VDNKh, un tuffo nel passato sovietico, tra sfarzi e rinascita

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Costruito alla fine degli anni ‘30 per celebrare il processo di collettivizzazione, ha accolto milioni di turisti fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Oggi è tornato allo splendore di un tempo, divenendo uno dei luoghi per il relax più gettonati della capitale russa

C’è un luogo, a Mosca, dove si respira ancora oggi l’imponenza del progetto di collettivizzazione dell’Unione Sovietica: VDNKh. Uno dei parchi più frequentati della capitale russa, nato come fiera-esposizione commerciale (“Esposizione delle conquiste dell'economia popolare”), è oggi gettonatissimo e in inverno si trasforma in una delle piste di pattinaggio su ghiaccio più grandi d’Europa. Costruito negli anni ‘30, ospita ancora oggi una delle statue più impressionanti del realismo socialista: “L'operaio e la kolchoziana” di Vera Mukhina. 

Vediamo com’era il parco VDNKh nel passato. 

Il parco di VDNKh fu realizzato per festeggiare il 20° anniversario del potere sovietico (1937) e celebrare i risultati ottenuti dai contadini nelle fattorie collettive. In Unione Sovietica era iniziato il processo di collettivizzazione e c’era bisogno di opere colossali per alimentare l’orgoglio del popolo. 

Nella seconda metà del 1935 furono avviati i lavori, nel quartiere Ostankinskij, nel nord-est della città.

Il luogo designato fu quello del Parco Ostankinskij dove, su 136 ettari di terreno, furono costruiti più di 250 edifici, progettati dagli artisti più famosi dell’epoca. 

Tra i vari edifici furono costruiti 20 palazzi in rappresentanza delle repubbliche e delle regioni sovietiche, 32 padiglioni industriali, una serra, piazze, fattorie e perfino no zuccherificio.

L'inaugurazione dell'Esposizione agricola di tutta l'Unione si tenne il 1° agosto 1939. Alla cerimonia intervenne anche Vjacheslav Molotov, all’epoca ​​Commissario del Popolo per gli affari esteri dell'URSS.

Simbolo indiscusso del parco è l’imponente statua “L'operaio e la kolchoziana” di Vera Mukhina, eretta per simbolizzare l’eterna unione tra operai e contadini dell’Urss. 

La mostra e i padiglioni divennero molto popolari tra i moscoviti e i turisti.

Uno dei padiglioni più emblematici è l’"Armenia" (precedentemente chiamato "Siberia" e "L'Agricoltura della Repubblica Socialista Federativa Sovietica della Russia"): fu costruito nel 1954 su progetto degli architetti Clics e Taushkanov e doveva simboleggiare la grandezza della Siberia.

Il parco rimase attivo fino allo scoppio del secondo conflitto mondiale. Nel luglio del 1941, la mostra e il parco furono chiusi: tutto il bestiame presente fu riportato nei kolchoz; la collezione della biblioteca, un laboratorio fotografico e un archivio furono evacuati altrove. A custodire quell'immenso territorio rimasero solo alcuni impiegati del personale, mentre il resto fu mandato al fronte. 

Il parco fu ristrutturato tre anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale e con le sue meravigliose fontane, gli storici edifici e le manifestazioni, accoglie ancora oggi milioni di persone. 

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