46º Reggimento bombardamento leggero notturno delle guardie “Taman”. Composto da donne, i tedeschi le soprannominarono “Nachthexen”; “Streghe della Notte”
Arkadij Shajkhet/russiainphoto.ruPiù di mezzo milione di donne sovietiche parteciparono alla Seconda guerra mondiale. Centinaia pilotarono aerei da caccia e bombardieri, prestarono servizio come navigatrici, tiratrici e meccanici.
Sin da primo giorno dell’aggressione tedesca contro l’Urss, il 22 giugno 1941, tantissime donne cercarono di arruolarsi nell’esercito per combattere il nemico. Tuttavia, nella fase iniziale, potevano assolvere soltanto funzioni ausiliarie o speciali.
Pilote del 46º Reggimento bombardamento leggero notturno delle guardie “Taman”
Evgenij Khaldej/TASSMan mano che la situazione strategica al fronte peggiorava, cambiava però anche la posizione dei dirigenti sovietici in merito alla partecipazione delle donne ai combattimenti. L’8 ottobre 1941, dal Commissariato del popolo (ministero) per la Difesa fu emanato l’ordine, in conformità al quale nel quadro delle forze aeree dell’Armata Rossa si dovevano creare tre reggimenti femminili: il 586° reggimento di caccia, equipaggiato con aerei Yakovlev Yak-1; il 587° reggimento di bombardamento con aerei Sukhoi Su-2; e il 588° reggimento di bombardamento notturno su biplani Polikarpov U-2 (successivamente, Po-2).
Marcia a tappe forzate. 46º Reggimento bombardamento leggero notturno delle guardie “Taman”
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L’idea fu promossa dalla leggendaria aviatrice Marina Raskova, già Eroe dell’Unione Sovietica, diventata famosa nel 1938, quando stabilì il record di volo senza scalo, coprendo in 26 ore la distanza tra Mosca e l’Estremo Oriente (6.450 km). Raskova fu nominata comandante del 587° reggimento e selezionò personalmente le candidate.
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Siccome durante la guerra il corso di addestramento delle donne pilota durava soltanto da tre a sei mesi, le candidate furono selezionate tra coloro che già lavoravano nell’aviazione civile o frequentavano club di aeronautica. Dopo la selezione, le donne furono mandate a Engels (città sul Volga a 330 km da Stalingrado), dove si trovava un’apposita scuola per donne pilota.
La pilota del 46º Reggimento bombardamento leggero notturno delle guardie “Taman” Natalja Melkin
Evgenij Khaldej/TASS“I primi voli, gli orari durissimi, la disciplina militare e le regolari esercitazioni nelle condizioni del freddo invernale, ci tempravano e ci rendevano più forti”, ricordò in seguito Darja Chjalaja, operatrice dei sistemi d’arma. “Non avevamo difficoltà a scaricare dal camion o caricare le bombe da addestramento che pesavano 40 kg, né ad agganciarle in pochissimo tempo all’aereo”.
Le prime a finire il corso nel maggio del 1942 furono le donne del 588° reggimento. Dei tre reggimenti femminili ufficialmente creati, il 588° era l’unico composto da sole donne: meccanici, tecnici, navigatori, piloti, tutti erano di sesso femminile.
Un minuto di riposo. Pilote del 46º Reggimento bombardamento leggero notturno delle guardie “Taman”
Evgenij Khaldej/МАММ/MDF/russiainphoto.ruIl biplano U-2 (Po-2), il principale aereo del reggimento, era molto lento, ma, in compenso, poteva praticamente sfiorare le cime degli alberi e aveva bisogno di spazi molto ridotti per decollare e atterrare. Essendo molto vulnerabile, era usato per bombardamenti notturni, nonché come aereo di collegamento e di rifornimento ai partigiani e ai reparti finiti in accerchiamento.
Di solito, prima di colpire un bersaglio, il motore veniva spento. L’aereo compariva all’improvviso dall’oscurità del cielo e sganciava bombe sui mezzi militari o sui soldati che si scaldavano attorno al falò. Secondo i tedeschi, il rumore particolare di questo aereo in picchiata assomigliava al rumore prodotto dalla scopa, quando viene pulito il pavimento. Da qui il soprannome che dettero alle donne sovietiche che li pilotavano: “Streghe della Notte”.
Aleksandra Akimova e Maria Batrakova, pilote del 586° reggimento dell'aviazione da combattimento femminile delle Forze di difesa aerea dell’Urss durante le esercitazioni di combattimento con le mitragliatrici
Rudolf Alimov/SputnikSotto il comando di Evdokija Bershanskaja (Bocharova), che fu a capo del reggimento dal primo all’ultimo giorno, il 588° reggimento compì un lungo e difficile percorso dal sud dell’Urss fino alla Germania, partecipando alla liberazione del Caucaso del Nord, della Crimea, della Bielorussia e della Polonia. Per l’eroismo delle sue donne, il reggimento ricevette la denominazione “delle guardie” e nel 1943 fu riorganizzato in 46° reggimento delle guardie per bombardamento notturno.
