Si può affermare senza tema di smentita che l’Urss sia stato il primo Paese al mondo a dare vita a molte idee femministe e a mettere in pratica una sostanziale parità di genere. Dopo la Rivoluzione, le donne ebbero gli stessi diritti degli uomini in tutti i campi, compreso il diritto di voto (prima che in tanti altri Stati). Inoltre, ci si rivolgeva alle donne con la parola neutrale “tovarishch” (“товарищ”; “compagno”/“compagna”), che valeva per tutti i cittadini sovietici, senza distinzione di sesso.
1 / “Operaie e contadine. Tutte al voto. Sotto il vessillo rosso, serrando i ranghi con gli uomini, andiamo a spaventare la borghesia!”
2 / “Tutti alle urne!”
Molti poster erano dedicati all’8 marzo, la Giornata internazionale della donna. In questo giorno del 1917 ebbe luogo una manifestazione delle operaie di Pietrogrado, e da allora è considerato la festa della liberazione delle donne. I manifesti dedicati alla ricorrenza raffiguravano donne rivoluzionarie, operaie, contadine e madri. E più tardi, solo belle donne con fiori.
3 / “8 marzo - Il giorno dell’emancipazione delle donne”
4 / “8 marzo. Le proletarie di tutti i Paesi sotto la bandiera del Comintern per il mondo dell’Ottobre” [= rivoluzionario]
5 / “L’8 marzo è il giorno della rivolta delle lavoratrici contro la schiavitù in cucina. Abbasso l’oppressione e la grettezza della vita domestica”
6 / Deikin, 1932
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7 / Buona festa, care donne!
La donna veniva chiamata a diventare un membro attivo della società sovietica, di cui venivano spiegati i vantaggi rispetto alla vita passata. Poster come quello qui sotto mostravano chiaramente che sotto il vecchio regime era necessario adorare e portare offerte ai sacerdoti, sopportare le percosse del marito e occuparsi solo dei bambini e delle faccende domestiche. La nuova vita chiamava invece ad adempiere “i precetti di Ilich” (= Lenin), e oltre che a “cucire e a fare gli orli”, si poteva ora imparare a leggere e scrivere. La donna poteva ora lasciare i bambini all’asilo ed essere un membro a pieno titolo della società.
8 / “Contadina! Preparati a lasciare la vecchia vita per la nuova”
La collettivizzazione e l’industrializzazione erano in pieno svolgimento nel Paese e le donne erano una risorsa di manodopera necessaria. Le donne venivano incoraggiate a lavorare e ad apprendere una varietà di professioni, comprese quelle storicamente considerate “maschili”, ad esempio il trattorista o il macchinista.
9 / “‘Le donne nei kolkhoz [= “fattorie collettive”] sono una grande forza’. I. Stalin”
10 / “Donna. Alla locomotiva a vapore!”
11 / “Contadina, collettivizza il villaggio. Unisciti ai ranghi dei trattoristi rossi”
12/ “Noi soddisferemo la quota di produzione stabilita… E voi?”
Un posto speciale era occupato dall’immagine della donna nei manifesti della Seconda guerra mondiale. Lì, le donne apparivano come combattenti, infermiere e semplicemente madri e donne che aspettavano che i soldati tornassero a casa, confidando nella vittoria. Presumibilmente uno dei più famosi è “La Madrepatria chiama”.
13 / “La Madrepatria chiama”
14 / “Tutta la speranza è riposta in te, guerriero rosso!”
15 / “Gloria alle amiche combattenti”
L’operaia modello con il velo rosso viene utilizzata anche per promuovere la lotta contro le spie.
16 / “Non chiacchierare! Stai all’erta, in giorni come questi anche i muri hanno orecchie. Si fa presto a passare da chiacchiere e pettegolezzi al tradimento”
Il governo sovietico regolava tutte le sfere della vita e persino il modo in cui le donne dovevano allevare i bambini. Attraverso i poster, le donne ricevevano istruzioni chiare su come nutrire e prendersi cura dei bambini e sulla salute femminile. I poster invitavano anche a fare una vita attiva.
17 / “Allattate il bambino al seno”
18 / “La pulizia è la cosa fondamentale nella cura del neonato”
19 / “Esercizi ogni mattina e la salute resta in ordine”
L’immagine della donna è stata molto utilizzata anche nella pubblicità commerciale sovietica.
20 / “Pelmeni siberiani. Di carne”
Venti poster di propaganda che mostrano come doveva essere l’uomo sovietico