Perché in Russia le vie hanno ancora i nomi sovietici?

Kirill Kukhmar/TASS
Corso Lenin, Piazza Dittatura del Proletariato, Largo del comunismo… L’Urss è crollata nel 1991 ma sugli stradari è rimasto quasi tutto identico. Il motivo? Cambiare costa e i cittadini non sempre sono d’accordo

Immaginate di essere a San Pietroburgo e di passeggiare lungo la sua arteria principale, la Prospettiva Nevskij. Vi viene in mente di andare dare un’occhiata al municipio, il famoso Istituto Smolnij, dove i bolscevichi organizzarono il loro quartier generale nel 1917. Imboccate corso Suvorovskij, ed ecco che incrociate via Sovietica prima, via Sovietica seconda… Ci sono dieci via Sovietica una dopo l’altra! E alla fine sbucherete in Piazza Dittatura del Proletariato, davanti a un’enorme statua di Lenin.

Insomma, anche se è crollata nel 1991, l’Unione Sovietica non vi sembrerà tanto lontana, facendo questa passeggiata. Proprio in quell’anno, il 6 settembre la città cambiò nome, dopo un referendum, abbandonando quello di Leningrado (che però è rimasto alla regione circostante), che aveva assunto il 26 gennaio del 1924. Ma sia qui che nel resto della Russia i nomi sovietici restano diffusissimi.

Un passato ancora ben presente

Secondo una ricerca condotta da Yandex nell’ottobre del 2017, ci sono ancora 5.776 vie in Russia intitolate a Lenin. Si va dal gigantesco Corso Lenin (Leninskij Prospekt) di Mosca (16 chilometri di lunghezza) alle polverose strade di piccoli villaggi remoti punteggiati da una manciata di case di legno.

Nessun’altra persona in Russia può vantare così tante intitolazioni. Anche Aleksandr Pushkin e il primo uomo nello spazio, Jurij Gagarin, cedono strada. Per quanto riguarda “via sovietica”, è ancora più popolare: ce ne sono 8.121 in Russia! Le dieci di San Pietroburgo sono solo una goccia nell’oceano. 

Cambiare i nomi? Unoperazione in pausa

Non tutti i nomi sono rimasti dopo il crollo dell’Urss. Molte strade sono state ribattezzate negli anni Novanta. E anche città. Oltre a San Pietroburgo, Ekaterinburg (precedentemente Sverdlovsk, dal nome del capo bolscevico Jakov Sverdlov), Nizhnij Novgorod (era Gorkij, dal nome dello scrittore), Samara (era Kujbyshev, dal nome di un rivoluzionario) e molte altre.

Ed è difficile trovare una via che prende il nome da Stalin (dopo la destalinizzazione) o che sia intitolata a Leonid Brezhnev. Esistono, ma di solito solo in piccoli villaggi remoti. (A Brezhnev era stata intitolata anche una città, nel 1982, ma già nel 1988 tornò al nome di Nabereznhye Chelny).

Ciononostante, non c’è stato un movimento di massa, una pressione dell’opinione pubblica per rinominare i nomi dei luoghi coniati dai comunisti, e gran parte delle strade intitolate a Lenin, Mikhail Kalinin, Sergej, Kirov, Feliks Dzerzhinskij e altri leader dei bolscevichi non sono state toccate. A differenza di altri stati post-sovietici, la Russia non cancella il suo passato. Perché? 

Costi enormi

Innanzitutto, la ridenominazione non è economica. Ad esempio, negli anni Novanta una ricerca ha dimostrato che cambiare il nome di Krasnodar per tornare alla denominazione pre rivoluzionaria di Ekaterinodar, sarebbe costato circa 70 milioni di rubli (oltre un milione di euro) di denaro pubblico. Non sorprende che i residenti abbiano votato contro la modifica del nome della loro città.

Ovviamente il prezzo dipende dalle dimensioni di ogni comunità, ma in ogni caso è necessario modificare tutti i segnali stradali, i documenti, gli indirizzi e così via.

Molte persone non sono felici di pagare, e preferiscono che le cose rimangano come sono, e nel complesso lo fanno anche le autorità, anche in regioni ricche come Mosca. Come scrisse “Novaja Gazeta” nel 2015, “le autorità della capitale non sono disposte a rinominare strade densamente popolate”. È sempre un grosso problema. 

Eroi o assassini?

Ma non si tratta sempre solo di soldi. Spesso rinominare qualcosa che porta il nome di una figura controversa scatena un acceso dibattito. Ad esempio, a Mosca è in corso una battaglia per la questione della ridenominazione della stazione della metropolitana Vojkovskaja.

Il bolscevico Petr Vojkov si pensa abbia giocato un ruolo importante nella fucilazione della famiglia Romanov nel 1918, così per molte persone, per lo più di fede ortodossa, monarchici e liberali, il suo nome è maledetto. I comunisti, tuttavia, considerano Vojkov un modello.

Di tanto in tanto, le persone, inclusi politici e personaggi pubblici, litigano per il cambio di nome di Vojkovskaja. Nel 2015, le autorità di Mosca hanno anche organizzato un sondaggio web: il 53% delle persone ha votato per mantenere il nome. 

Il cambiamento èpossibile?

Ma non tutti i posti con nomi sovietici controversi sono certi di mantenere il loro nome. Per esempio, a novembre 2017, la commissione toponomastica di San Pietroburgo ha deciso di mutare il nome delle dieci via Sovietica di cui parlavamo in apertura in Via Rozhdestvenskaja (del Natale), nome che avevano fino al 6 ottobre del 1923. La decisione finale, tuttavia, spetta al governatore. Per quanto riguarda le reazioni ufficiali, il presidente dell’assemblea legislativa della città, Vjacheclav Makarov, ha affermato che prima di ribattezzare qualcosa, le autorità dovrebbero chiedere alla gente. Gli abitanti sono divisi e dubbiosi. Alcuni a favore, altri contro, e la gran parte sembra avere qualcosa di più importante a cui pensare. Come l’anziana Tamara Ivanovna, una passante che, intervistata dalla “Komsomolskaja Pravda”, ha risposto: “Scusate, ma devo andare a dar da mangiare al gatto”.

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