Vasilij Surikov (1848-1916), “Illuminazione del Cremlino di Mosca”, Galleria Tretjakov
Il monumento più famoso della Russia incanta con le sue maestose porte, le svettanti cupole, i lavoratissimi ornamenti e le mitiche torri con l’orologio. Gran parte degli edifici del Cremlino risalgono al periodo compreso tra il XIV e il XVII secolo ed erano progettati per impressionare, e ancora oggi lo fanno. Questo non è solo il centro del potere russo, ma il cuore del Paese.
Vasilij Polenov (1844-1927), “Cortiletto moscovita”, 1878, Galleria Tretjakov
È difficile da credere, oggi, che molti quartieri di Mosca fossero ancora simili a villaggi alla fine del XIX secolo. E che molte case di legno e baracche siano rimaste in piedi, vicino al centro, fino agli anni Sessanta del Novecento.
Aristarch Lentulov (1882-1943), “Cattedrale di San Basilio”, 1913, Galleria Tretjakov
Questa cattedrale è uno dei simboli di Mosca, riprodotto su milioni di cartoline e souvenir. La costruzione (1555-1561) di San Basilio fu ordinata da Ivan il Terribile per festeggiare la conquista del Khanato di Kazan. Secondo la leggenda, il feroce sovrano fece poi accecare gli architetti alla conclusione dei lavori, affinché non potessero riprogettare qualcosa di così bello da qualche altra parte.
Boris Kustodiev (1878-1927), “Ristorante a Mosca”, 1916, Galleria Tretjakov
Il “traktir” russo in realtà è qualcosa di più e di diverso dal ristorante o dalla trattoria. È una specie di locanda con piccolo caffè economico, dove le persone potevano passare la notte e mettere qualcosa sotto i denti. Gli aristocratici preferivano andare in ristoranti più di classe, così il traktir era frequentato principalmente da cocchieri e piccoli borghesi, intenti a mangiare shchi e a bere sbiten.
Aleksandr Labas (1900-1983), “Metrò”, 1936, Galleria Tretjakov
La metropolitana di Mosca è entrata in servizio nel 1935 ed è cresciuta fino a diventare una delle più grandi e trafficate reti sotterranee del mondo. Negli anni Trenta c’era una sola linea (la rossa) con undici stazioni. Oggi le fermate sono 206 (di cui 44 beni culturali) e continuamente ne vengono inaugurate di nuove.
Jurij Pimenov (1903-1977), “La nuova Mosca”, 1937, Galleria Tretjakov
Questo quadro venne dipinto bel bel mezzo della ricostruzione staliniana di Mosca. Il piano regolatore prevedeva la costruzione di nuove superstrade, ponti, e lo sviluppo della metropolitana.
Natalja Nesterova (1944-vivente), “La casa di Gogol”, 1979, Galleria Tretjakov
In questo edificio sul Boulevard Nikitskij lo scrittore Nikolaj Gogol (1809-1852) passò i suoi ultimi quattro anni di vita. Qui, negli ultimi dieci giorni prima della morte, bruciò alcuni manoscritti. Il monumento nel giardino antistante fu eretto nel 1909, per il centenario della nascita. Nel 1923 la casa divenne un museo. A fondarlo fu Nadezhda Krupskaja, la moglie di Lenin.
Konstantin Dorochov (1906-1960), “Mosca. Università”, 1953, In Artibus Foundation
L’Università Statale di Mosca Michail Lomonosov venne fondata nel 1755 (fu la prima in Russia). La sua attuale sede principale, sulla Collina dei Passeri, fu costruita nel 1953 (allora le colline erano intitolate a Lenin). Il grattacielo (una delle “Sette sorelle” di Stalin) è uno dei simboli dell’architettura sovietica.
Evgenij Oks (1899-1968), “Le vie della vecchia Mosca”, anni ’60, In Artibus Foundation
Negli anni Sessanta, Mosca crebbe a dismisura, e vide la trasformazione di quelli che erano villaggi nei paraggi in interi quartieri dormitorio. Iniziò l’epoca dei grigi palazzoni condominiali, le “chrushchëvki”. Nella vecchia Mosca, fino ad allora si erano conservati edifici di legno, più bassi degli alberi che crescevano nelle strade.
Natalja Nesterova (1944-vivente), “Vicolo Pechatnikov”, 1985, In Artibus Foundation
La Casa con le cariatidi di Mosca fu costruita a inizio Ottocento, subito dopo l’invasione napoleonica. Nel 1896 venne acquistata dall’artigiano Peter Sysoev (aveva partecipato al progetto dell’hotel Metropol, un gioiello dello stile Liberty), che decise di decorarla con i suoi lavori. Ai tempi dell’Unione Sovietica la casa venne suddivisa in vari appartamenti con servizi in comune, poi fu vuota per lungo tempo, e infine affittata a uso uffici. Era quasi distrutta quando nel 2013 è stata restaurata completamente da un investitore privato.