Operaia sovietica si fa fare la manicure, 1975
Matorin/SputnikOggi molte donne in Russia non possono neanche immaginare la loro vita senza le frequenti visite ai saloni di manicure, e considerano le unghie una specie di “faccia”, di “volto pubblico”. Bisogna però sapere che gli “onicotecnici”, nome dotto per chi si occupa professionalmente delle unghie altrui, esistevano nel Paese cinquanta e anche cento anni fa…
La manicure nei primi anni dopo la Rivoluzione: questa foto è del 1926!
Arkadij Shaikhet/MAMM/MDFIn Unione Sovietica non c’erano saloni estetici come li intendiamo oggi. Praticamente ogni parrucchiera aveva però dei tavoli per la manicure. E le code per i più bravi onicotecnici non erano più corte rispetto a quelle di oggi, visto che in tutte le epoche si voleva essere belle. Anche se certo non esistevano molti strumenti moderni (ora con il termine “manicure russa” è più spesso intesa quella fatta a fresa piuttosto che quella meccanica).
Salone di bellezza ad Alma-Ata, allora capitale della Repubblica Socialista Sovietica Kazaka, 1971
Yurij Kuydin/SputnikLa manicure fatta dagli onicotecnici sovietici prevedeva diverse fasi. In primo luogo, le unghie venivano modellate nella forma desiderata, dopodiché le mani venivano immerse nell’acqua saponata per ammorbidire le cuticole. Poi si faceva la manicure tagliando le unghie con pinzette e forbici. Su richiesta della cliente sulle unghie si metteva lo smalto. All’epoca non c’erano smalti gel, ma c’erano smalti normali di produzione sovietica. La loro produzione era stata messa a punto negli anni Trenta.
Tipico negozio sovietico di parrucchiera. Solitamente c’erano anche dei tavoli per la manicure, 1967
A.Gerinas/SputnikÈ chiaro che negli anni Quaranta, tra la guerra e le difficoltà del dopoguerra, non erano il momento appropriato per occuparsi di smalti, ma nei decenni successivi l’industria sovietica ne produsse con successo varie tonalità. Ancora oggi su internet si possono trovare annunci di vendita di smalti sovietici di 50 anni fa, e si sono conservati bene. Più spesso si tratta di smalti prodotti a Mosca e Leningrado (l’attuale San Pietroburgo). Gli smalti della seconda metà del secolo scorso erano quasi sempre di tonalità rossastre o rosa. Coprire le unghie con colori scuri (o addirittura neri) si considerava indecente, persino provocatorio. Il rosa e il beige erano per tutti i giorni, il rosso era per occasioni speciali. Esistevano anche smalti trasparenti.
Smalto per unghia di produzione sovietica
boat-swain/meshok.netTalvolta gli onicotecnici dovevano mescolare gli smalti ed aggiungerci dei glitter per creare una sfumatura interessante, perché non sempre c’era qualcosa che piacesse alla cliente. Inoltre, negli anni Settanta e Ottanta, divennero di moda i colori madreperla.
Smalti per unghie di produzione bulgara. I prodotti cosmetici dei Paesi del blocco socialista erano più facili da trovare di quelli occidentali (che erano una vera rarità!), e molto amati dalle donne sovietiche
meshok.netAlla fine degli anni Settanta nell’Urss arrivarono smalti di importazione. I più famosi e ambiti erano i produttori francesi Lancôme ed Estée Lauder, ma erano apprezzati anche i cosmetici polacchi e ungheresi, che erano più economici. E se gli smalti dei Paesi del blocco socialista si potevano trovare in vendita liberamente, quelli dell’Europa occidentale erano una rarità.
La direttrice dello stabilimento Tamara Ivanjuk fa la manicure alla magliaia Marina Tjurina, 1987
Viktor Lisitsyn/TASSIn epoca sovietica, il costo dei servizi e delle merci era grossomodo uguale in tutto il Paese (salvo rare eccezioni). Inoltre, i prezzi erano indicati direttamente sull’etichetta. Ad esempio, gli smalti per unghie sovietici negli anni Ottanta costavano 30-80 copeche (a seconda del volume e del produttore), che era paragonabile al prezzo di una decina di uova o di un paio di filoni di pane. La manicure in sé era più economica: costava solo 20-40 copechi (con e senza smalto).
Le sorelle Marianna e Anastasija Vertinskij, studentesse dell’Accademia teatrale “Shchukin”, mentre si prendono cura delle unghie, 1964
Valerij Gende-Rote/TASSTuttavia, nonostante il prezzo basso della prestazione, non la si faceva spesso, la si riservava solo per occasioni speciali. Dagli estetisti c’erano lunghe code e la gente non aveva abbastanza tempo. Molti preferivano semplicemente farsi la manicure a casa.
Un oggetto cult: il kit sovietico per la cura delle unghie, indispensabile per la manicure domestica
meshok.netIn epoca sovietica avere un buon set da manicure a casa era qualcosa di obbligatorio. L’importanza di curarsi le mani veniva costantemente ricordata dalla principale rivista femminile, “Rabotnitsa” (“Lavoratrice”) e dai libri di economia domestica. Prima di tutto si sottolineava l’importanza igienica della manicure (anche per gli uomini). Le unghie dovevano essere corte e pulite, senza pipite, pellicine e tagli sulla pelle, mentre coprirle con lo smalto o meno (per le donne) era questione di tempo e di gusto.
I set includevano gli stessi strumenti di oggi, ovvero una varietà di forbici, pinze e lime per modellare le unghie e rimuovere le cuticole. Spesso nel set c’erano anche le pinze per sopracciglia o gli strumenti per la pedicure. Tutto questo era confezionato in custodie rigide ed era comodo da portarsi dietro. Il costo di un set era relativamente alto, 4-8 rubli, ed era considerato un buon regalo. Per coloro che amavano i viaggi in tenda si producevano strumenti piegabili.
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