospiti molto importanti a visitare la dacia si Stalin, ma tutte le stanze erano occupate da villeggianti. Allora li caricammo tutti su un autobus per un improvvisato tour a Sukhumi (la capitale dell’Abcasia, Stato a parziale riconoscimento), 155 chilometri a sud si Sochi. Nel frattempo gli ospiti importanti ebbero il tempo di fare il loro tour nella residenza di Stalin”, racconta un dipendente della struttura turistica.
Lavori di ammodernamento
Quest’anno, una parte della residenza di Stalin a Sochi è in fase di ristrutturazione. Accoglie i visitatori che desiderano fare due passi per il complesso, che è in gran parte non toccato dalle opere di costruzione, ma non mette le stanze in affitto.
Quando il rinnovo sarà completato, l’anno prossimo, tutti potranno accedere alle stanze precedentemente occupate da Stalin, dai membri della famiglia e dai suoi stretti collaboratori. Nel frattempo, potete fare una partita sulla sua scacchiera, provare il suo bastone (specificamente modificato per adattarsi alla sua mano difettosa) e favi una foto con lui in persona... Beh, con la sua statua di cera, per essere precisi.
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