Ritratto di Ekaterina Rjabova, navigatore di squadrone del 46º Reggimento bombardamento leggero notturno delle guardie “Taman”
Evgenij Khaldej/МАММ/MDF/russiainphoto.ruDurante la guerra, 32 ragazze del reggimento morirono nei combattimenti o a seguito di incidenti aerei. Tuttavia, rispetto ad altre unità aeronautiche, queste perdite furono abbastanza limitate.
Dopo le “Streghe della Notte”, nel giugno del 1942, cominciarono il loro servizio le donne del 586° reggimento. A bordo dei nuovissimi aerei caccia Yakovlev Yak-1, il reggimento fu trasferito da Engels nella città di Saratov, dove divenne parte della difesa contraerea.
Pilota del 46º Reggimento bombardamento leggero notturno delle guardie “Taman”
Evgenij Khaldej/МАММ/MDF/russiainphoto.ruSiccome i principali combattimenti erano in corso più a sud, a Stalingrado, la vita del reggimento era abbastanza tranquilla. Tuttavia, nell’autunno i tedeschi cominciarono a bombardare regolarmente la città, pertanto si dovette reagire. Il 24 settembre il reggimento femminile ottenne la sua prima vittoria, quando Valerija Chomjakova, tenente di aeronautica, abbatté un bombardiere tedesco Junkers Ju-88.
Non tutte le donne però erano disposte a restare nelle retrovie fino alla fine della guerra. Molte chiedevano di essere trasferite al fronte, nelle unità tattiche, per combattere a fianco degli uomini, e così finivano nell’inferno della guerra.
Klavdija Blinova, che successivamente fu trasferita nel 434° reggimento di caccia, ha così descritto uno dei combattimenti: “Il bombardiere manovrava, spostandosi da una nuvola all’altra, e io lo seguivo! Questa caccia era davvero folle, l’unico pensiero era: non deve scappare! Quando ho notato che ha virato a destra, entrando dentro una nuvola, io ho diretto il mio aereo in modo da incontrare il nazista sotto la nuvola. Un attimo dopo è ricomparso di fronte a me. Quasi a bruciapelo, gli sparo una lunga raffica. Con uno scossone, lo Junkers comincia a precipitare, e io lo seguo…”.
Bombardieri sovietici Petlyakov Pe-2 attaccano le posizioni tedesche
Leonid Korobov/SputnikNon tutte riuscirono a sopravvivere. Nell’estate del 1943, nei cieli del Donbass, fu abbattuto l’aereo di Lidija Litvjak, il “Giglio bianco di Stalingrado”, che si era coperta di gloria nei combattimenti per la martoriata città sul Volga, vincendo quattro duelli aerei e ottenendo tre vittorie nel quadro di un gruppo di pilotaggio. All’incirca nello stesso periodo morirono anche le sue amiche Ekaterina Budanova e Antonina Lebedeva.
Il 25 dicembre 1942 divenne operativo l’ultimo dei tre reggimenti femminili: il 587°. Questo evento, tuttavia, fu accompagnato da una grave tragedia: praticamente subito dopo, il 4 gennaio 1943, il comandante del reggimento, la celebre donna pilota Marina Raskova, perì in un incidente aereo. Il comando passò al tenente colonnello Valentin Markov.
Inizialmente si supponeva che le donne avrebbero pilotato degli aerei Sukhoi Su-2, ma alla fine questo modello fu sostituito con dei Petlyakov Pe-2. Quest’ultimo bombardiere era più difficile da pilotare, ma le donne ci riuscivano perfettamente.
Il francese Leon Cuffaut, colonnello del gruppo di caccia francese “Normandie-Niémen”, che combatté a fianco dei piloti sovietici, ricordava di come nell’inverno del 1944, in mezzo a una bufera di neve, un Petlyakov Pe-2 sovietico atterrò sul campo di volo dei francesi: “Noi, piloti francesi, guardavamo con ammirazione l’aereo che il pilota spericolato riuscì a far atterrare con perfezione con visibilità così scarsa. Ci siamo precipitati verso l’aereo e siamo rimasti a bocca aperta, quando abbiamo visto che era pilotato da ragazze!”.
Maria Ivanovna Dolina (1922-2010), eroina dell’Unione Sovietica, capitana delle guardie, vice comandante di squadriglia del 125 ° reggimento di bombardieri delle guardie dell’aviazione
A.Polyantseva/SputnikIl 587° reggimento partecipò a quasi tutte le battaglie più importanti: a Stalingrado, nel Caucaso, a Kursk. Le donne del reggimento supportarono le truppe di terra durante l’offensiva del 1944 in Bielorussia (operazione “Bagration”), svolsero importanti missioni nei cieli dei Paesi Baltici e della Prussia Orientale.
Già nel 1943, come riconoscimento dei meriti, il reggimento fu riorganizzato in 125° reggimento delle guardie intitolato a Marina Raskova. Subito dopo la fine della guerra, cinque donne del reggimento furono insignite del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.
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