Sapevate che in Russia c’erano dei reggimenti di orsi?

Dominio pubblico
Gli orsi di Sergach (cittadina della regione di Nizhnij Novgorod) non solo erano bravi a esibirsi in vari trucchi da fiera, ma una volta sfilarono addirittura in parata di fronte agli occhi stupefatti dei soldati francesi prigionieri in Russia, alimentando una leggenda dura a morire

Nel suo romanzo “Sui monti”, dedicato alla vita delle province del governatorato di Nizhnij Novgorod, lo scrittore Pavel Melnikov (1818-1883), noto anche con lo pseudonimo di Andrej Pecherskij, scrisse di un’attività piuttosto specifica, praticata nel distretto di Sergach sin dal XVI secolo: gli abitanti di almeno trenta villaggi di questo distretto si guadagnavano da vivere ammaestrando gli orsi. Sin dalla tenera età, agli animali si insegnavano vari trucchi, con i quali gli poi si esibivano nelle fiere. Si racconta che gli orsi furono parte dell’intrattenimento anche alle nozze di Ivan il Terribile con Marfa Sobakina (terza moglie dello zar).

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I soldati francesi, finiti in prigionia a Sergach durante la guerra del 1812, ebbero modo di vedere con i propri occhi gli “orsi dei miracoli”, che all’inizio non credevano esistessero davvero. Il tutto era iniziato quando i francesi si misero a provocare i russi, dicendo che a breve Napoleone avrebbe mandato delle nuove truppe, contro le quali i russi, sicuramente, non ce l’avrebbero fatta, al che l’Ispravnik (capo della polizia locale) disse: in tal caso, manderemo avanti dei reggimenti di orsi. E con ciò, invitò i francesi ad assistere alla sfilata di un battaglione molto particolare…

Melnikov-Pecherskij così descrive questo evento: “Gli orsanti vagavano per il mondo soltanto nel periodo estivo, d’inverno restavano tutti a casa. Da parte del capitano della polizia fu loro comunicato che dovevano portare gli orsi in città nella data indicata. Fu portato un migliaio di animali che, disposti in più file, cominciarono a caricarsi in spalla il bastone che tenevano tra le zampe e poi a imitare i ragazzini che rubavano dei piselli nei campi. L’Ispravnik, intanto, spiegava ai francesi: ‘Si stanno esercitando a fare i movimenti con le armi e a strisciare come fanno i fucilieri’. Stupefatti, i francesi, nelle loro lettere a casa, scrissero di aver visto con i loro occhi il battaglione di orsi. Fu a partire da questo momento che i francesi cominciarono a chiamarci ‘orsi’”.

Mikhajlo Potapych, l’orso signore

Gli orsi ammaestrati erano il clou delle fiere e delle feste popolari. Gli animali non solo camminavano sulle zampe posteriori, ma si esibivano anche in scenette divertenti che in Russia si chiamavano “quadri”. La descrizione delle “commedie” “recitate” da orsi, la troviamo nel libro “I quadri della cultura popolare della Russia” dello storico Dmitrij Rovinskij (1824-1895). Un esempio può essere la scena della ragazza che si sta truccando: “Misha” [diminutivo di “medved”, “медведь”, cioè, “orso”] si siede per terra; con una zampa si strofina il muso, mentre con l’altra fa dei giri di fronte al muso, rappresentando una ragazza che si sta guardando allo specchio”.

Gli orsi potevano imparare una cinquantina di tali trucchi: “Usano il bastone come ‘arco’, tirando la ‘corda’ per scagliare una ‘freccia’; ‘come ragazzini rubano i piselli, strisciando sulla pancia dove il terreno è asciutto e procedendo carponi dove è umido, e dopo aver ‘rubato’, rotolano per terra”; accarezzano il ‘marito’ come fanno le donne”. Alla fine dello spettacolo, l’orso prendeva con le zampe anteriori un cappello e sulle zampe posteriori faceva un giro tra il pubblico per raccogliere i soldi.

Gli orsi di Sergach erano talmente popolari che l’imperatrice Caterina II ordinò di raffigurare un “toptygin” (soprannome dell’orso dovuto alla sua andatura pesante; “toptygin” deriva dal verbo “topat’” (топать), cioè, “calpestare”;“camminare rumorosamente”) sullo stemma della città. Quanto agli orsanti, erano molto rispettosi dei loro animali: li chiamavano con nome e patronimico. E Mikhajlo Potapych per loro era l’orso “signore di Sergach”.

Nel 1866, le “commedie” dei plantigradi furono vietate, ma le storie sui talenti dei super-orsi ammaestrati continuano a girare ancora oggi.

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