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Questo articolo non promuove le pratiche di cui parla, ma ha unicamente uno scopo informativo e storico
“Abbiamo sciato a lungo sulla vecchia pista. Alla fine ci siamo fermati davanti a un abete rosso divelto e coperto di neve. Sotto c’era la tana dell’orso (la “berlóga”, in russo). Quando tutto è stato pronto, il guardaboschi ha infilato un lungo palo sotto la radice dell’abete secolare capovolto. Mio zio, sorridendo, mi ha detto: “Punta alla scapola, non sbagliare il tiro. È il tuo orso, mira, senza emozionarti troppo”.
All’improvviso, sotto la neve, si sentì un ringhio, e poi un ruggito… Immediatamente, l’enorme figura di un orso emerse quasi per metà dalla coltre bianca. Senza neanche rendermene conto, presi la mira e premetti entrambi i grilletti.
Il tuono di uno sparo e un terribile ruggito… Ero appoggiato a un pino, né vivo né morto, e non riuscivo a vedere attraverso il fumo. “Bravo, ben fatto! l’hai seccato!”, disse la voce di mio zio. Poi scavarono la neve e tirarono fuori un enorme bestione di 262 chili. Entrambi i proiettili avevano colpito il cuore!”.
È così che lo scrittore russo Vladimir Giljarovskij (1853-1935) descrisse la caccia a un orso con i suoi parenti, quando aveva solo 15 anni! Ma sparare a un orso appena risvegliato dal letargo era solo una delle tecniche. Giljarovskij descrive lance, trappole per orsi, fosse ricoperte di rami e foglie con pali affilati sul fondo: la caccia all’orso è un’antica tradizione russa.
Il padrone della taiga
I russi sono sempre stati affascinati dagli orsi e domarli era un’arte antica diffusa tra gli skomorokh, i giullari russi. Cacciare con successo un orso rappresentava poi un serio “avanzamento di livello” per qualsiasi cacciatore e portava anche connotazioni mistiche, perché l’orso era considerato il “re della foresta”. In Russia, “khozjàin” (хозяин), “padrone”, o “khozjain tajgý”, “padrone della taiga” o “signore della taiga” è di solito il soprannome dell’orso, che in russo si chiama “medvéd” (медведь).
La caccia a un orso russo può ovviamente avere conseguenze letali. Un orso bruno adulto pesa fino a 400 kg. Può correre veloce come un cavallo e fare lunghi salti, e inoltre si arrampica bene. Ha una vista non molto buona, ma il suo udito e il suo fiuto sono straordinari. E quando gli orsi vengono risvegliati dal letargo, spaventati o feriti, sono particolarmente pericolosi. Quindi, se una battuta di caccia va storta e i cacciatori non possono abbattere immediatamente l’orso e la bestia corre via, ferita, nei boschi, i cacciatori devono organizzare un’incursione per trovarlo. Perché tale orso, pazzo di frenesia e sanguinante, può essere estremamente pericoloso se si imbatte in un villaggio abitato.
Attaccare un orso non è un compito facile. Il suo cranio a forma di cono ha ossa molto spesse, quindi sparare a un orso in testa, hanno imparato sulla loro pelle i cacciatori russi, può lasciare la bestia illesa: il proiettile scivola contro il fianco della scatola cranica e non causa gravi danni. Quindi dando la caccia a un orso, i cacciatori di solito mirano al cuore dell’animale.
Cinque modi russi per cacciare un orso
Molto prima che le armi da fuoco fossero disponibili, i cacciatori russi escogitarono diversi modi per abbattere il padrone della taiga, usando armi a lama, lance e trappole. Ma prima di ogni battuta di caccia all’orso, gli uomini russi seguivano un preciso rituale. Intanto era d’obbligo per tutti andare alla banja a fare un tradizionale bagno caldo. Inoltre si dovevano rigorosamente astenere dal sesso. Tutto ciò veniva fatto per ridurre al minimo gli odori corporei, in modo che l’orso, che ha un ottimo olfatto, avesse minime possibilità di notare i cacciatori in avvicinamento. I cacciatori tenevano persino i loro vestiti per una notte in un sacco con rami di pino e abete rosso, per farli profumare come la foresta.
