Non solo falce e martello: ecco i cinque principali simboli dell’URSS

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Emblemi, motti e canzoni famosi in tutto il mondo che ancora oggi rappresentano lo Stato sovietico e l'ideologia socialista

1 / La bandiera rossa

Bolscevico, Boris Kustodiev, 1920 / Galleria Tretjakov

Secondo i bolscevichi, il colore rosso dello striscione comunista simboleggiava il sangue del popolo che lottava per la libertà. Questa spiegazione risale alla Francia rivoluzionaria della fine del XVIII secolo, quando lo striscione rosso apparve per la prima volta come simbolo di rivolta contro la monarchia.

Lo stendardo rosso fu usato da socialisti e anarchici di diverso tipo, ma dopo il 1917, passò a essere il simbolo della Russia sovietica e successivamente divenne la bandiera ufficiale dell'URSS.

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2 / La stella a cinque punte

L'Ordine della Stella Rossa e l'Ordine della Guerra Patriottica

La stella a cinque punte come segno di protezione e sicurezza è nota da oltre 3.000 anni. È stata usata da popoli di diverse culture: dall'antica Grecia alla Persia, dal Giappone all'America nativa.

Il simbolo era usato anche nell'Impero russo e veniva sfoggiato sulle spalline di certi ranghi militari. Nel 1917, per volere di Aleksander Guchkov, ministro della Difesa e della Marina del governo provvisorio, sui berretti dei soldati russi fu aggiunta una stella a cinque punte. 

Quando i bolscevichi presero il Palazzo d'Inverno a San Pietroburgo, il 25 ottobre 1917, furono aiutati da diverse migliaia di marinai che indossavano uniformi adornate con stelle a cinque punte. Secondo Viktor Kibalchich, rivoluzionario e scrittore sovietico, la stella a cinque punte divenne uno dei principali simboli della Russia sovietica.

Nell'ideologia sovietica, la stella rossa rappresentava la Rivoluzione: i suoi cinque raggi simboleggiano l'unione dei cinque continenti nella lotta per la libertà. La stella rossa a cinque punte era anche un segno di Marte, l'antico dio romano della guerra: per questo la stella simboleggiava la protezione del lavoro pacifico di operai e contadini. Nel 1918, divenne il simbolo principale dell'Armata Rossa.

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3 / La falce e il martello

Il monumento

L'emblema principale dell'Unione Sovietica, la falce e il martello, era un simbolo creato dai primi bolscevichi. Rappresentava l'unione della classe operaia e dei contadini e si crede che sia stato introdotto dall'artista Eugene Kamzolkin (1885-1957) nel 1918.

Con il tempo, la falce e il martello sono diventati l'emblema ufficiale dell'URSS e della bandiera sovietica.

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4 / “Lavoratori di tutto il mondo, unitevi!”

Il motto fu originariamente creato in tedesco - “Proletarier aller Länder, vereinigt Euch!” - e viene tradotto come “Proletari di tutte le terre, unitevi!”. La frase fu coniata da Karl Marx e Friedrich Engels nel loro “Manifesto del Partito Comunista”, pubblicato per la prima volta a Londra nel 1848.

Il significato iniziale della parola “proletariato” derivava dall'antico romano “proletario”: colui che produce prole. Il termine era usato per indicare i cittadini poveri di Roma (in contrasto con l'aristocrazia) che non avevano altri beni che la loro prole (proles in latino). Quindi, per lo Stato romano, queste persone erano buone solo per una cosa: per dare alla luce i futuri cittadini di Roma. In termini contemporanei, erano poveri. Ecco perché la parola “proletariato” è stata usata da Marx ed Engels per indicare la classe più povera e oppressa: i lavoratori.

Lo stemma della falce e del martello

Nel XIX secolo, il motto è stato reso popolare dai socialisti di tutti i tipi. La scritta “Proletari di tutti i paesi, unitevi!” era presente sullo stemma dell'URSS nelle lingue di tutte le repubbliche dell'Unione, e sugli stemmi delle repubbliche, nelle lingue di queste repubbliche e in russo. Il motto era stampato sulle banconote, sul frontespizio di ogni documento politico del Partito Comunista e in molti altri posti.

5 / L'Internazionale

L'Internazionale

Il testo de “L’Internazionale” è stato scritto dal poeta e rivoluzionario francese Eugène Edine Pottier (1816-1887) durante i giorni della Comune di Parigi, il governo rivoluzionario francese che durò 72 giorni. Il testo fu inizialmente cantato sulla melodia de “La Marsigliese”, ma dal 1888 fu usata la musica originale, composta da Pierre De Geyter, un operaio e un compositore.

L'Internazionale fu tradotta in diverse lingue e divenne un biglietto da visita universale per socialisti e comunisti. Vladimir Lenin disse: “Non importa in quale paese un lavoratore cosciente si trovi, non importa dove il destino lo getti, non importa quanto si senta straniero, senza lingua, senza conoscenti, lontano dalla sua patria, egli può trovare compagni e amici grazie alla familiare melodia dell'Internazionale”. Nel 1918-1944, l'Internazionale era l'inno di stato dell'URSS, fino all'adozione del nuovo inno di Stato. 

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