Perché Gorbachev decretò la rovina della più bella macchina sovietica?

Storia
BORIS EGOROV
La Chajka era l’orgoglio della produzione automobilistica dell’Urss, ma era anche associata ai privilegi della Casta: era infatti destinata a politici e figure di spicco. Così, durante la Perestrojka, nel tentativo di dimostrare che era in corso un riavvicinamento alla gente comune e una lotta ai privilegi, non solo si smise di produrla, ma furono persino distrutti i progetti e le linee di montaggio

Tra le poche auto di lusso dell’Unione Sovietica, la GAZ-13 e la GAZ-14, conosciute popolarmente come Chajka (“Gabbiano”), venivano spesso definite le auto più belle del Paese.

Queste macchine non erano chiamate a caso “Chajka”. Il nome sottolineava lo status speciale del veicolo. Prima che la GAZ-13 apparisse nel 1959, la Gaz (Gorkovskij avtomobilnyj zavod, “Fabbrica Automobili di Gorkij”; Gorkij era il nome sovietico della città di Nizhnij Novgorod), produceva le auto Volga, che prendono il nome da uno dei principali fiumi della Russia. Proprio come i gabbiani volano sempre sui fiumi, così la GAZ-13 sarebbe sempre stata al di sopra della vettura Volga in termini di prestigio, pensavano i progettisti.

La GAZ-13 si ispirava fortemente alla Packard Patrician e alla Packard Caribbean. Tuttavia, nonostante le somiglianze, l’auto sovietica non era una copia di quelle americane.

Una delle auto Chajka, conosciuta come “Chjornyj doktor” (“Dottore nero”), era usata come veicolo ambulanza per le élite del Cremlino e i membri delle loro famiglie. Tuttavia, a prima vista, questa macchina nera era più simile a un carro funebre.

Un comune cittadino sovietico non poteva acquistare una Chajka: non erano in vendita. Questa era un’auto di lusso per funzionari di livello medio. Tuttavia, la gente comune aveva la possibilità di vedere come il famoso veicolo fosse all’interno, almeno una volta nella vita. Le auto Chajka erano infatti in dotazione agli uffici del registro civile dei matrimoni ed erano molto popolari tra gli sposi.

Oltre ai politici, anche personaggi famosi (artisti, scrittori, atleti, ecc.) ricevevano spesso una Chajka dallo Stato. Ad esempio, una bianca venne regalata alla prima donna nello spazio, Valentina Tereshkova. Fu un dono molto simbolico, dal momento che il suo indicativo di chiamata nello Spazio era proprio Chajka.

Una Chajka appartenente al capo della Chiesa ortodossa russa, il Patriarca Pimen, fu addirittura rielaborata da Pierre Cardin. Lo stilista visitò Mosca nel 1979 per una sfilata di moda e incontrò anche il Patriarca. Sorpreso dalla macchina di Pimen, Cardin si offrì di progettare l’interno dell’auto con il suo stile: come se fosse un coloratissimo gelato.

Mostrata per la prima volta nel 1977, la GAZ-14 aveva una versione cabriolet (GAZ-14-05), che era attivamente utilizzata durante le Parate della Vittoria sulla Piazza Rossa.

La Chajka divenne l’auto ufficiale degli ambasciatori sovietici all’estero. Inoltre, molti diplomatici stranieri a Mosca usarono questa macchina, nonostante di solito preferissero guidare veicoli americani ed europei.

Nel 1988, durante la campagna di “lotta ai privilegi dei politici” di Mikhail Gorbachev, ai funzionari sovietici fu ordinato di abbandonare la Chaika per la meno appariscente Volga. L’idea di Gorbachev era di mostrare che l’élite politica sovietica non avrebbe più goduto di lussi a cui altri non potevano accedere, e che si stava avvicinata alla gente comune.

Ma la lotta alla Casta andò troppo oltre: non solo la produzione della GAZ-14 venne interrotta, ma tutta la documentazione tecnica e le attrezzature della linea di montaggio furono distrutte. Di conseguenza, l’idea di ripristinare la produzione della Chaika negli anni Novanta è completamente fallita.

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