Il primo indice russo dei libri proibiti non era altro che una traduzione dell’indice bizantino. Lo troviamo nella raccolta conosciuta come “Izbornik del principe Svjatoslav dell’anno 1073”. L’elenco conteneva 29 testi apocrifi che interpretavano i fatti biblici in maniera diversa da quella canonica. Tuttavia, gli apocrifi non erano considerati testi magici o divinatori.
A partire dal XV secolo, in Russia compaiono dei libri con l’aiuto dei quali si poteva divinare e quindi prevedere il futuro e il proprio destino. Tutti questi libri furono proibiti nel 1551 dal Concilio dei cento capitoli (Stoglavyj Sobor) della Chiesa ortodossa russa. Non conosciamo per intero nessuno di questi testi, perché appena un libro veniva trovato, veniva subito bruciato per prevenire la diffusione delle eresie. Tuttavia, alcuni brani ci sono noti.
Il libro della divinazione più noto era quello di “Rafli”. Il nome deriva da “raml”, una pratica divinatoria araba con l’uso di terra o di sabbia. Per divinare, bisognava disegnare sulla terra o sulla sabbia, senza guardare, 16 file di punti che successivamente venivano collegati tra di essi secondo la formula contenuta nel libro. Quello che ne risultava erano delle figure che si chiamavano “izraz” (израз). Ogni figura aveva un proprio nome: “La via”, “Il tempio”, “La schiera”, “Il giovane”, “L’ululato”, “Il rosso”, “Il capo”, “La proboscide”.
Alla fine si otteneva uno schema che si chiamava “sud” (суд), cioè, giudizio. Ne possiamo vedere un esempio nel Manoscritto di Radziwiłł (noto anche come Manoscritto di Königsberg): evidentemente, il miniatore era stanco del suo lavoro e così decise di prevedere il suo futuro.
La pagina del Manoscritto di Radziwiłł (noto anche come Manoscritto di Königsberg) in cui si possono notare, in basso a destra, le tipiche figure geomantiche disegnate durante la predizione del futuro usando il Rafli
Dominio pubblicoIl libro dei “Rafli” spiegava il significato delle figure in funzione della “casa” in cui si trovavano. Le “case” si associavano a vari fenomeni e sfere della vita: “Anima”, “Merce, denaro, servi”, “Fratello, sorella”, “Padre”, “Figlio, figlia”, “Spossatezza”, ecc.
Tavole dal manoscritto del libro “Rafli”
Foto d'archivioNonostante tutti i divieti, la divinazione con il libro dei “Rafli” fu praticata fino al XVIII secolo. Successivamente, questo complicato metodo di divinazione fu abbandonato, e il libro si trasformò in un grande foglio di carta, sul quale erano disegnati dei quadretti. Sul foglio bisognava gettare dei semi di piante o i dadi da gioco che, logicamente, finivano su dei quadretti. Ogni campo (quadretto) era corredato da un commento: prima una citazione dei salmi o la descrizione di un evento evangelico, poi un testo che ne spiegava il significato.
L’originale di questo libro fu creato nel 1356 dallo scienziato ebraico Immanuel ben Jacob Bonfils (1300-1377) che abitava a Tarascona, in Francia. Il volume, conosciuto con i titoli “Le ali di aquila” o “Libro delle sei ali” (per analogia con i serafini dotati, appunto, di 6 ali), era diviso in 6 parti, contenenti tabelle astronomiche che permettevano di prevedere le eclissi solari e lunari.
In Russia il libro comparve negli anni Settanta del XV secolo. Il testo fu tradotto e adattato da Zaccaria Scara (Scaria), dotto ebreo giunto a Novgorod da Kiev. In Russia godeva di pessima fama: di lui si diceva che “era un’arma del diavolo, in quanto addestrato a ogni sorta di invenzioni malvagie; stregoneria e negromanzia, astronomia e astrologia”, come scrisse di lui il teologo Iosif Volotskij (Giuseppe di Volokolamsk) nel suo libro “Prosvetitel” (L’illuminatore). Scara traduceva in lingua russa e diffondeva gli scritti di Mosè Maimonide, diventando così il capostipite della cosiddetta “eresia dei giudaizzanti”.