La “rogatina”, una lancia speciale
La “rogàtina” (il nome viene dalla parola “rog”; “corno” in russo) era una lancia speciale per la caccia all’orso, corta, e con un’asta molto pesante. La parte più importante era la sua lama larga a doppio taglio, con una lunghezza da 20 a 60 cm e una larghezza fino a 7 cm. Questa lama lascia ferite ampie e molto sanguinanti.
La rogatina era solitamente usata per tenere a distanza l’orso mentre altri cacciatori lo abbattevano con le lance. Comunque, questo era il modo più pericoloso di cacciare un orso, che solo i cacciatori più abili potevano praticare.
Trappole per orsi ed esche (compresa la vodka!)
I russi nei secoli hanno ideato trappole per orsi fatte di tronchi e pali. Una di queste, chiamata “shchemitsa” (dal verbo “shchemit”; “stringere; “premere”), è descritto nel 1885 in un giornale di Olonets (in Carelia). Sono fondamentalmente due tronchi pesanti che cadono sulla zampa dell’orso mentre cerca di afferrare un pezzo di carne lasciato come esca. Dopo che i tronchi cadono, l’orso viene intrappolato e muore di fame se la trappola viene lasciata incustodita, altrimenti viene ucciso dai cacciatori che aspettano nelle vicinanze.
Gli orsi potevano anche essere intrappolati in fosse scavate nel terreno, con punte di legno sul fondo. Tali fosse erano mascherate con foglie e sottobosco e scavate nei luoghi in cui gli orsi si nutrono prima del loro letargo invernale.
Anche mucche o maiali morti (o le loro teste mozzate) venivano piazzati nei boschi come esche per gli orsi. Legata a un albero nel profondo della foresta, la carne putrida, con il suo forte odore, attira gli orsi, che al crepuscolo arrivano per rosicchiarla. Ma i cacciatori erano lì appostati in un luogo riparato per colpire. Sorprendentemente, veniva usato anche l’alcol per la caccia: se un orso era troppo pesante e minaccioso, i cacciatori lasciavano un secchio di vodka vicino all’esca, in modo che l’orso la bevesse dopo aver mangiato e poi si addormentasse, ebbro, diventando una facile preda.
Caccia agli orsi “con l’avena”
Prima del letargo, con l’arrivo dell’autunno, gli orsi cercano di aumentare il proprio peso corporeo. Amano l’avena e spesso vanno nei campi coltivati per mangiare le spighe succulente. Gli orsi possono essere cacciati in questo momento, ma il cacciatore non deve essere fisicamente sul campo, o diventerà la preda.
Per cacciare gli orsi “all’avena”, un cacciatore costruisce una piccola piattaforma sulla cima degli alberi dove può aspettare e osservare l’orso che si nutre. Dovrebbe essere più alto di cinque metri dal suolo e il cacciatore deve rimanere completamente in silenzio e, soprattutto, inodore. I cacciatori esperti non si radono per settimane prima di andare a caccia di orsi, non fumano né bevono alcolici e si astengono dall’usare deodoranti. I vestiti e le scarpe sono ventilati per eliminare tutti i tipi di odori.
Un cacciatore attende nel suo rifugio sull’albero finché l’orso non è abbastanza vicino da poter sparare con precisione, mirando al cuore. È molto importante controllare se l’orso è davvero morto prima di avvicinarsi al corpo: gli orsi sono intelligenti e astuti e, da feriti, possono sdraiarsi fingendosi morti e aspettare di sferrare il loro ultimo colpo mortale.
A caccia di orsi con i cani
I cani si sono rivelati utili nella storia per cacciare gli orsi, sia nella tana che nella foresta. Nel primo caso, svegliano l’orso durante il letargo e lo irritano abbaiando. L’orso quindi scava, visto che la tana è chiusa con uno spesso tappo fatto di erba, muschio e terra. Non appena appare, i cani iniziano a ad azzannare l’orso, mentre il cacciatore lo attacca con una lancia o un’arma da fuoco.
