I tre migliori “assi carristi” sovietici della Seconda Guerra Mondiale

Dominio pubblico; Nikolaj Maksimov/Sputnik
Il più grande distruttore di carri armati nemici, Dmitrij Lavrinenko, avrebbe potuto ambire al record mondiale, se una morte prematura non avesse interrotto la sua brillante serie di scontri vittoriosi con i nazisti

Nell’Armata Rossa, durante la guerra contro la Germania nazista e i suoi alleati, si contarono un centinaio di “assi carristi” (o come venivano anche chiamati, “maestri del combattimento con i carri armati”), che distrussero più di dieci carri armati nemici e sistemi di artiglieria semovente.

Naturalmente, la maggior parte di loro fu insignita dell’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica. Ma la cosa più sorprendente è che il migliore asso carrista (in russo: “танкист-ас”; “tankist-as”) sovietico sia stato premiato (post mortem) quasi mezzo secolo dopo la fine della guerra!

1 / Dmitrij Lavrinenko (52 vittorie)

In soli due mesi e mezzo di combattimenti, l’equipaggio del T-34 del tenente maggiore Dmitrij Lavrinenko distrusse 52 carri armati e unità di artiglieria semovente del nemico. Nessuno dei suoi colleghi riuscì a mostrare una tale efficienza durante tutti i quattro anni della guerra.

Alla scuola carri armati Lavrinenko era un eccellente tiratore con tutti i tipi di armi, per cui era soprannominato “Occhio di cecchino”. La sua eccezionale abilità di tiro fu più che dimostrata anche nelle battaglie reali: i comandanti dei T-34-76 svolgevano anche le funzioni di puntatori di tiro.

Inoltre, l’asso dei carri armati sovietici si rivelò un eccellente tattico. Vedeva bene l’intero campo di battaglia, sceglieva correttamente il luogo dell’imboscata e il momento dell’attacco.

Nell’autunno-inverno del 1941, al comando di un plotone di carri armati della 1ª Brigata carri armati della Guardia, Lavrinenko combatté nella zona di Mosca. In quasi ogni battaglia il suo veicolo da combattimento distrusse almeno tre o quattro carri armati nemici, e a volte anche molto di più.

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Così, l’allora comandante della brigata, il Maresciallo delle Forze corazzate Mikhail Katukov descrisse l’imboscata organizzata dal carrista vicino al villaggio di Vysokinichi: “Dopo aver lasciato i nazisti avvicinarsi fino a 150 metri, Lavrinenko ha sparato alla colonna a bruciapelo. Due cannoni sono stati immediatamente colpiti, gli artiglieri nemici hanno cercato di girare il terzo, ma il carro armato è finito fuori strada e si è schiantato contro i camion con a bordo la fanteria, per poi schiacciare il cannone. I nazisti superstiti si sono dispersi…”. 

Il più letale carrista dell’Armata Rossa morì il 18 dicembre 1941 nei pressi di Volokolamsk, ferito mortalmente da schegge durante un attacco di mortaio, mentre si recava a riferire al suo comandante.

“Quando ho saputo della morte di Lavrinenko, mi è crollato il mondo”, ha ricordato Katukov. “Lavrinenko e la morte: questi due concetti non stavano assieme nella mia mente. Lavrinenko sembrava invulnerabile: da quanti combattimenti era uscito vittorioso!”.

Nonostante tutti gli sforzi di Katukov, il leggendario asso non fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica per molto tempo: i comandanti non riuscivano a credere che fosse stato in grado di distruggere oltre cinquanta carri armati e semoventi di artiglieria tedeschi in un lasso di tempo così breve, senza contare il numero di soldati e gli altri veicoli corazzati del nemico da lui annientati.

Dmitrij Lavrinenko fu insignito postumo di questo alto grado solo il 5 maggio 1990.

2 / Vladimir Bochkovskij (36 vittorie)

L’asso dei carri armati Vladimir Bochkovskij ha distrutto 36 carri armati nemici. Egli stesso ha visto il suo carro armato andate in fiamme cinque volte, è stato ferito gravemente diverse volte, ma alla fine è sopravvissuto fino alla Vittoria.

Bochkovskij, diplomatosi alla scuola carri armati di Kharkov, arrivò al fronte nella primavera del 1942. Nell’autunno di quell’anno fu arruolato nella 1ª Brigata carri armati delle Guardie del generale Katukov, nella quale aveva già combattuto Lavrinenko.

Con questa brigata l’asso dei carri armati combatté a Rzhev e Kursk, liberando l’Ucraina e la Polonia. Durante la guerra, divenne capitano della Guardia e comandante di un battaglione di carri armati.

