La pubblicità in Russia apparve per la prima volta sotto forma “lubók” (al plurale: lubkí), una stampa popolare caratterizzata da una grafica e una narrazione semplici. Oltre alle storie religiose e ai racconti popolari, che tradizionalmente costituivano la gran parte di queste stampe, esse iniziarono a essere utilizzate anche per la pubblicità. Ad esempio, alcune stampe pubblicizzavano tabacco, calzature e altro.
Alcuni mercanti ingaggiavano poi dei “procacciatori d’affari” che cercavano di convincere i potenziali clienti attraverso un approccio diretto e spesso insistito. Queste persone venivano pagate in particolare per tessere le lodi di un determinato prodotto, aumentando così le vendite.
Questa forma primitiva di pubblicità aprì la strada a un approccio più elaborato al marketing nella Russia zarista. Già nel XIX secolo, i manifesti pubblicitari, gli striscioni e le insegne iniziarono a guadagnare popolarità in Russia. Da quel momento in poi, la pubblicità si sviluppò in modo significativo.
La réclame (in russo: “reklama”) si sviluppò così rapidamente che ben presto le strade di Mosca e San Pietroburgo furono disseminate di cartelli pubblicitari.
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Anche le riviste e i giornali ora pubblicavano annunci. Tramite annunci veniva venduto di tutto, dalle medicine ai cosmetici per le donne che desideravano nascondere le lentiggini o l’acne, alla brillantina per i capelli, agli elisir, agli sfregamenti, ai fissativi, agli oli profumati e ai vari infusi per la crescita di capelli e baffi pensati per gli uomini.
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Ben presto l’industria pubblicitaria nella Russia zarista si evolse ulteriormente. I commercianti iniziarono ad assumere artisti famosi per progettare e disegnare elaborati manifesti pubblicitari.
Questo manifesto pubblicitario della birra, ad esempio, è stato disegnato dal famoso artista russo Ivan Bilibin (1876-1942).
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A volte venivano ingaggiati anche artisti stranieri. Questo manifesto per “Abrikosov e figli”, un famoso produttore di dolciumi, venne disegnato da artisti tedeschi e austriaci.
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La pubblicità di dolci e cioccolatini era molto popolare in Russia nel XIX secolo.
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Anche la pubblicità della Singer, il produttore americano di macchine da cucire, era molto diffusa. Appariva su manifesti ai bordi delle strade, sulle facciate delle case, nelle vetrine dei negozi e su giornali e riviste.
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Un’altra azienda americana che fece molta pubblicità nella Russia zarista fu Kodak. Gli annunci delle sue macchine fotografiche compatte apparivano regolarmente sulla stampa.
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Alla fine del XIX secolo, molte comunicazioni pubblicitarie utilizzavano immagini visivamente attraenti per trasmettere una certa emozione e non semplicemente un messaggio su un prodotto.
Ad esempio, questo manifesto utilizza l’immagine di una bambina che offre amorevolmente al nonno un pacchetto di sigarette, presumibilmente le migliori disponibili all’epoca.
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Un’altra pubblicità di un prodotto a base di tabacco affermava che le sigarette di quella marca avevano il sapore della panna.
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Sì, nella Russia zarista c’erano parecchie pubblicità di sigarette e tabacco!
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Questi manifesti hanno immagini di donne per pubblicizzare prodotti come profumi, sapone e birra.
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Questo invece è un manifesto che pubblicizza cibo in scatola.
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E questa è una pubblicità di lampade a olio prodotte a Riga e vendute a San Pietroburgo.
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Anche le calosce venivano pubblicizzate con manifesti molto elaborati.
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Questi due manifesti pubblicizzano marche di tè e caffè.
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Erano molto diffusi anche gli annunci di bevande alcoliche come birre, cognac e vini.
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Dopo la Rivoluzione russa, tuttavia, i bolscevichi monopolizzarono il diritto di pubblicizzare i prodotti nella neonata Unione Sovietica.
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