All’aperto nella foresta, i cani seguono le tracce dell’orso e, una volta trovato un esemplare, cercano di tenerlo fermo fino all’arrivo del cacciatore. I lajka russi sono la razza migliore per questa pericolosa operazione. Ma il branco di cani deve essere numeroso: loro non possono danneggiare l’orso in modo considerevole, mentre l’orso può uccidere un lajka con un solo colpo di zampa. Quindi i cani, a turno, attaccano, infliggendo morsi dolorosi, e si allontanano. L’orso quindi si sdraia per proteggere il bacino e diventa un obiettivo fermo per il cacciatore.
A caccia di orsi con armi da fuoco
Ovviamente, in ciascuno dei casi precedenti, un’arma da fuoco può essere utilizzata per uccidere un orso intrappolato o un orso che mangia avena. Tuttavia, il modo più complicato (a parte la rogatina, ovviamente!) per cacciare un orso in natura è cacciarlo con un semplice fucile.
Il cacciatore si muove attraverso la foresta attraverso le aree dove gli orsi vanno a mangiare. Quando trova l’orso, si avvicina il più vicino possibile e lo colpisce con precisione. Il cacciatore deve muoversi molto silenziosamente: sentendo un rumore nella foresta, un orso può capire se è stato un piede umano o una zampa di animale a provocarlo. E le sue reazioni sono immediate.
Un cacciatore su una bacheca online russa racconta la storia di una caccia all’orso andata male. Il suo amico Andrej aveva notato un orso di circa 150 kg che si nutriva di frutti di bosco a circa 30-40 metri da lui. Dopo aver aspettato che la bestia gli offrisse un fianco, Andrej sparò un proiettile nell’area del cuore. “Già al momento dello sparo, sapeva che qualcosa era andato storto. L’orso si limitò a ruggire rumorosamente, si voltò immediatamente e si precipitò verso il cacciatore. Un secondo dopo, Andrej era stato abbattuto dall’enorme forza della zampa dell’orso.”
Fortunatamente, il cacciatore è riuscito a sopravvivere fingendosi morto. Gli orsi di solito non mangiano subito la loro preda, ma la nascondono sotto le foglie in modo che marcisca un po’. Dopo che l’orso ha coperto Andrej di foglie e sterpaglie e se n’è andato, il cacciatore ferito è riuscito a uscire fuori e strisciare fino a casa. “Tre costole rotte, coscia lacerata e schiena maciullata sono stati il risultato di questa caccia”, conclude il narratore. “È sopravvissuto a malapena.” Quindi, ogni situazione di stallo contro il Padrone della taiga può finire con la sua vittoria! L’unico modo è ucciderlo al primo colpo.
Lo status giuridico della caccia all’orso in Russia
Nel XX secolo, in Urss, la caccia all’orso non era regolamentata da nessuna legge speciale, ad eccezione delle leggi generali sulla caccia. Il decreto del Consiglio dei commissari del popolo “Sulla caccia” (20 luglio 1920) e la successiva legge “Regolamenti sulla caccia e l’economia venatoria della Rsfsr” (10 ottobre 1960) stabilivano che il cacciatore doveva avere almeno 18 anni e avere una licenza regolamentata. “La licenza di caccia viene rilasciata a chi abbia superato i test sulle regole della caccia, sulla sicurezza durante la caccia, sulla manipolazione delle armi da fuoco da caccia, e abbia pagato la tassa statale prevista”, afferma la legge del 1960.
Attualmente in Russia le cose vanno allo stesso modo: per cacciare bisogna avere avere una licenza e l’arma deve essere registrata. Esistono alcune norme regionali per la caccia all’orso. Nella regione di Perm, ad esempio, è possibile cacciare gli orsi dal 1º aprile al 30 maggio. A Kostroma, dal 5 aprile al 15 maggio e poi dal 1º agosto al 30 novembre. Questi termini dipendono dalla popolazione locale e dalle stagioni di accoppiamento degli orsi bruni. In alcune regioni, la caccia all’orso è temporaneamente bandita a causa del basso numero degli esemplari. La caccia degli orsi in letargo nella tana è vietata dal 2011.
A tavola con l’orso… nel piatto