Da quando gli uomini russi portano gli orecchini?

Russia Beyond (Konstantin Makovsky / Sumy Art Museum after Nikanor Onatsky, Ukraine, Sumy; State Historical, Architectural and Art Museum-Reserve "Alexandrovskaya Sloboda")
Per gli antichi principi russi, l'orecchino era una cosa comune. Ecco come si è evoluta questa moda

“Svjatoslav apparve attraversando il fiume su una barca scita. Si sedette e remò con gli altri, senza essere diverso da loro. La sua testa era nuda, ma una parte di capelli pendeva da un lato: un segno di nobiltà. Aveva un'aria arcigna e selvaggia. In un orecchio aveva un orecchino d'oro, decorato con un carbuncolo incorniciato da due perle”. Così lo storico di Bisanzio Leone il Diacono descrive Svjatoslav Igorevich, granduca di Kiev, durante il suo incontro con l'imperatore di Bisanzio Giovanni I Zimisce (X secolo).

Una moda antica 

Il principe Svjatoslav di Kiev, ricostruzione ottocentesca di Fedor Solntsev sulla base della descrizione di Leone il Diacono

I guerrieri russi portavano i buchi alle orecchie fin dall’antichità: nella cultura di varie nazioni era un atto magico e protettivo. L'orecchino di un guerriero non serviva solo come talismano contro le forze del male, ma indicava anche lo status della persona che lo indossava. Più costoso ed elaborato era l’ornamento, più perle o pietre preziose erano presenti sull'orecchino, più nobile e altolocato era il suo proprietario. Leone il Diacono, descrivendo l'aspetto di Svjatoslav, dice che “il suo abbigliamento era bianco e si distingueva da quello degli altri solo per la purezza”, perciò l’orecchino d'oro era l'accessorio più prezioso del sovrano della Rus' di Kiev.

L’usanza di portare gli orecchini sulle orecchie era comune tra gli uomini Alani e tra i Bulgari del Volga, come testimoniano i ritrovamenti archeologici. È noto che le tribù scite avevano orecchini con un cappuccio a forma di fungo, indossati sia dagli uomini che dalle donne, apparentemente come segno distintivo della tribù. Gli orecchini venivano indossati negli ulus dell'Orda d'Oro e da lì si diffusero anche in Russia. All'inizio si usavano soprattutto orecchini a un anello, con una sola maglia. Successivamente, a partire dal XIV secolo, si diffusero gli orecchini con perno o pendente (a forma di punto interrogativo), su cui erano infilate una o più perline. Nel 1358 il principe Ivan Ivanovich lasciò in eredità ai suoi due figli un orecchino d'oro con perle. 

Nel XVI secolo sono comparsi gli orecchini "dvuchchatka" e "trichatka", rispettivamente con due e tre maglie. Il principe Dmitrij Ivanovich di Uglich, nella descrizione del suo tesoro, parla di orecchini "grandi" e "tripli", di fabbricazione novgorodese e orientale. Gli orecchini erano realizzati in oro, argento, lega di rame, erano bagnati d’oro e decorati con perle.

Naturalmente, in Russia gli orecchini non erano indossati solo dalla nobiltà. Semplici orecchini di rame a forma di mezzaluna non chiusa venivano indossati anche dalla gente comune e dai contadini.

Orecchini da donna, Russia, XVII secolo

E le donne russe? Come scrive l'archeologa Natalia Zhilina, "una cosa primordiale nell'abbigliamento slavo-russo era indossare grandi anelli fissati con una corona metallica; nell'VIII secolo si diffusero piccoli orecchini”. Tuttavia, le nobildonne russe del XIV-XV secolo non indossavano orecchini costosi, il loro ornamento cerimoniale era la ryasna, una corona di metallo posta sul capo. 

Rjasna, pendente metallico per copricapo femminile, Russia, XII secolo

Nel XVI secolo il principe Ivan Borisovich Ruzskij ereditò dalla madre alcuni orecchini e li donò alla sorella che aveva perso la sua dote; in altre parole, a quei tempi gli orecchini non avevano una rigida identità di genere. Gli orecchini preziosi da donna tornarono in auge nel XVI-XVII secolo, già sotto l'influenza della cultura europea: nelle descrizioni dei beni della zarina Anastasia, prima moglie di Ivan il Terribile, troviamo "orecchini con motivi di rose".

