Cosa facevano i bambini sovietici al doposcuola?

Mikhail Savin/MAMM/MDF
Ai tempi dell’Urss c’erano un numero incredibile di attività per continuare la formazione fuori dalle classi scolastiche. Ed erano tutte gratuite!

Oltre alla lezioni in classe, molti bambini sovietici frequentavano gruppi doposcuola. Non erano solo un luogo per attività ricreative, ma aiutavano anche a scegliere la professione futura.

I primi club di questo tipo iniziarono a essere aperti a Mosca, e poi in altre città dell’Unione Sovietica, all’inizio degli anni Venti. Erano chiamati Casa o Palazzo dei Pionieri (i Pionieri erano una sorta di scout sovietici; un’associazione comunista che raggruppava i bambini dai 9 ai 14 anni). In diversi casi si trattava di veri palazzi signorili requisiti dallo Stato dopo la Rivoluzione, e convertiti alla nuova destinazione. I palazzi dei Pionieri erano “laboratori per l’educazione dell’uomo nuovo, del cittadino colto della patria socialista”, si leggeva sulle riviste sovietiche. 

Se prima della guerra erano solo nelle grandi città: Kharkov, Leningrado, Kiev, Taganrog, negli anni Cinquanta ci fu un vero boom di costruzioni simili in tutto il Paese. Nel giro di pochi anni furono costruite più di duemila case del Pioniere e alla fine degli anni Ottanta ce n’erano già 3.800! E in ognuna di esse erano attive decine dei più disparati corsi.

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Una delle più grandi del Paese fu la Casa dei Pionieri di Mosca, aperta nel 1936 nell’area di Chistye Prudy (e trasferita poi sulla Collina Lenin, oggi Collina dei passeri, negli anni Sessanta). Già dopo un anno dall’apertura aveva più di 170 circoli e corsi attivi, che coinvolgevano tremila adolescenti. Tra questi, ad esempio, c’erano i futuri registi Aleksandr Mitta, Stanislav Rostotskij e Rolan Bykov. Qui si poteva imparare a dipingere, a ballare, ad amare e comprendere la letteratura. E famosi scrittori dell’epoca andavano ospiti: Agnija Barto, Kornej Chukovskij, Samuil Marshak.

Molta attenzione era dedicata alle discipline tecniche. In quasi tutte le città sovietiche, si poteva unirsi ai gruppi di “giovani inventori”, e alle lezioni di modellistica aeronautica, trasporto su rotaia e su acqua, comunicazioni, fotografia e cinema.

Non c’era divisione tra maschi e femmine, ma le ragazze più spesso sceglievano ricamo, balletto e teatro rispetto, facciamo un esempio, a ingegneria. E i laboratori di intaglio ebanistico o di falegnameria erano più popolari tra i ragazzi, sebbene a volte ci fossero anche esempi che ribaltavano le attese di genere.

Gli adolescenti che adoravano le auto non solo potevano impegnarsi nella modellistica, ma anche guidare da soli. In alcune case dei pionieri erano attrezzate piattaforme per kart e motocross.

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E se c’erano giovani automobilisti, allora ci volevano anche giovani ispettori del traffico! In classe, questi ragazzi indossavano un’uniforme blu e studiavano la sicurezza stradale.

Anche le lezioni sportive erano molto diffuse, comprese quelle con un orientamento militare-patriottico. Oltre alle scuole di sport giovanili, c’erano circoli di giovani cecchini, paracadutisti, segnalatori, cinofili, nonché sezioni di orienteering ed escursione. E prevedevano vere avventure nelle foreste e rafting sui fiumi.

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E dopo il celebre volo nello spazio di Jurij Gagarin, apparvero club di giovani aspiranti cosmonauti in diverse città dell’Urss. Qui, gli adolescenti non solo studiavano gli aspetti teorici della modellistica dei razzi e la storia dell’astronautica, ma seguivano anche un addestramento sui simulatori di volo.

Dopo il crollo dell’Urss, la maggior parte di questi circoli chiuse, e i pochi rimasti aperti divennero a pagamento. Tuttavia, alcune lezioni di materie tecnico-scientifiche continuano a funzionare gratuitamente in Russia ancora oggi: ad esempio quelle di ferrovie per bambini e i circoli di cosmonautica nei centri spaziali.


Musica, sport, scacchi, danza, lingue straniere… Ma fanno bene tutti questi corsi ai bambini? 

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