I calciatori sovietici che hanno partecipato alla prima partita tra le squadre di lavoratori di Francia e Unione Sovietica a Parigi nel 1926
Dominio pubblicoI simboli di Stato e gli inni dei Paesi socialisti non erano ben accolti nelle competizioni sportive internazionali in Europa: la bandiera rossa dell’Urss, ad esempio, era vietata, così come far risuonare l’Internazionale (inno sovietico dal 1918 al 1944). I calciatori della nazionale sovietica uscirono abilmente dal vicolo cieco durante il tour internazionale del 1932 nei Paesi baltici, in Scandinavia e in Germania. Il capitano della squadra, Artemjev, riuscì a oltrepassare la dogana con la bandiera, avvolgendosela attorno al corpo. La squadra entrò quindi allo stadio, portando il grande vessillo.
Vadim Sinjavskij
Dominio pubblicoLa diffusione della radio è andata di pari passo con l’affermazione dello sport. Il 26 maggio 1929, la partita di calcio tra la formazione della Rss ucraina e una selezione di Mosca fu per la prima volta nella storia commentata alla radio dal ventiduenne Vadim Sinjavskij, in futuro un leggendario commentatore, uno dei primi giornalisti sportivi in Urss. È interessante notare che uno dei principali talenti di Sinjavskij era l’orecchio assoluto: prima di essere accettato come istruttore di educazione fisica e poi come conduttore, lavorava come pianista nei cinema di Mosca.
Partita in Piazza Rossa
Dominio pubblicoNel 1936 si tenne una partita di calcio sulla… Piazza Rossa. Lo spettatore più importante fu Stalin in persona, grande fan di questo sport. La partita di calcio era prevista come evento finale di una grande parata sportiva. A sfidarsi furono lo Spartak e la squadra delle sue riserve. Per giocare la partita venne srotolato sulla piazza un gigantesco tappeto di feltro verde dalla superficie di 9.000 metri quadrati, cucito da trecento persone. Il match, tra l’altro, si svolse secondo un copione e Stalin vide gol di tutti i tipi.
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Il simbolo del GTO (ГТО; “Готов к труду и обороне”; “Gotov k trudù i oborone”; ossia: “Pronto per il lavoro e la difesa”)
N.Kubeev/МАММ/MDFNel 1932, nel Paese venne lanciato un enorme progetto nel campo dell’educazione fisica, che definì un nuovo aspetto della vita del cittadino sovietico, con l’abbreviazione GTO (ГТО; “Готов к труду и обороне”; “Gotov k trudù i oborone”; ossia: “Pronto per il lavoro e la difesa”). Secondo il progetto, ogni persona sovietica doveva saper correre bene, saltare, sparare, lanciare pesi, nuotare, fare esercizi ginnici, ecc. Il grado della prontezza fisica era determinato dagli standard GTO e il successo era contrassegnato da un distintivo. Il progetto rimase in vita fino al crollo dell’Urss.
Per molto tempo, la leadership sovietica fu contraria a premiare gli atleti. Si credeva che medaglie e premi fossero vizi dell’Occidente borghese, che non sarebbero dovuti esistere in un Paese socialista. Nel tempo, questa posizione cambiò. Il premio del campionato di calcio venne modellato dal capo del consiglio calcistico Aleksej Sokolov. Negli anni Trenta acquistò un vaso di cristallo lavorato in uno dei negozi di antiquariato di Mosca. Degli artigiani vi attaccarono delle gambe metalliche e posizionarono al centro l’emblema dell’Urss con sopra l’immagine di un giocatore di calcio.
I calciatori dello Spartak a una parata del 1937
Dominio pubblicoNella primavera del 1942, l’Nkvd arrestò il simbolo dello Spartak, il grande Nikolaj Starostin. Più tardi, i suoi tre fratelli, anche loro giocatori dello Spartak, furono portati alla Lubjanka. L’indagine durò oltre un anno e mezzo: inizialmente furono accusati di aver tentato di assassinare Stalin alla parata nel 1937. In seguito l’accusa sarà riclassificata come “propaganda degli sport borghesi e tentativo di contrabbandare costumi borghesi nello sport sovietico”. Un’auto, decorata a forma di scarpa da calcio, era passata a dieci metri dal Mausoleo: questo avrebbe permesso agli Starostin di compiere un atto terroristico. I fratelli vennero condannati a 10 anni e mandati al confino ciascuno in luoghi diversi del Paese, in modo che non potessero incontrarsi.
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Incontro di boxe, agosto 1941
Dominio pubblicoMosca fu uno degli ultimi posti in Europa ad ospitare il campionato di calcio durante la guerra. Nonostante i feroci scontri con le forze nemiche, gli atleti continuarono a giocare a calcio, anche se il campionato venne successivamente sospeso. Il quinto giorno di guerra fu costituita l’OMSBON (sigla che stava per “Brigata separata di fucilieri motorizzati per scopi speciali dell’NKVD), che comprendeva una varietà di sportivi, da atleti e tiratori a sciatori, fino a pugili e nuotatori. Il compito principale del corpo erano le operazioni di sabotaggio al fronte e dietro le linee nemiche.
La squadra Dinamo si prepara a incontrare i giocatori del Chelsea, 1945
SputnikDopo la guerra, nell’autunno del 1945, la squadra sovietica della Dinamo fece una tournée in Gran Bretagna. Ufficialmente, questo era un evento sportivo il cui compito era sostenere gli alleati nei difficili tempi del dopoguerra, per dimostrare i risultati comuni nello sport. Tuttavia, la delegazione sovietica presentò agli inglesi un elenco di requisiti per le regole delle partite amichevoli: entrare in campo solo con club inglesi non più di una volta alla settimana (esclusivamente il sabato), nessun evento di intrattenimento non legato al calcio, riscaldamento e allenamento prima della partita (questo punto sembrò una vera stranezza ai britannici). I calciatori sovietici giocarono quattro partite, vincendone due e pareggiandone due.
Torneo di scacchi per il titolo di campione del mondo tra i grandi maestri Mikhail Botvinnik (URSS) e Samuel Reshevsky (USA). Mosca, 1948
Anatolij Garanin/SputnikMikhail Botvinnik vinse il torneo all’Aia e a Mosca nel 1948, diventando campione del mondo di scacchi. Dopo questa vittoria, questo gioco si trasformò in uno sport di Stato e la scuola di scacchi sovietica occupò una posizione dominante in tutto il mondo per diversi decenni: dilettanti e professionisti continuano ancora oggi a studiare gli schemi delle partite dei grandi maestri sovietici: Botvinnik, Tal, Petrosjan, Spasskij, e successivamente Karpov e Kasparov.
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Le tribune dello stadio Dinamo, 1937
Ivan Shagin/SputnikUno dei primi e più grandi stadi del Paese fu l’arena della società sportiva “Dinamo”. Fu la prima e fortunata esperienza di lavoro con impianti sportivi in cemento armato di queste dimensioni: la capienza dello stadio è di 25 mila spettatori. Fu costruito a tempo di record, in appena un anno, e nell’estate del 1928 vi furono ospitate le Spartachiadi. Inizialmente i progettisti furono Dmitrij Iofan e Moisej Ginzburg, ma alla fine lo stadio fu costruito secondo il progetto modificato di Arkadij Langman e Lazar Cherikover.
Russia Beyond ringrazia il progetto documentario del cinema online KION “Sport del XX Secolo” per l’aiuto nella preparazione di questo articolo
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