Lo stalinismo era al suo apice: l’industrializzazione avanzava a tappe forzate, apparivano costantemente nuove megafabbriche e i contadini lavoravano duramente nelle fattorie collettive, i kolkhoz, dopo la collettivizzazione. Intanto, le Grandi purghe iniziate alla fine degli anni Trenta non erano del tutto terminate, e le persone continuavano a finire nelle prigioni e nei campi di lavoro, i gulag.
Ma il 22 giugno 1941, l’intera storia sovietica fu letteralmente divisa in un prima e in un dopo, con la proditoria invasione nazista che minacciò direttamente sia Mosca che San Pietroburgo. Ragazzini e studenti si mettevano in fila per andare volontari a fronte, e persino le ragazze prendevano il fucile in spalla e andavano nelle fabbriche a produrre armi. I cittadini venivano sfollati, mentre le loro case rimanevano distrutte nei bombardamenti…
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Efomovskij/Associazione del Museo di Cherepovets
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Che fine fece Evgenij Khaldej, l’autore della fotografia simbolo della bandiera rossa sul Reichstag?