L’icona russa dalla storia più travagliata oggi si trova nel centro di Manhattan

Dominio pubblico
Venerata per secoli dai russi, che la ritengono miracolosa, ha superato nei secoli incredibili peripezie, e da Kursk è arrivata fino a New York

L’icona Kurskaja-Korennaja (“della Radice di Kursk”) della Madre di Dio, risalente al XIII secolo, è considerata uno dei principali oggetti sacri dell’Ortodossia russa. Raffigura la Madre di Dio con il Bambino, la quale alza le mani nella preghiera di intercessione, e sopra di lei ci sono il Signore degli eserciti e i profeti dell’Antico Testamento.

Fu proprio questa icona a guarire nella sua infanzia Serafino di Sarov, uno dei santi russi più venerati. Questa icona è stata poi utilizzata nei secoli per benedire i soldati russi per le imprese eroiche, e la processione religiosa in suo onore è raffigurata in uno dei dipinti più famosi di Ilja Repin

“Processione di Pasqua nel Governatorato di Kursk”, dipinto del 1880-83 del pittore Ilja Repin (1844-1930)

Oggi l’icona è custodita a… Manhattan, a New York, nella Cattedrale della Madonna del Segno, appartenente alla Chiesa Ortodossa Russa all’Estero (detta anche Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia; una giurisdizione del cristianesimo ortodosso formatasi in risposta alla politica repressiva sovietica nei confronti della religione). È diventata un simbolo e un oggetto sacro per tutti i russi che hanno perso il legame con la patria e sono sparsi in altri Paesi.

Prima di finire nella sua sede attuale, questa icona ha avuto mille peripezie: dall’invasione dei tataro-mongoli allo scoppio della Rivoluzione, fino alla rocambolesca fuga dal bolscevismo.

1 / Nel luogo dove fu trovata sgorgò una sorgente

L’icona della radice di Kursk è un'icona della Theotokos (Madre di Dio) del segno, apparentemente dipinta nel XIII secolo

Secondo la leggenda, l’icona fu trovata il giorno della Natività della Beata Vergine Maria, l’8 settembre 1295. Questa data è tuttora celebrata come il giorno del ritrovamento dell’icona. In quegli anni la Rus’ subiva le incursioni dei tataro-mongoli, e non lontano da Kursk, distrutta e bruciata da Batu, alle radici di un albero (ecco perché si chiama “della radice”) un cacciatore trovò l’icona.

Quando la prese in mano, una sorgente cominciò a sgorgare dal luogo dove giaceva. Il cacciatore costruì per l’icona una cappella. E presto tutti gli abitanti della zona circostante cominciarono a venire ad adorarla.

2 / Fu spaccata dai tatari

Il Monastero Korennaja Pustyn, nel villaggio di Svoboda, circa trenta chilometri a nord di Kursk, costruito per ospitare l’icona

Quasi un secolo dopo, i tatari fecero nuovamente un’incursione nelle terre di Kursk. Avendo incontrato sulla strada la cappella con l’icona, decisero di darle fuoco, ma non ce la fecero. Quindi presero l’icona e la spaccarono in due parti, buttandole in direzioni diverse, e solo dopo averlo fatto riuscirono a bruciare la cappella.

Quindi presero prigioniero il vecchio sacerdote e lo seviziarono a lungo affinché abiurasse alla sua fede e si convertisse. Ma per una ventura miracolosa, mentre stava di nuovo cantando una preghiera in onore della Madre di Dio, lo videro gli inviati dello zar di Mosca e lo riscattarono dalla prigionia.

L’anziano tornò nel luogo dove si trovava la cappella e trovò le parti dell’icona spaccata. E quando le mise insieme loro si congiunsero, come se non ci fosse mai stato alcun danno.

Kursk fu definitivamente liberata dall’invasione tataro-mongola solo nel 1597, e proprio in quei tempi venne eretto un monastero in onore dell’icona: Korennaja Pustyn’ (l’Eremo della Radice).

3 / Fu sottratta dal Falso Dimitri, ma comunque aiutò Kursk

La Cattedrale della Nostra Signora del Segno (Znamenskij Kafedralnyj Sobor) di Kursk, risalente al 1816-1826. Dopo che la santa icona fu trasferita al suo interno, ogni anno si tenne una processione da qui a Korennaja Pustyn

Molti credenti venivano a pregare davanti all’icona, e il suo potere miracoloso e la sua fama erano molto grandi. Durante il Periodo dei torbidi il falso Dimitri I decise di approfittarne. Da ex monaco, sapeva quale influenza l’icona esercitasse sulla popolazione e capiva che possedendo un simile oggetto sacro si poteva attirare la gente dalla propria parte. Per di più, lui stesso voleva sperimentare la sua bontà divina.

Ordinò che l’icona fosse portata al suo quartier generale a Putivl e pregava davanti ad essa ogni giorno, e in seguito la portò con sé durante la marcia su Mosca. Per qualche tempo sembrava che l’icona lo stesse davvero aiutando: l’impostore riuscì persino a prendere il potere a Mosca. Ma alla fine, fu ucciso nel corso di un complotto… Mentre l’icona era assente, nella sua città materna, Kursk, i credenti continuavano a venire a pregarla, e dopo l’ennesimo lungo assedio da parte degli invasori polacchi, la città fu comunque liberata.

