Si può affermare senza tema di smentita che l’Urss sia stato il primo Paese al mondo a dare vita a molte idee femministe e a mettere in pratica una sostanziale parità di genere. Dopo la Rivoluzione, le donne ebbero gli stessi diritti degli uomini in tutti i campi, compreso il diritto di voto (prima che in tanti altri Stati). Inoltre, ci si rivolgeva alle donne con la parola neutrale “tovarishch” (“товарищ”; “compagno”/“compagna”), che valeva per tutti i cittadini sovietici, senza distinzione di sesso.
1 / “Operaie e contadine. Tutte al voto. Sotto il vessillo rosso, serrando i ranghi con gli uomini, andiamo a spaventare la borghesia!”
Valerianov, 1925
2 / “Tutti alle urne!”
Viktor Ivanov, Olga Burova, 1946
Molti poster erano dedicati all’8 marzo, la Giornata internazionale della donna. In questo giorno del 1917 ebbe luogo una manifestazione delle operaie di Pietrogrado, e da allora è considerato la festa della liberazione delle donne. I manifesti dedicati alla ricorrenza raffiguravano donne rivoluzionarie, operaie, contadine e madri. E più tardi, solo belle donne con fiori.
3 / “8 marzo - Il giorno dell’emancipazione delle donne”
A.I .Strakhov-Braslavskij, 1926
4 / “8 marzo. Le proletarie di tutti i Paesi sotto la bandiera del Comintern per il mondo dell’Ottobre” [= rivoluzionario]
Casa editrice dell’AKhR (Associazione degli artisti della Rivoluzione), 1922-1930
5 / “L’8 marzo è il giorno della rivolta delle lavoratrici contro la schiavitù in cucina. Abbasso l’oppressione e la grettezza della vita domestica”
Boris Deikin, 1932
6 / Deikin, 1932
V. Konyukhov, 1979
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7 / Buona festa, care donne!
I. Kominarets, 1976
La donna veniva chiamata a diventare un membro attivo della società sovietica, di cui venivano spiegati i vantaggi rispetto alla vita passata. Poster come quello qui sotto mostravano chiaramente che sotto il vecchio regime era necessario adorare e portare offerte ai sacerdoti, sopportare le percosse del marito e occuparsi solo dei bambini e delle faccende domestiche. La nuova vita chiamava invece ad adempiere “i precetti di Ilich” (= Lenin), e oltre che a “cucire e a fare gli orli”, si poteva ora imparare a leggere e scrivere. La donna poteva ora lasciare i bambini all’asilo ed essere un membro a pieno titolo della società.
8 / “Contadina! Preparati a lasciare la vecchia vita per la nuova”
Edizioni “Doloj Negramotnost” (“Abbasso l’analfabetismo”), 1919-1921
La collettivizzazione e l’industrializzazione erano in pieno svolgimento nel Paese e le donne erano una risorsa di manodopera necessaria. Le donne venivano incoraggiate a lavorare e ad apprendere una varietà di professioni, comprese quelle storicamente considerate “maschili”, ad esempio il trattorista o il macchinista.
9 / “‘Le donne nei kolkhoz [= “fattorie collettive”] sono una grande forza’. I. Stalin”
Maria Voron, 1934
10 / “Donna. Alla locomotiva a vapore!”
Aleksandr Deineka, 1939
11 / “Contadina, collettivizza il villaggio. Unisciti ai ranghi dei trattoristi rossi”
Olga Dejneko, 1939
12/ “Noi soddisferemo la quota di produzione stabilita… E voi?”
Oleg Savostjuk, 1954
Un posto speciale era occupato dall’immagine della donna nei manifesti della Seconda guerra mondiale. Lì, le donne apparivano come combattenti, infermiere e semplicemente madri e donne che aspettavano che i soldati tornassero a casa, confidando nella vittoria. Presumibilmente uno dei più famosi è “La Madrepatria chiama”.
13 / “La Madrepatria chiama”
14 / “Tutta la speranza è riposta in te, guerriero rosso!”
Viktor Ivanov, Olga Burova, Casa editrice statale “Isskustvo” (“Arte”), 1943
15 / “Gloria alle amiche combattenti”
G. Zaytsev, 1941
L’operaia modello con il velo rosso viene utilizzata anche per promuovere la lotta contro le spie.
16 / “Non chiacchierare! Stai all’erta, in giorni come questi anche i muri hanno orecchie. Si fa presto a passare da chiacchiere e pettegolezzi al tradimento”
Nikolaj Denisov, Nina Vatolina, Casa editrice statale “Isskustvo” (“Arte”), 1941
Il governo sovietico regolava tutte le sfere della vita e persino il modo in cui le donne dovevano allevare i bambini. Attraverso i poster, le donne ricevevano istruzioni chiare su come nutrire e prendersi cura dei bambini e sulla salute femminile. I poster invitavano anche a fare una vita attiva.
17 / “Allattate il bambino al seno”
K.S. Miturich, Casa editrice dell’Istituto di educazione sanitaria dell’Urss, 1953-1955
18 / “La pulizia è la cosa fondamentale nella cura del neonato”
Nina Vatolina, 1958
19 / “Esercizi ogni mattina e la salute resta in ordine”
Aleksej Kokorekin, 1957
L’immagine della donna è stata molto utilizzata anche nella pubblicità commerciale sovietica.
20 / “Pelmeni siberiani. Di carne”
Reclame di RosGlavMjaso, Viktor Gushchin, 1950
Venti poster di propaganda che mostrano come doveva essere l’uomo sovietico