Negli Anni Novanta mercati e mercatini sorgevano dappertutto in Russia, ma il simbolo di quell’epoca sono senz’altro i numerosissimi chioschi che vendevano veramente di tutto. All’inizio furono le edicole di Sojuzpechat (ente sovietico per la distribuzione dei periodici) a trasformarsi in chioschi-emporio, ma la maggior parte dei punti vendita veniva creata autonomamente dai commercianti. Ognuno costruiva un po’ come gli pareva.
LEGGI ANCHE: Chi erano i chelnokì e perché i grandi borsoni a quadretti divennero un simbolo nazionale russo?
La scelta delle merci nei chioschi privati era molto più ampia rispetto ai consueti negozi statali. Vi si vendevano generi alimentari e articoli per la casa, ma l’attività più redditizia era senz’altro la vendita di alcolici, tanto più che i chioschi erano aperti 24 ore su 24. Tutto questo sarebbe durato più di dieci anni.
LEGGI ANCHE: I chioschi di Mosca, una specie in estinzione
Nel 2013, la Russia avrebbe vietato la vendita notturna degli alcolici nei chioschi e, successivamente, sarebbe stato avviato anche il processo di demolizione di queste costruzioni, la maggior parte delle quali era abusiva. La soluzione più radicale fu intrapresa a Mosca: nel febbraio del 2016, in una sola notte, nella città fu demolito un centinaio di chioschi. La stampa avrebbe denominato l’evento la “notte delle lunghe benne”.
LEGGI ANCHE: Mosca, tornano le ruspe contro gli edifici non autorizzati
Cari lettori,
a causa delle attuali circostanze, c’è il rischio che il nostro sito internet e i nostri account sui social network vengano limitati o bloccati. Perciò, se volete continuare a seguirci, vi invitiamo a:
- Iscrivervi al nostro canale Telegram
- Iscrivervi alla nostra newsletter settimanale inserendo la vostra mail qui
- Andare sul nostro sito internet e attivare le notifiche push quando il sistema lo richiede
- Attivare un servizio VPN sul computer e/o telefonino per aver accesso al nostro sito se risultasse bloccato nel vostro Paese