Il nuovo zar della dinastia Romanov, Mikhail Fjodorovich (Michele di Russia), ordinò che l’icona fosse fatta tornare a Kursk e fece costruire in suo onore il Monastero Znamenskij (del Segno). Da quel momento si stabilì una tradizione: il nono venerdì dopo la Pasqua bisognava fare una processione con l’icona dal monastero Znamenskij di Kursk a Korennaja Pustyn’, il suo vecchio rifugio. Ed è questa processione religiosa che è raffigurata nel dipinto di Ilja Repin.

4 / Rimase incolume dopo una grande esplosione

Processione a Kursk per vedere l’icona dopo l’attentato dinamitardo del 1898 che danneggiò pesantemente la cattedrale, ma lasciò intatta l’icona, facendo gridare al miracolo

Alla fine del XIX secolo, l’Ortodossia in Russia stava attraversando una crisi: apparvero molti giovani dalla mentalità rivoluzionaria che non credevano in Dio, alcuni di loro svolgevano attività terroristiche contro il regime zarista e organizzavano regolarmente attentati  ed esplosioni. Nel 1898 quattro atei di Kursk fabbricarono una bomba artigianale e la misero di nascosto nella cattedrale per dimostrare a se stessi e agli altri che l’icona non avesse il potere che le veniva attribuito e che Dio non esisteva.

Nella cattedrale ci fu una potente esplosione. Per fortuna l’ordigno scoppiò dopo la messa, quando la chiesa era vuota. Però tutti rimasero stupiti, che nonostante il fatto che le recinzioni e i gradini in pietra e metallo vicino all’icona fossero stati distrutti, l’icona era rimasta incolume. Tutte le finestre della cattedrale e anche alcune pareti erano a pezzi, ma il vetro della teca dell’icona non rimase danneggiato.

5 / Fu rubata ma ritrovata

L’Icona della radice si trova oggi a New York ed è conservata nel moderno oklad (copertura in metallo prezioso), realizzato dopo il furto di quello storico avvenuto nel 1918

Già dopo la Rivoluzione, nel 1918, l’icona scomparve improvvisamente. Alcune settimane dopo fu ritrovata buttata via in un vecchio sacco insieme ad una sua replica. Da entrambe erano state rimosse le cornici preziose e, siccome poche persone avevano visto l’icona senza il suo oklad, non si riuscì nemmeno a riconoscere immediatamente quale fosse quella autentica. Fu un pittore di icone, l’autore della replica, ad aiutare a farlo. Da allora, sull’icona fu messa una nuova protezione d’argento ricoperto di smalto blu: ed è così che l’icona viene custodita fino ad oggi.

6 / Sopravvisse alla Guerra civile russa, alla Seconda guerra mondiale e a diverse evacuazioni

Il metropolita Juvenalij della Chiesa ortodossa russa e il metropolita Hilarion della Chiesa ortodossa russa all’Estero tengono in mano l’icona di Kursk durante la visita a Mosca, 2009

Nel 1920, l’esercito bolscevico si stava avvicinando a Kursk e l’esercito “bianco” di Denikin si ritirò dalla città, invitando il clero a seguirlo. I vescovi decisero che fosse necessario salvare l’icona dai bolscevichi e la portarono nel Sud della Russia, e poi in Serbia, dove furono evacuate molte truppe.

Fino al 1944 l’icona fu custodita nel monastero serbo di Jazak e poi nella chiesa della Trinità a Belgrado. Ma la forza distruttiva della Seconda guerra mondiale costrinse i sacerdoti ad evacuare nuovamente l’oggetto sacro. I vescovi ortodossi temevano l’avvicinamento delle truppe sovietiche. Ed anche se queste truppe stavano liberando l’Europa dai nazisti, il clero ricordava come la religione veniva maltrattata in Urss.

L’icona fu portata prima a Karlsbad (oggi Karlovy Vary), poi a Monaco di Baviera, quindi a Ginevra…

7 / Viene custodita a New York e viaggia per il mondo

La Francis F. Palmer House, 75 East 93rd St., a Park Avenue, Manhattan, New York, è il luogo dove è ora conservata l’icona (l’edificio è la sede della Chiesa ortodossa russa all’Estero)

Nel 1950, il vertice della Chiesa ortodossa russa all’Estero decise di trasferirsi negli Stati Uniti e di portare l’icona lì. Appositamente per l’icona, a Mahopac, vicino a New York, fu costruita la Novo-Korennaja Pustyn (Nuovo Eremo della Radice). Ma nel 1958, proprio a Manhattan, per l’icona fu costruita la Cattedrale sinodale del Segno.

L’icona ha visitato la Russia per la prima volta solo nel 2009, novant’anni dopo la sua evacuazione. E prima ancora, era riuscita a viaggiare per tutti gli Stati Uniti, a visitare il Sud America e più volte l’Australia.

Nel frattempo a Kursk, ogni anno si continua a fare la processione dalla Cattedrale del Segno all’Eremo della Radice con un’antica replica dell’icona.

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