Perché lo zar Ivan è detto “il Terribile”?

Storia
GEORGY MANAEV
Nella Russia del XVI secolo, il termine “terribile” aveva un significato diverso rispetto a come lo intendiamo al giorno d’oggi. Perché al primo zar russo venne affibbiato questo appellativo quando era ancora in vita?

Nelle lingue occidentali, “il Terribile” fa riferimento ovviamente a una persona malvagia e crudele: un significato ben diverso da quello originale attribuito allo zar Ivan IV di Russia (1530-1584). Come vi abbiamo spiegato qui, nel XVI secolo il soprannome “groznyj”, che oggi traduciamo come “terribile”, significava invece “forte”, “minaccioso”, “severo”. Volete sapere che cosa fece Ivan IV per meritarsi un epiteto del genere? Ve lo spieghiamo subito. 

1 / Era alto, atletico e molto forte

Una delle rare testimonianze giunte fino a noi relative all'aspetto fisico di Ivan IV proviene da Daniel Prinz von Buchau (1546-1608), inviato del Sacro Romano Impero nello zarato di Mosca. “È alto, robusto e pieno di energia - scriveva Prinz a proposito di Ivan nell'epoca in cui lo zar aveva 46 anni -. I suoi occhi sono grandi, inquieti e guardinghi. La sua barba è nero-rossiccia, lunga e folta”. Prinz non potè non notare il pesante bastone che lo zar portava sempre con sé: simbolo - secondo lui - “dell'imponente virilità dello zar”.

Nel 1963 la tomba di Ivan fu dissotterrata e le sue spoglie furono studiate dagli storici sovietici. Le immagini scattate durante quello studio mostrano un uomo fisicamente molto forte: era alto 1,80 metri e pesava tra gli 85 e i 90 kg: proporzioni imponenti anche per un uomo contemporaneo… figuriamoci per un uomo del XVI secolo! Quindi non c’è da stupirsi che fosse molto temuto! 

2 / Si avvicinò profondamente alla scienza, timore dei suoi contemporanei

Ivan in gioventù non si dimostrò particolarmente avvezzo agli studi; preferiva le feste, meglio se accompagnate dagli “skomorokh”, giullari russi itineranti, che suscitavano una profonda disapprovazione da parte del clero dell’epoca. Ivan si abbandonava facilmente alle attività più lascive, alla promiscuità e al bere, rimandando al mittente ogni supplica di chi lo invitava a condurre uno stile di vita più consono a un sovrano cristiano.

Il giovane Ivan ottenne come guida Massimo il Greco (1475-1556), uno dei maggiori intellettuali dell'epoca, invitato in Russia dall'Europa; successivamente fu affiancato da Sylvester (? - 1566), un sacerdote della Cattedrale dell'Annunciazione a Mosca, che convinse Ivan a porre fine al suo modo di vivere dissoluto. Verso la fine degli anni Quaranta del Quattrocento, Ivan finalmente prese a cuore questo consiglio.

Con gli anni dimostrò una certa abilità con le lingue e le scienze; non a caso nella sua corte trovarono lavoro medici, astronomi e scienziati stranieri, che venivano tra l’altro pagati adeguatamente. Lo zar iniziò poi a collezionare libri e manoscritti rari, che avrebbero poi costituito la sua biblioteca perduta. Ivan sviluppò così la reputazione di intellettuale e persino di mago, che infondeva paura e rispetto. Arrivò al punto di scrivere poesie e comporre musica. 

3 / Aveva un brutto carattere derivante dalla sua infanzia

Numerose fonti indicano che Ivan era estremamente aggressivo. A 15 anni ordinò che uno dei suoi giovani amici (il principe Mikhail Trubetskij) venisse giustiziato a seguito di una meschina discussione, e che a un altro ragazzino (Afanasij Buturlin) venisse tagliata la lingua per aver imprecato contro lo zar. Durante la sua vita, uccise diverse persone a lui vicine per semplici esplosioni di rabbia. 

Secondo gli storici, questo suo temperamento crudele e aggressivo affondava le radici nella propria infanzia e negli anni giovanili, quando assistette all’uccisione di alcuni membri della sua famiglia a opera di boiardi e moscoviti in rivolta; i complotti di corte gli suscitarono una certa paranoia, non del tutto infondata: così come ha dimostrato lo storico contemporaneo Sergej Shokarev, l’analisi dei resti di Ivan ha rivelato che la morte sarebbe stata causata da avvelenamento da mercurio. 

4 / Conquistò il Khanato di Kazan, il residuo più potente dell'Orda d'Oro

La prima metà del XVI secolo fu il periodo di massimo splendore dell'Impero Ottomano, governato da Solimano il Magnifico (1494-1566). L'influenza degli Ottomani si estese fino alla Crimea, ad Astrakhan e ai Khanati di Kazan; e le terre russe correvano il pericolo di essere sottomesse e conquistate dai khanati musulmani. I khanati di Kazan e Astrakhan, infatti, si stavano avvicinando pericolosamente a Mosca, Nizhnij Novgorod e Vladimir.

Poco dopo essere salito al trono come primo zar russo, nel 1547, Ivan il Terribile guidò la campagna militare contro il Khanato di Kazan, il resto più potente dell'Orda d'Oro. Successivamente i sacerdoti russi, guidati da Macario di Mosca (1535-1556), dichiararono che tutti i guerrieri russi che combatterono e persero la vita in quella campagna avrebbero ottenuto la beatitudine eterna.