Cinque cittadini dei Paesi baltici che hanno servito fedelmente l'Unione Sovietica

Russia Beyond (Foto: Oscar Vihandi; Vasilij Egorov/TASS; Dominio pubblico)
Nel corso della storia molti lettoni, lituani ed estoni sono stati fedeli all’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Vi raccontiamo la loro storia

1 / Vilis Lācis 

Negli anni Trenta Vilis Lācis fu uno dei principali scrittori della Repubblica di Lettonia. I suoi romanzi "Gli uccelli senza ali" e "Il figlio del pescatore" (sulla dura vita quotidiana della gente nel suo Paese) hanno goduto di un'enorme popolarità. Sono stati messi in scena diversi spettacoli teatrali basati su quest'ultimo libro e, nel 1939, è stato realizzato un lungometraggio.

Nonostante le sue posizioni apertamente comuniste, Lācis non fu perseguitato dalle autorità: lo stesso presidente lettone Kārlis Ulmanis ammirava i suoi lavori. Dopo l'ingresso della Lettonia nell'Unione Sovietica, nell'estate del 1940, Lācis si dedicò alla politica, diventando uno dei leader della neonata Repubblica Socialista Sovietica Lettone. Nel 1949, ricoprendo la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica, firmò un decreto per inviare in Siberia oltre 40 mila "elementi politicamente inaffidabili". 

Morto nel 1959, fu insignito di sette ordini di Lenin, due premi Stalin e molte altre decorazioni dell'URSS. Strade, istituti e biblioteche in Lettonia portavano il suo nome, ma sono stati rinominati subito dopo il crollo dell'Unione Sovietica. Ciononostante, la via Vilis Lācis a Saulkrasti, in Lettonia, è riuscita in qualche modo a sopravvivere fino al 2021, e a Mosca ancora oggi esiste una strada che porta il suo nome. 

2 / Arnold Meri

Arnold Meri, nato a Tallinn, non dimostrò alcuna disapprovazione quando l'Estonia entrò nell'Unione Sovietica, nel 1940. Quando la Wehrmacht invase l'URSS, egli ricopriva già una carica importante nel 415° Battaglione Indipendente del 22° Corpo di Fanteria, che era stato creato dall'esercito estone pre-sovietico.

Meri si distinse nella sua prima battaglia nell'Oblast' di Pskov nel luglio 1941. In quel momento il nemico sfondò solo a un chilometro dal quartier generale del corpo d'armata, e sulla via del ritorno i tedeschi trovarono solo gruppi sparsi di soldati sovietici in preda al panico.

"Non c'era una sola trincea, non c'era una sola unità pronta a tenere la difesa. In mezz'ora il quartier generale del corpo sarebbe finito all'inferno!", ha ricordato Arnold Konstantinovich: "Ho iniziato a organizzare la difesa. Non erano i miei soldati. Non avevo quel grado per comandarli. Ma io stavo organizzando la difesa. Ho detto: ‘Se non ci difendiamo, saremo abbattuti! Ci colpiranno con le baionette! Quindi l'unico modo per salvarci è creare una difesa!’. Non ha funzionato con nessuno, ma avevo una rivoltella: li ho colpiti al naso con la rivoltella...". 

Meri è stato il primo estone a essere insignito del titolo di Eroe dell'Unione Sovietica per la battaglia che ha permesso di salvare il suo quartier generale e l'intero corpo d'armata. Nel 1951 fu privato del suo grado per aver chiesto la revisione dei casi di diversi perseguitati politici, ma la ricompensa fu ripristinata dopo la morte di Stalin. 

Molti anni dopo, nella vita di Meri si verificò un episodio altrettanto spiacevole. Nel 2007 l'ufficio del procuratore dell'Estonia ha avviato un procedimento penale contro il veterano, ormai 88enne, per aver organizzato e partecipato alla deportazione degli isolani di Hiiumaa (la seconda isola più grande dell’Estonia), nel marzo 1949. Due anni dopo il caso è stato archiviato a causa della sua morte.

3 / Vaclovas Bernotėnas

Nato a Tallinn nell'anno del crollo dell'Impero russo, Vaclovas Bernotėnas è stato il primo lituano a essere insignito del titolo di Eroe dell'Unione Sovietica. 

Nei primi anni della guerra contro la Germania nazista, Bernotenas fu evacuato a Penza, 629 chilometri a sud-est di Mosca. Lì seguì un corso accelerato di artiglieria, al termine del quale fu arruolato nella 16° Divisione lituana fucilieri della bandiera rossa di Klaipeda.

