Marina Shaljapina, la più bella donna dell’emigrazione russa (FOTO)

Kira Lisitskaya (Foto: La Russie Illustrée; Dominio pubblico)
Figlia del grande cantante lirico Fjodor Shaljapin, ottenne il titolo di Miss Russia in una sorta di informale concorso di bellezza tenutosi a Parigi tra le esuli dall’Urss. Ha poi vissuto quasi tutta la sua vita, lunga e straordinaria, in Italia

“A quei tempi, essere definita ‘la più bella’ davanti a tutti era praticamente una vergogna! E quello non fu certo un concorso di bellezza come quelli che si fanno oggi”, ricordò in seguito Marina Shaljapina (1912-2009).

Nel 1931, la figlia del cantante lirico russo Fjodor Shaljapin (1873-1938) ricevette il titolo di “Miss Russia” tra le ragazze russe emigrate a Parigi. Impressionò le persone con il suo magnetismo e la sua bellezza, ma è stata poi ricordata, prima di tutto, come una persona dalla vita straordinaria.

Marina Shaljapina era la figlia di Fjodor Shaljapin e di Marija Petzold, la sua amante, che in seguito divenne ufficialmente sua moglie. Dovettero emigrare dalla Russia subito dopo la Rivoluzione, che cambiò notevolmente la vita della famiglia: le proprietà e i risparmi di Shaljapin furono confiscati e solo l’intervento dello scrittore Maksim Gorkij permise per qualche tempo a Shaljapin di migliorare la sua vita, diventare il direttore artistico del Teatro Mariinskij (ex Teatro Imperiale) e persino ottenere il titolo di primo Artista del popolo dell’Unione Sovietica. Tuttavia, la famiglia continuava ad avere problemi economici e a Marina venne diagnosticata una grave forma di tubercolosi.

Fedor Shalyapin e Marija Petzold

Nel 1921, con l’aiuto di alcuni amici, la ragazza fu portata in Finlandia per ricevere le cure e lo stesso Shaljapin ricevette il permesso di recarsi all’estero. A Parigi aveva acquistato per tempo una proprietà, e presto vi si trasferirono anche la Petzold, i loro figli e quasi tutti i figli avuti del suo primo matrimonio. Pure Marina si trasferì a Parigi, e si rimise completamente in salute.

Boris Kustodiev. Marta e Marina Shalyapin, 1920

A quel tempo, molti aristocratici russi si erano già stabiliti all’estero come emigrati, tra cui la prima ballerina Matilda Kshesinskaja, celebre per lo scandalo della passata relazione con l’ultimo zar, Nicola II. Marina, che aveva nove anni, fu mandata nel suo studio di danza.

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Shalyapin con la sua figlia Marina

“Sognavo di diventare una ballerina e di ballare sul palco del Teatro Bolshoj. A Parigi ho studiato allo studio della Kshesinskaja, che era il miglior studio di danza in Europa. […] Mio padre trattava la Kshesinskaja con grande rispetto. Lui, come nessun altro, capiva che il percorso di un grande artista non è sempre cosparso di petali di rosa”, ha raccontato Marina in un’intervista al “Kommersant”.

Sorin Savelij Abramovich. Ritratto di Marina Fedorovna Shalyapina

Nel 1927, al grande artista Shaljapin fu proibito di tornare in patria. Il motivo era l’aiuto fornito ai figli degli emigranti. Gli venne anche revocato il titolo di Artista del popolo, e di nuovo tutto quello che gli era rimasto fu confiscato e i suoi conti furono bloccati. Il governo sovietico non poteva sopportare neppure il fatto che Shaljapin vivesse con la sua amante Petzold mentre aveva una moglie ufficiale in Russia. L’intera famiglia capì che il suo posto ora era in Europa.

Marina Shaljapina non aveva ambizioni di essere considerata la più bella né di partecipare a concorsi di bellezza, ma accettò, come un’avventura, sotto la pressione di alcuni eminenti emigranti russi. “Avevo appena ballato a una serata con Matilda Kshesinskaja. Nella sala sedevano Bunin [il premio Nobel per la letteratura Ivan Bunin; ndr], Korovin [il pittore impressionista Konstantin Korovin; ndr] e, credo, Kuprin [lo scrittore Aleksandr Kuprin; ndr]. Hanno avuto l’idea di eleggere Miss Russia tra le ragazze emigrate. Mi hanno guardato e guardato e all’improvviso hanno deciso all’unanimità: ecco la nostra Miss Russia!”.

Dopo qualche insistenza, Marina accettò il titolo. Allora non c’erano certo sfilate di moda in costume da bagno a concorsi di bellezza. Era, prima di tutto, una competizione di buone maniere, talenti e nobiltà. Tutto doveva “procedere in un clima di impeccabile moralità, e le qualità morali delle candidate svolgevano un ruolo di primo piano”.

Fedor Shalyapin con la sua figlia Marina negli Stati Uniti

Dopo la vittoria, apparvero per lei un mare di ammiratori. Dopotutto, era stata riconosciuta come la ragazza più bella dell’emigrazione russa. Tra i corteggiatori c’era anche il principe siamese Chula Chakrabon, che lei ha considerato il suo fidanzato segreto per 10 anni.

Famiglia di Shalyapin. Tyrol. Kitzbuehel. 1934

Marina non divenne una ballerina, a causa di un infortunio alla gamba. Invece, si interessò alle corse automobilistiche. E nel 1938, tornando da Roma a Parigi, dove stava andando da suo padre, seppe dal doganiere dell’aeroporto che Fjodor Shaljapin era morto di leucemia.

Dopo la morte di suo padre, si trasferì a New York per studiare all’Accademia di interni e design, per poi trasferirsi a Vienna e diventare regista di teatro e balletto. Ma non per molto. A Vienna, degli amici la invitarono ad andare in Italia per lavorare a un film sul balletto. Marina accettò e lì conobbe il futuro marito, Luigi Freddi, più anziano di lei di 17 anni.

Luigi Freddi era a capo della Direzione Generale della Cinematografia (l’ente che controllava il cinema fascista). Nel 1935 fondò a Roma il Centro sperimentale di cinematografia e nel 1937 fondò e diresse il più grande studio cinematografico d’Europa, Cinecittà. Marina, che dopo le nozze assunse il doppio cognome di Shaljapin-Freddi, recitò piccole parti in alcuni film italiani, come “Altri tempi - Zibaldone n. 1” (1952) e “Solo per te Lucia” (1952).

Ma nel Dopoguerra, l’ex pezzo grosso del regime fascista, pur avendo ancora agganci con il mondo dei produttori, conduceva una vita meno dorata, e anche Marina dovette farsi carico del sostegno della famiglia. Parlava fluentemente cinque lingue, era brillantemente istruita e ben preparata nella storia dell’arte. Iniziò così a lavorare su un transatlantico di lusso in rotta da Genova a New York, intrattenendo i passeggeri di prima classe. Per questa posizione, ottenne il titolo di ufficiale della Marina italiana.

Marina Shalyapina con la tomba del padre

Insieme a Luigi ha vissuto, secondo quanto ha raccontato, quarant’anni molto felici. Lui morì nel 1977 e Marina gli sopravvisse di 32 anni, morendo nel 2009 all’età di 97 anni. Riposa nel Сimitero Laurentino di Roma nella cripta della famiglia Freddi. È sopravvissuta a tutti i suoi fratelli e sorelle e fino alla vecchiaia non ha rinunciato all’alcol, alle sigarette, alla guida di auto costose e a una vita anticonformista.


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