Al centro della foto, Svetlana Savitskaya, pilota e cosmonauta sovietica (Foto: Itar-Tass)
Il 16 giugno 2013 ricorre il cinquantesimo anniversario del primo volo nello spazio di una donna: Valentina Tereshkova. I primi passi, i record e le prime scoperte sono state fatte da astronaute sovietiche e russe.
Nel corso di 50 anni sono andate nello spazio tre donne, sovietiche e russe: Valentina Tereshkova nel 1963, Svetlana Savitskaya 19 anni più tardi, e dopo altri 12 anni fu il turno di Elena Kondakova. Il volo di ciascuna di esse è stato una svolta, una scoperta e un'impresa, ha osservato a La Voce della Russia Igor Marinin, studioso dell’Accademia aeronautica russa “K.Ciolkovsky”:
Il primo volo di Valentina Tereshkova fu un esperimento, un controllo su come potesse comportarsi il corpo di una donna in assenza di gravità e se una donna fosse in grado di controllare un veicolo spaziale non meno di un uomo. L'esperimento dimostrò che i voli nello spazio sono un lavoro più adatto agli uomini e che queste condizioni per le donne sono molto difficili da sopportare. Nel 1980 si confermò che lo spazio, anche dopo 20 anni dal volo di Gagarin, rimane un duro lavoro da uomini.
Fu poi il turno di Svetlana Savitskaya, che compì un volo superando l’americana Sally Wright. Con il suo secondo volo, divenne la prima donna ad essere rilasciata nello spazio aperto e questo fu un nuovo record. La prima donna che, dopo di lei, prese parte a un lungo volo fu Elena Kondakova.
Negli anni ’60 e ’80 si pianificava di creare una squadra di astronauti interamente al femminile. Presso il centro di addestramento degli astronauti Zvezdnyj vivevano, lavoravano e si allenavano intere squadre femminili. All’inizio, i criteri di selezione erano severi: età massima 30 anni, altezza massima 170 cm, peso fino a 70 kg, ed era necessario avere raggiunto un certo livello di esperienza nel paracadutismo. Dopo l'ingresso nel corpo, cominciavano lunghi mesi di duro addestramento, come ha raccontato un membro della seconda squadra femminile di astronauti Elena Dobrokvashina: "Io non sono una sportiva; lo sport non mi ha mai appassionata e non mi ha mai riguardata seriamente. Appena entrata nella squadra, mi sono trovata a dover affrontare un grosso carico di lavoro fisico, che inizialmente ha richiesto un grosso sforzo da parte mia. Io ho studiato come medico e mi sono trovata a dover apprendere argomenti tecnici, e anche questo ha richiesto che io facessi un grande sforzo. Ho dovuto dare esami di balistica, sul sistema di controllo dei movimenti, e così via".
Poi i criteri di selezione sono diventati meno rigidi, soprattutto per quanto riguarda la preparazione fisica. L’importante era che l’aspirante cosmonauta fosse sana e capace di rendersi utile in orbita, medico o ingegnere che fosse. Ma la motivazione è rimasta la stessa: il romanticismo e il desiderio della scoperta, come racconta Nadezhda Kuzhelnaya, che per 10 anni si è preparata a volare nello spazio: "Gli altri pianeti mi sono sempre sembrati tranquillamente accessibili, ma ero modesta e non ne avevo mai parlato a nessuno. I protagonisti dei libri di fantascienza che leggo, tra cui anche delle ragazze, mi sono sempre sembrati dei veri eroi. Conquistavano altri pianeti in tutta facilità; speravo che prima o poi ce l’avrei fatta anch’io. Capii, che dovevo scoprire il cielo e se prima lo guardavo semplicemente dal basso sognando, ora avevo capito che dovevo andarci e conquistare quegli spazi".
La prossima cosmonauta russa potrebbe diventare Elena Serova: il suo volo per la Stazione Spaziale Internazionale è previsto nell’autunno del 2014. Elena si sta preparando da sette anni per questo. Anche il marito è un cosmonauta e sperano di andare in orbita insieme un giorno.
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