Pezzi degli scacchi e dado da gioco in osso di fine XVI – inizio XVII secolo. Reperti del Museo di Storia di Mosca e ricostruzioni in stile
SputnikI seguaci di questa eresia erano temuti, perché con l’aiuto del “Libro delle sei ali” potevano dire con precisione quando sarebbero capitati il plenilunio o il novilunio, oppure l’eclissi di Sole e di Luna. Alcune persone capivano che il Libro non era un trattato di magia, ma soltanto un insieme di tabelle astronomiche. L’arcivescovo Gennadij di Novgorod scrisse che “il Libro delle sei ali fu preso dall’astronomia come una goccia viene presa dal mare” ed era destinato a “sedurre con l’osservazione delle stelle”.
Il libro fu comunque messo al bando, perché i russi, che nella loro maggioranza erano superstiziosi e analfabeti, credevano che le conoscenze ivi contenute consentissero di evocare il diavolo. I negromanti erano temuti e venivano denunciati alle autorità, i loro libri venivano sequestrati e bruciati, mentre gli “stregoni” venivano mandati sulla forca.
Il testo integrale del “Volchovnik” non è arrivato fino a noi. Sappiamo soltanto che si trattava di un grosso libro in cui si descrivevano “segni” e “presagi” di ogni possibile evento. Il “Volchovnik” era suddiviso in diversi capitoli, ciascuno dei quali talvolta costituiva un libro a sé. I capitoli “Voronograj”, “Kuroklik” e “Ptichnik” si usavano per divinare in base ai versi di cornacchie, galline e galli, nonché sulla base del modo in cui volavano gli uccelli. “Snosudets” interpretava i sogni, “Putnik” spiegava i vari eventi che potevano accompagnare eventuali incontri con altre persone durante il viaggio, mentre “Zelejnik” (suddiviso in “Travnik”, “Zvetnik” e “Lechebnik”) si usava per divinare sulle erbe e conteneva informazioni fitoterapiche.
Molto conosciuto era il capitolo “Trepetnik” che spiegava le contrazioni e il prurito delle varie parti del corpo umano. Conosciamo alcuni brani di questo testo. “Se il prurito viene alla sommità della testa, avrai un guadagno”. “Se viene un tic all’occhio sinistro, ci sarà una tristezza”. Quasi per tutte le parti del corpo c’erano descrizioni di questo tipo. Un ronzio nell’orecchio sinistro prefigurava la “tristezza mentale”, le contrazioni dei muscoli della spalla sinistra significavano “litigare con i subordinati o arrabbiarsi, o entrare in conflitto con degli estranei durante una conversazione o un viaggio”, e via di seguito.
Proprio dal “Trepetnik” sappiamo che se ti bruciano le orecchie, qualcuno “sta parlando male di te”.
I “Gromnik”, o “Gromovnik”, erano elenchi di segni associati ai temporali. Se vi era scritto che un mese era “circondato” da temporali, significava che forti temporali, con tuoni e fulmini, si sarebbero verificati all’inizio e alla fine del mese. I “Gromnik” spiegavano come ciò poteva ripercuotersi sul bestiame e sul raccolto e da quali calamità ciò poteva essere accompagnato (epidemie, uragani, guerre, siccità).
“La campagna militare dello zar Igor”, dipinto del 1942 di Nikolaj Rerikh
Museo russoEcco un brano di uno dei “Gromovnik”: “Il mese di marzo è circondato, ci sarà tanta acqua; l’aprile è circondato, ci sarà una guerra; a maggio ci sarà una grande guerra; a giugno la moria degli animali; il luglio darà un ricco pescato; in agosto cadranno delle grandi pioggie; il settembre sarà asciutto; l’ottobre sarà ricco di grano; il novembre porterà la fame; in dicembre ci sarà moltissima neve; il gennaio è circondato e farà molto freddo; in febbraio una guerra tra i principi da Est a Ovest”.
“Nelle vicinanze del monastero Savvino-Storozhevskij”, dipinto degli anni Ottanta dell’Ottocento di Isaak Levitan
Museo di Pushkin, MoscaÈ il più misterioso dei libri proibiti. Del “Charovnik” abbiamo soltanto una descrizione. Il libro conteneva 12 capitoli in cui si descrivevano 12 esseri proteiformi che potevano trasformarsi in vari animali e uccelli. Relativamente al “Charovnik”, in uno degli indici dei libri proibiti troviamo la seguente descrizione di uno di questi esseri misteriosi e maligni: “Il suo corpo è come se fosse morto, ma vola diventando aquila, falco, corvo, picchio o gufo; corre come una bestia feroce, trasformandosi in cinghiale o lupo; vola come un drago e va a caccia come lince o orso”.
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