Com’era la vita nella Moldavia sovietica?

Storia
RUSSIA BEYOND
Questa repubblica meridionale, famosa per il suo vino, fu l’ultima a entrare nell’Urss, e questo le permise di mantenere a lungo il suo aspetto unico e pittoresco

La regione storica nell’Europa sud-orientale chiamata Bessarabia entrò a far parte dell’Impero russo nel XIX secolo. Dopo la Rivoluzione del 1917, questa regione dichiarò l’indipendenza a inizio 1918 e divenne nota come Repubblica Democratica di Moldavia, entrando poi a fine anno a far parte della vicina Romania. I sovietici erano indignati e ritenevano che la Romania occupasse illegalmente queste terre. Quando anni dopo stava per scoppiare un conflitto militare per questa questione, la Romania cedette volontariamente il territorio, e nel 1940 tutta la Bessarabia storica entrò a far parte dell’Urss e venne formata la Repubblica Socialista Sovietica Moldava.

Soldati dell’Armata Rossa e bambini durante la parata militare per festeggiare la riunificazione della Bessarabia e della Bucovina settentrionale all’Urss, Chișinău (in russo: Kishinev), 4 luglio 1940

La parata della riunificazione a Chișinău, 1940

La Moldavia poco sovietica

A causa dell’ingresso recente nell’Urss, successiva a quegli anni Trenta che avevano portato i mutamenti più profondi a livello economico e sociale in Unione Sovietica, la vita in Moldavia inizialmente differiva dal resto del Paese: tra ristoranti, suonatori di strada e un’architettura completamente differente ricordava ben poco il paesaggio tipicamente sovietico.

Ristorante “Bessarabia Nova” a Chișinău, 1940

Sala da tè “Parizh” (“Parigi”), 1940

Suonatore di organetto con un pappagallo a una fiera nella città di Chernivtsì (oggi in Ucraina; il nome in russo è Chernovtsý), 1940

Tenuta del proprietario terriero Steiner, 1940

Sede di una banca nella città di Chernivtsì, 1940

Disoccupato per le strade di Chișinău, 1940

Matrimonio di campagna. Orchestra, 1940

Matrimonio di campagna. La tavola imbandita in casa, 1940

Il territorio occupato

Nel 1940, la Moldavia passò dalla Romania all’Urss, ma nel giugno 1941, con l’inizio dell’Operazione Barbarossa (l’invasione nazista dell’Unione Sovietica), Bucarest, che combatteva dalla parte della Germania, rioccupò la Moldavia. Le autorità romene sfruttarono allo stremo il territorio moldavo, utilizzando tutto il potenziale industriale per le esigenze del fronte, mentre i contadini furono costretti a rinunciare a quasi tutto il grano, il bestiame e il cibo. Decine di migliaia di moldavi vennero deportati in Germania come lavoro gratuito. Furono costretti a lavorare gratuitamente anche nel territorio occupato: ad esempio per riparare strade e infrastrutture distrutte durante i combattimenti. Inoltre, storicamente c’erano molti ebrei e rom in Bessarabia. I romeni organizzarono campi di concentramento e ghetti e uccisero massicciamente i membri di queste comunità. Nel 1944, le truppe sovietiche liberarono la Moldavia.

I romeni portano ebrei partigiani e le loro famiglie in un punto di raccolta

Pranzo nel ghetto di Chișinău

Lo stendardo della vittoria viene issato sopra la Chișinău liberata, 1944

Il Paese del vino

Dopo la guerra, la situazione in Moldavia era di completa devastazione. A causa della mancanza di medicinali, scoppiarono diverse epidemie, mentre la repubblica era in preda alla disoccupazione e alla fame. Il governo sovietico stanziò un importo considerevolissimo per rimettere in piedi l’industria e l’agricoltura locale, e portò sia attrezzature che materie prime.

Il principale settore moldavo era la vinificazione. Il vino moldavo era conosciuto e amato in tutta l’Unione Sovietica. Grazie al clima caldo, qui venivano coltivati anche un gran numero di verdure, frutta, bacche, oltre a girasole, barbabietole da zucchero, tabacco e altre colture industriali.

Negli anni Cinquanta fu costruita l’imponente centrale idroelettrica di Dubăsari (in russo: Dubossary) sul fiume Dnestr, e furono lanciate l’industria tessile e la produzione di frigoriferi.

Vendemmia in un villaggio moldavo, 1982

Pomodori nella fabbrica di inscatolamento “Primo Maggio” di Tiraspol, 1953

L’apicoltore Anton Lupulchuk della fattoria collettiva “Majak” nel Distretto di Dondușeni, nell’apiario, 1975

Fabbrica di confezioni tessili “40 anni del Komsomol”, 1964

Impianto di refrigerazione di Chișinău, 1970

Stazione idroelettrica di Dubossary, 1980

La vita quotidiana sovietica

La vita in tempo di pace portò le normali abitudini sovietiche: le manifestazioni del Primo Maggio dedicate alla festa del lavoro, le sfilate dei Pionieri e, naturalmente, le feste casalinghe.

Celebrazione del Giorno della Vittoria in Piazza della Vittoria a Chișinău, 1976

Manifestazione di piazza a Tiraspol, 1964

La cantante moldava Olga Sorokina con gli amici nel suo appartamento di Chișinău, 1968

Monumento ai liberatori di Chișinău dalle truppe naziste, 1974

Chișinău, edificio del Teatro di Stato Moldavo di Musica e Dramma “Pushkin”, Corso Lenin, anni Sessanta (oggi il teatro è stato ribattezzato “Maria Bieșu” e la via è stata intitolata a Stefan cel Mare) 

Edificio dell’Accademia delle Scienze della Repubblica Socialista Sovietica Moldava, Chișinău, 1966

Stazione ferroviaria e piazza della stazione a Chișinău, 1967

Cinema “Moskova” a Chișinău, 1968.

Ristorante e hotel “Intourist” in costruzione in Corso Lenin a Chișinău, 1974

Biblioteca a Tiraspol, 1964

L’edificio del Palazzo del Telegrafo centrale a Chișinău, 1972

Turisti in una fabbrica di abbigliamento per una visita domenicale, 1975

Edificio delle Poste a Chișinău, 1972

Il gioco del dentista. Asilo, 1985

Manifestazione di piazza a Tiraspol, 1964

Volti della Moldavia

La maggioranza della popolazione della repubblica era moldava, ucraina e russa. Ma storicamente vivevano qui molti gagauzi, un gruppo etnico turcofono, molti ebrei, bulgari, rom. Anche persone provenienti da tutta l’Urss sognavano di trasferirsi nella calda Moldavia, o quantomeno di andarci per lavoro. Molti venivano qui come turisti.

Saldatore elettrico, anni Cinquanta

Pastorelli, 1989

Vendemmia nella Repubblica Socialista Sovietica di Moldavia, 1972

Impianto metallurgico moldavo nella città di Rîbnița. La responsabile del reparto siderurgico Galina Frolova, 1987

Ultimo giorno di scuola nel villaggio di Berdar nel distretto Kotovskij (oggi distretto di Hînceşti), 1986

Filatrice nel villaggio di Butuceni, vicino all’antica città di Orheiul Vechi, 1985

Membri dell’ensemble di danza popolare “Moldoveneasca”, 1975

La lavoratrice del kolkhoz “Zavety Lenina” (“Insegnamenti di Lenin”) Olja Grigorenko in un campo di girasoli, 1966

Sofia Rotaru, cantante moldava famosa in tutta l’Urss (e popolare ancora oggi), 1974

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