Il 25 giugno 1943, non molto prima dell'inizio della battaglia di Kursk, il comandante del plotone di ricognizione Vaclovas ricevette l'ordine di prelevare alcune "lingue" dalle alture occupate dai tedeschi nei pressi del villaggio di Nikitovka, nella regione di Oryol. Poiché era impossibile farlo di notte in segreto, Bernotėnas attaccò coraggiosamente il nemico in pieno giorno, travolgendolo completamente.

Gli uomini della ricognizione riuscirono non solo a catturare dei prigionieri, ma anche a recuperare importanti documenti e una mappa. Per diverse ore il comandante e i suoi quattro uomini coprirono la ritirata della forza principale. Alla fine, fu l'unico a sopravvivere. Ferito a entrambe le gambe e ormai quasi privo di conoscenza, il coraggioso lituano strisciò verso le truppe sovietiche. Tutto ciò che aveva da mangiare e da bere era acetosa selvatica e acqua di palude. Bernotėnas impiegò sette giorni per raggiungere la sua gente, nonostante fosse a solo un chilometro di distanza. 

Dopo la guerra ottenne un lavoro presso la biblioteca repubblicana della RSS lituana a Vilnius: quell'intrepido esploratore si era trasformato in un modesto e tranquillo responsabile del reparto libri rari e antichi.

4 / Arturs Sproģis

Arturs Sproģis ha iniziato la sua carriera militare come membro dei Fucilieri lettoni, uno dei soldati più affidabili ed efficaci dell'Armata Rossa durante la guerra civile russa. Prima del suo diciassettesimo compleanno aveva prestato servizio nella guardia di Lenin, aveva combattuto in Ucraina e Bielorussia e aveva preso parte alla fallimentare marcia su Varsavia durante il conflitto sovietico-polacco.

Dopo aver prestato servizio nelle forze di frontiera al confine occidentale dell'Unione Sovietica, Sproģis si è dedicato alle attività di ricognizione e sabotaggio. Durante la guerra civile spagnola, con il nome di Maggiore Arturo, diresse la sezione di ricognizione dell'11° Brigata Internazionale, addestrò forze speciali e intraprese personalmente incursioni dietro le linee dei franchisti. Il famoso scrittore americano Ernest Hemingway partecipò a uno di quei raid, sotto la guida di Sproģis.    

Durante la Seconda Guerra Mondiale preparò e inviò decine di gruppi di ricognizione e sabotaggio, comprese unità speciali di comunisti spagnoli e tedeschi dietro le linee del fronte. Venti allievi di Sproģis sono diventati Eroi dell'Unione Sovietica, anche postumi.

Dal 1943 Arturs Sproģis guidò il movimento partigiano nella RSS lettone. Non si è mai seduto in comodi uffici e nell'ottobre dello stesso anno, durante una delle operazioni, è stato gravemente ferito. 

Sproģis, insignito di 25 decorazioni statali, ha trascorso i suoi ultimi anni a Mosca, lavorando come docente. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1980, fu sepolto nella sua città natale: Riga. 

5 / Gustav Ernesaks

Eroe del Lavoro Socialista, Onorevole Lavoratore dell'Arte dell'Unione Sovietica Estone, Artista del Popolo dell'Unione Sovietica Estone, Artista del Popolo dell'URSS, vincitore dei Premi Stalin e Lenin, detentore di numerose onorificenze e cittadino onorario di Tallinn: ecco chi era il famoso compositore, direttore d'orchestra e insegnante Gustav Ernesaks.

Conosciuto come il "cavaliere del canto corale", è stato il padre fondatore (e a lungo direttore) del Coro maschile accademico statale della Repubblica Estone, il primo coro professionale del Paese.  

Durante la sua vita scrisse cinque opere, tre delle quali riguardano la lotta dei contadini estoni contro l'oppressione dei proprietari terrieri e gli eventi della Rivoluzione russa del 1905. Inoltre, Ernesaks è stato uno dei promotori del ripristino del Festival della Canzone nel 1947, dopo una pausa di nove anni, con la partecipazione di centinaia di ensemble provenienti da tutto il Paese. 

Gustav Ernesaks ha composto la melodia dell'inno nazionale estone, ormai ampiamente dimenticato. Oggi è molto popolare la sua musica per la canzone patriottica "La mia patria è il mio amore", basata sui versi della poetessa del XIX secolo Lydia Koidula: oggi questa canzone è considerata il secondo inno non ufficiale dell'Estonia.

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