Un egno distintivo 

Con l'espansione dei confini dello Stato russo aumentarono i cosacchi, persone libere che erano sia agricoltori, sia commercianti, sia soldati dell'esercito cosacco a guardia dei confini del Paese. Tra loro gli orecchini divennero un segno di distinzione nei ranghi.

L'orecchino all'orecchio sinistro era indossato dai cosacchi che erano figli unici (ciò valeva anche per le donne). L'orecchino in entrambe le orecchie indicava invece che la persona che li indossava era l'unico figlio maschio. L'orecchino all'orecchio destro era il segno dell'ultimo uomo della famiglia, pertanto si cercava di non mandare questi uomini in missioni pericolose.

Per un breve periodo, nel XVII-XVIII secolo, gli orecchini da uomo nell'alta nobiltà russa passarono di moda: a quel tempo li indossavano perlopiù i cosacchi, oltre ai marinai, ai soldati e agli artigiani europei, che stavano diventando sempre più numerosi nello zarstvo di Mosca. Per gli artigiani originari dalle terre tedesche, un orecchino d'oro è spesso una scorta "per i giorni di pioggia", che può essere impegnato o venduto.

Ritratto di uomo, 1610-1620 circa, Frans Pourbus

All'inizio del XIX secolo gli orecchini d'oro divennero di moda soprattutto negli ambienti militari. Lo scrittore Mikhail Pilyaev ha ricordato che questa moda proveniva "dal Caucaso, dai georgiani e dagli armeni": lì era in corso la Guerra del Caucaso, alle cui battaglie presero parte anche molti ufficiali russi. 

"La moda degli orecchini fiorì soprattutto tra i militari dei reggimenti di cavalleria - ha scritto Pyliaev -. Si chiamava “moda femminile” perché i militari indossavano i gioielli delle loro amate signore come talismano e dono d’amore”.

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L'orecchino in URSS

Un motociclista russo, 1996

All'inizio del XX secolo, l’orecchino all’orecchio di un uomo veniva associato prevalentemente ai cosacchi e agli zingari. “Portava un orecchino d'argento a forma di mezzaluna all'orecchio sinistro, e la sua barba e i suoi capelli color corvino rimasero tali fino a quando divenne ormai molto vecchio, talmente vecchio che poteva impazzire di rabbia…”, scrisse Mikhail Sholokhov, membro dell'Unione Cosacca delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, parlando di Pantelei Prokofyevich, un cosacco del Don, nel suo romanzo “Il placido Don”.

Nello Stato sovietico, soprattutto con l'inasprimento delle condizioni di vita negli anni Trenta, qualsiasi dettaglio in un uomo che potesse essere associato a una donna veniva severamente rifiutato. I funzionari e gli operai sovietici non potevano quindi permettersi anelli e fedi al dito: sarebbe stato considerato un vizio "borghese", "decadente". Nei primi decenni dell'URSS passarono di moda addirittura le fedi nuziali.

L'operaio dedito al lavoro, fisicamente robusto ed enfaticamente maschile, e la donna lavoratrice che si è liberata dalle catene della schiavitù domestica erano  gli stereotipi che rincorreva la società sovietica. Nel film “Il braccio di diamante”, le dita del capo mafia sono ornate di anelli e fedi: dettagli attribuiti ai furfanti.

Il cantante sovietico Viktor Tsoj e la sua band

Naturalmente, anelli e fedi erano indossati da dandy e "stilyagi". Ma l'orecchino all'orecchio di un uomo era considerato un eccesso nell'URSS: persino gli hippy non osavano indossarlo. Un semplice orecchino, nel contesto della diffusa omofobia che lo Stato stesso inculcava, rendeva il suo portatore vittima dei primi teppisti di strada. Solo negli anni '80 l'orecchino è tornato sulle orecchie dei punk e dei musicisti rock, ma solo a sinistra. Fino a poco tempo fa, l'orecchino all'orecchio destro di un uomo era un indizio di un orientamento sessuale alternativo; ma dagli anni 2010, con la globalizzazione della moda mondiale, questa distinzione è praticamente scomparsa. Oggi in Russia, come in altre parti del mondo, gli uomini indossano spesso non solo orecchini ma anche divaricatori ai lobi. Una simile moda avrebbe sicuramente fatto gola agli antichi cosacchi. 

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