San Pietroburgo NON FU costruita su una palude!

Nikolaj Dobrovolskij
O, meglio, l’area non era interamente paludosa, come spesso si sente dire. Anche se certo l’acqua non mancava da queste parti, tanto che per circa due secoli le inondazioni furono il problema più grande della nuova capitale

Per la sua città lo zar russo Pietro il Grande scelse il delta del fiume Neva, che collega il Lago Ladoga (il secondo più grande della Russia) con il Mar Baltico.

In lingua finlandese “neva” significa palude e questo, forse, fece credere che San Pietroburgo fosse una “città nella palude”.  

I primi a insediarsi in questa località furono gli ugro-finni, poi gli slavi orientali. Successivamente, questa terra passò più volte di mano fino alla Grande guerra del Nord (1700-1721). Nel 1703, Pietro I conquistò definitivamente il territorio dove in seguito sorse la città. Prima della costruzione di San Pietroburgo, alla confluenza del fiume Okhta nella Neva si trovava la città svedese di Nien, protetta dall’omonima fortezza.

Dopo aver preso la fortezza di Nien, Pietro I ordinò di creare sul fiume Okhta gli insediamenti per gli operai che avrebbero costruito la nuova città, mentre per la sua nuova fortezza, quella di Pietro e Paolo, scelse una posizione strategica sull’Isola delle Lepri. L’isola è situata nella foce della Neva, nel punto in cui il fiume raggiunge la sua massima larghezza: dalla fortezza si potevano controllare i due effluenti più grandi del fiume.

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Le rive degli effluenti della Neva erano davvero paludose, ricoperte di canne e carici. Per questo si rese necessario rialzare, rinforzare e rivestire con granito gli argini del fiume. L’alveo della Neva fu raddrizzato e ripulito.

Aree paludose vi erano anche sulle isole Vasilevskij e Krestovskij, nonché nell’attuale Giardino d’Estate e vicino alla prospettiva Nevskij.
Tuttavia, il principale problema non erano le paludi, bensì le inondazioni. La città è situata nel bassopiano della Neva. Nelle zone centrali l’altezza sul livello del mare è di appena 1-1,5 metri.

Le inondazioni più devastanti si verificarono nel 1824, quando l’acqua raggiunse la quota di 421 cm, e nel 1924 (380 cm). Il problema è stato risolto soltanto nel XXI secolo.

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