Dieci fatti da conoscere sulle uniche olimpiadi che si sono tenute in Unione Sovietica: foto

Storia
BORIS EGOROV
Boicottati dagli Usa e da decine di altri Stati per via dell’intervento dell’Urss in Afghanistan, i Giochi del 1980 a Mosca hanno comunque lasciato un ricordo indelebile nel cuore di chi ama lo sport

Mosca si vide assegnare il diritto di ospitare le XXII Olimpiadi estive del 1980 il 23 ottobre 1974 alla 75ª sessione del Cio tenutasi a Vienna, sconfiggendo l’unica concorrente, Los Angeles, per 39 voti a 20. Era la prima volta nella storia che le Olimpiadi si sarebbero svolte in Unione Sovietica, nel campo socialista e nell’Europa orientale.

Ma quando la leadership sovietica calcolò tutti i costi che erano necessari per l’organizzazione dei Giochi olimpici, la gioia per la vittoria di Mosca svanì in un attimo. C’è addirittura una voce secondo la quale il segretario generale Leonid Brezhnev voleva a un certo punto mandare tutto a monte e rifiutarsi di ospitare l’evento. Tuttavia, ritirarsi sarebbe stato un danno d’immagine troppo grande, e si decise di andare avanti, anche se, per limitare l’impatto sul bilancio dello Stato, vennero lanciate diverse lotterie nel Paese, il cui ricavato fu di grande aiuto per il comitato organizzatore. Quando nel 1980 il presidente del Cio, Michael Morris Killanin, volò in Urss, il capo del governo sovietico, Aleksej Kosygin, gli disse: “Se avessi saputo cosa significa organizzare i Giochi olimpici, non avrei mai dato il mio consenso a ospitarli”. 

Durante l’inaugurazione dei Giochi, il 19 luglio 1980, i cosmonauti sovietici Leonid Popov e Valerij Rjumin, che erano in orbita in quel momento, augurarono buona fortuna alla competizione e buon inizio. La loro immagine venne mostrata sul tabellone dello stadio Luzhnikì (allora, “Stadio Lenin”).

A causa dell’intervento delle truppe sovietiche in Afghanistan, 64 Paesi decisero di boicottare i Giochi Olimpici in Unione Sovietica e 29 di loro presero parte a dei giochi alternativi organizzati dagli Stati Uniti, non riconosciuti dal Cio: i “Liberty Bell Classic” di Filadelfia. L’Italia, come altre nazioni, partecipò alle Olimpiadi di Mosca senza bandiera né inno nazionale. L’Unione Sovietica e i suoi alleati del Blocco orientale in segno di vendetta quattro anni dopo avrebbero boicottato i XXIII Giochi estivi, che si tenevano negli Usa, a Los Angeles.

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Tra le squadre che parteciparono senza bandiera e inno ma sotto le insegne del Cio, quella italiana era una delle più corpose: contava 159 atleti (121 uomini e 38 donne), che presero parte a 88 eventi in 19 sport. Vinsero 15 medaglie, di cui 8 d’oro. Tre furono i successi nell’atletica leggera: Pietro Mennea nei 200 metri piani, Maurizio Damilano nei 20 km di marcia e Sara Simeoni nel salto in alto. Nel medagliere gli italiani si piazzarono al quinto posto.

Per aggirare il boicottaggio e prendere parte ai giochi, il judoka Ezio Gamba fu costretto a dimettersi dalle forze armate italiane. La trasferta in Unione Sovietica ebbe successo: a Mosca vinse la medaglia d’oro. Dal 2008 a oggi, Gamba allena la squadra di judo maschile russo, e nel 2016 ha ricevuto la cittadinanza russa.

Nonostante il fatto che le XXII Olimpiadi estive siano spesso definite come le Olimpiadi di Mosca, la capitale dell’Urss non fu l’unica città in cui si svolsero. Match del torneo di calcio si giocarono anche a Leningrado (oggi San Pietroburgo), Minsk e Kiev, mentre a Tallinn si tennero le regate veliche.

Per garantire la sicurezza dei Giochi olimpici, venne istituito l’XI Dipartimento del Kgb. Era impegnato nell’attuazione di “misure operative per interrompere le azioni sovversive nemiche e gli elementi ostili”. Inoltre, l’unità speciale Alpha, creata nel 1974, aveva il compito di impedire la ripetizione a Mosca di tragedie come quelle dei Giochi olimpici del 1972 a Monaco di Baviera, con la cattura di atleti e l’uccisione degli ostaggi.

La mascotte ufficiale, il celebre orsacchiotto sorridente “Mishka”, una cui riproduzione di otto metri fu lanciata nel cielo di Mosca al termine delle Olimpiadi, non era l’unico simbolo dei XXII Giochi olimpici estivi. Uno meno noto era la fochetta Vigri, mascotte delle competizioni veliche a Tallinn.

Il nuotatore tredicenne dell’Angola Jorge Lima fu l’atleta più giovane delle Olimpiadi, mentre il velista bulgaro Krasimir Krastev fu il più anziano. Prese parte alla regata di Tallinn all’età di settant’anni.


Che fine hanno fatto le strutture costruite per le Olimpiadi di Mosca del 1980?