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Il battaglione agiva spesso come distaccamento avanzato della brigata o effettuava rapide incursioni di carri armati nelle retrovie del nemico, dove distruggeva quartieri generali, magazzini, campi d’aviazione e centri di comunicazione tedeschi.

Nella primavera del 1944, i Т-34 comandati da Bochkovskij, durante uno di questi raid, penetrarono nella città di Chortkov, nell’Ucraina occidentale, e la tennero con successo fino all’arrivo delle forze principali. Per questa impresa il comandante fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.

Durante l’incursione nella città di Kolomyja, il battaglione si diresse verso la stazione ferroviaria, dove iniziò a sparare contro i reparti con attrezzature e carichi nemici. Quando una locomotiva a vapore cercò di lasciare la zona di combattimento, uno dei carri armati sovietici la speronò facendola deragliare.

Nell’aprile del 1945, durante la battaglia per le alture di Zeelov, il capitano della Guardia ricevette la sua ultima e più grave ferita. Il suo amico e corrispondente di guerra Jurij Zhukov descrisse così questo momento: “Bochkovskij saltò fuori dal carro armato per un minuto, nella foga, salendo su qualche albero per orientarsi meglio sul terreno. E che terribile sorpresa! Proprio in quel momento una granata nemica scoppia sopra il carro armato, mettendolo fuori uso, e nello stesso momento Bochkovskij sente un colpo secco allo stomaco. Il sangue sgorga a fiotti…”. 

Bochkovskij si salvò, ma la guerra per lui finì lì: fu dimesso dall’ospedale militare solo nel novembre 1945. Decise di rimanere nelle Forze Armate e alla fine salì fino al grado di tenente generale dei carristi.

3 / Ivan Korolkov (34 vittorie)

Ivan Korolkov, maestro del combattimento con i carri armati, ebbe una carriera militare straordinaria. Iniziò a combattere come un normale meccanico-autista, e al momento della Vittoria aveva raggiunto il grado di Maggiore delle Guardie e comandante di un reggimento di carri armati.

Korolkov era nell’Armata Rossa dal 1937 e combatté contro i tedeschi fin dai primi giorni della loro invasione dell’Urss. Il 5 settembre 1941 riportà indietro un carro armato pesante KV-1 che aveva preso fuoco a causa di una granata nemica; per questo fu insignito dell’Ordine della Stella Rossa.

All’inizio del giugno 1942 il comando prese una decisione straordinaria e promosse il sergente Korolkov al grado di tenente, tenendo conto dei suoi meriti e della sua vasta esperienza nell’Armata Rossa. Gli fu assegnato un plotone di carri armati KV-1 e successivamente una intera compagnia di carri armati.

Il 10 giugno dello stesso anno, nella battaglia presso il villaggio di Tatjanovka, vicino a Kharkov, il carro armato di Ivan Ivanovich distrusse otto carri armati, sette cannoni di artiglieria e annientò fino a duecento soldati nemici. Ivan Ivanovich fu insignito dell’Ordine di Lenin, sottolineando che si era dimostrato un comandante coraggioso, deciso e abile.

L’8 febbraio 1943 Korolkov fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica “per l’esemplare esecuzione delle missioni di combattimento del comando al fronte nella lotta contro gli invasori nazisti e per il coraggio e l’eroismo”

“Difendendo la città di Stalingrado, egli ha mobilitato con l’esempio personale gli uomoni degli equipaggi dei carri armati per sconfiggere il nemico. Il 18 settembre 1942, sotto la copertura del fuoco dell’artiglieria e dei bombardamenti aerei, il nemico era passato all’offensiva. La nostra fanteria cominciò a ritirarsi, lui saltò fuori dal carro armato, li radunò, li incoraggiò con la parola bolscevica e li condusse a sconfiggere il nemico. In questa battaglia fu gravemente ferito, ma continuò a comandare la sua compagnia”, si legge nel certificato del conferimento della decorazione militare.

Nell’estate del 1943 a Korolkov fu affidato un battaglione di carri armati, con il quale partecipò alla battaglia di Kursk. Dopo essersi diplomato alla Scuola superiore per ufficiali corazzati di Leningrado nel dicembre 1944, gli fu affidato il comando di un intero reggimento di carri armati. 

Il maggiore delle guardie Ivan Korolkov ha combattuto fino a Berlino. Il conto dei carri armati e delle semoventi di artiglieria tedeschi da lui distrutti ammonta a 34 unità. Nel 1946, l’asso dei carri armati si ritirò dall’esercito sovietico e tornò nella sua regione natale, Kursk, per dedicarsi all’agricoltura.

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