Rublo di rame, 1725
Putnik (CC BY 4.0)Coniare denaro non è economico e Pietro il Grande se ne rese ben conto. Al suo tempo ci fu l’avvento delle monete rotonde che venivano prodotte da macchine. L’unico problema era che non avevano abbastanza argento in Russia. Però sugli Urali c’era molto rame. Il suo piano fu portato avanti dalla moglie Caterina I. Nel 1726-1727 le miniere di Ekaterinburg produssero lingotti-moneta. Non si distinguevano certo per la loro bellezza: erano un quadrato con lo stemma della Russia ai quattro angoli e con al centro il valore, il luogo e la data di conio. Le monete furono emesse in forma quadrata, dal più piccolo copeco al più grande taglio di rublo. Più valevano, più erano pesanti, in proporzione. Quindi, se una copeca pesava poco più di 16 grammi, un rublo di rame pesava più di 1,6 chilogrammi!
Il rublo sestroretskij fatto di rame (1771)
Collezione numismatica nazionale/Museo nazionale di storia americanaCon il rublo sestroretskij si sarebbero potuti piantare i chiodi: l’enorme moneta pesava 930 grammi. Mentre una monetina da 5 copeche pesava 50 g. Aveva l’aspetto di un piccolo disco in rame e doveva servire per scambiare la prima cartamoneta della Russia, detto “rublo di assegnazione”. O almeno questa era l’idea quando, nel 1771, le fabbriche di armi di Sestroretsk (non distante da San Pietroburgo) iniziarono a coniare lotti di prova. Ma il processo fu tutt’altro che positivo e venne interrotto sul nascere.
Moneta di platino da 3 rubli (1828)
Club numismatico internazionalePochi anni dopo aver iniziato a estrarre il platino in Siberia, si decise di usarlo per coniare del denaro. Le monete da 3, 6 e 12 rubli divennero la prima moneta al mondo realizzata in questo metallo. In questo periodo, dal 1828 al 1845, la metà dei 32 mila kg di platino prodotti fu coniata come moneta. Sembrava che questa “moneta di lusso” avrebbe preso definitivamente posto accanto a quelle d’argento e d’oro. Ma il processo si interruppe bruscamente. Secondo una teoria, a causa del timore che il metallo prezioso stesse per svalutarsi. Tutte le scorte di platino furono vendute all’Inghilterra e non furono più coniate monete di questo tipo.
Una moneta d'oro da 37,5 rubli (1902)
Elif68 (CC BY-SA 4.0)Sotto l’ultimo imperatore russo, Nicola II, fu attuata una riforma monetaria e il valore del rublo fu agganciato all’oro. Oltre alle monete di taglio usuale, apparvero in circolazione anche monete non standard, come i 7,5 rubli. Ma la zecca dovette anche coniare tagli molto più grandi. Per esempio, i 37,5 rubli d’oro. La moneta del 1902, con il profilo di Nicola II e lo stemma della Russia, riportava due valori: rublo e franco francese. Il tutto perché era destinato ai pagamenti all’estero. È possibile che la moneta in oro 900 fosse utilizzata per i doni regolati dal protocollo di Corte, anche perché a possedere questa insolita moneta erano principalmente i vari membri della famiglia Romanov.
5 "rusy" (1895)
Elif68 (CC BY-SA 4.0)Il ministro delle Finanze Sergej Witte (ricoprì questa carica dal 1892 al 1903) decise di reinventare il rublo d’oro e di aumentarne il valore sul mercato internazionale. Tra i vari nomi, scelse “rus”, sul modello del “franco” della Francia. Nell’aspetto, la nuova moneta non differiva molto da quella vecchia, se non per l’indicazione della nuova valuta. Ad esempio, l’imperiale d’oro, pari a 15 rubli, divenne da 15 rusy (plurale di rus). E i 2/3 della moneta d’oro imperiale, ossia i 10 rubli, divenne da 10 rusy. Nicola II, dopo aver studiato la diffusione della prima tiratura sperimentale, rimase scettico sull’idea di Witte. Il rublo continuò a circolare, e la nuova moneta rimase un progetto non realizzato.
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5 copeche (1772)
Rdsjsn (CC BY-SA 4.0)Nel processo di sviluppo di nuovi territori sorse un problema serio: il denaro coniato a San Pietroburgo si rivelò piuttosto costoso da consegnare alle aree più remote del Paese. Si decise quindi di battere le monete a livello locale. Dal 1766, in una fabbrica di Suzun (190 chilometri a sud di Novosibirsk) si iniziò a produrre denaro per la Siberia, a partire dalle ricche riserve di rame locale. Queste monete circolavano solo da Tara (città oggi nella Regione di Omsk, in Siberia) alla Kamchatka. Quasi tutte, tranne una moneta del taglio più piccolo, detta polúshka (un quarto di copeca), avevano lo stemma del Regno di Siberia sul rovescio.
Moneta da 1 rublo di Paolo I (1789)
Museo di Kizhi PogostPaolo I risolse i problemi del consistente debito estero e dell’inflazione crescente semplicemente distruggendo le riserve di banconote e aumentando il volume della moneta metallica. Si ricorse a qualsiasi mezzo per ottenere le materie prime, persino i servizi d’argento del palazzo furono mandati a fondere. Inoltre iniziò a coniare monete senza il ritratto dello zar, sostituì il monogramma di quattro lettere “П” (la P cirillica) con una I latina al centro. E sul rovescio mise parole tratte dai Salmi: “Не нам, не нам, а имени Твоему”; “Non a noi, non a noi, [o Signore] ma al Tuo nome [dà gloria]”. Tra l’altro, non coniò solo i consueti poltíny (cinquanta copeche) e rubli, ma anche monete di prova; gli efimki. Queste monete d’argento avevano il valore di un rublo e mezzo.
Il rublo di Costantino (1825)
Dominio pubblicoIl monarca Costantino I in Russia non è mai esistito, eppure ci sono monete con la sua immagine. Com’è possibile? Tutto è molto semplice. Dopo la morte di Alessandro I, che non aveva figli, il figlio di Paolo I doveva salire al trono. Tuttavia, lui non voleva assolutamente diventare imperatore e si era dunque pianificato per tempo di passare il trono a suo fratello, il granduca Nikolaj Pavlovich. Qualche anno prima della sua morte, Alessandro I redasse un documento segreto in cui affermava il diritto di Nikolaj al trono. Tuttavia, non tutti erano a conoscenza di questo documento, nemmeno ai piani alti. Pertanto, la Zecca di San Pietroburgo iniziò a coniare la nuova moneta senza attendere l’ufficialità. Di conseguenza, quando divenne imperatore Nicola I, quasi l’intera tiratura con il volto di Costantino fu distrutta, ad eccezione di pochi esemplari.
Medaglione d'oro con l'immagine della Principessa Sofja Alekseevna (1682-1689)
Musei del Cremlino di MoscaIl detto che l’oro è il metallo dei re è vero al cento per cento. Appena incoronati, i monarchi venivano ricoperti di monete di valore, utilizzate come decorazioni e regalie. Le monete d’oro venivano utilizzate per ricompensare le imprese militari e solo nel XVIII secolo furono sostituite da medaglie e ordini onorifici. Ad esempio, ricevette dell’oro come onorificenza Fjodor Golovin, che nel 1689 firmò il Trattato di Nerchinsk, che determinava il confine tra Russia e Cina.
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