Roberto Mancini
Imago/Global Look PressRoberto Mancini durante la presentazione del suo nuovo incarico allo Zenit. Fonte: AP
È la premier league russa, ma sembra la serie A. Almeno a guardare le panchine. Su quella dei campioni in carica dello Spartak Mosca siede Massimo Carrera, che li ha riportati a vincere il titolo dopo 14 campionati di digiuno. Su quella dello Zenit San Pietroburgo è arrivato Roberto Mancini, con tutta l’intenzione di ricondurre la squadra della ex capitale al primo posto, come negli anni trionfali dell’altro italiano, Luciano Spalletti (ora all’Inter).
Sabato 15 luglio inizia il campionato, con un primo turno spezzatino, che si allungherà fino a martedì 18 (per permettere di rifiatare proprio allo Spartak di Carrera e agli altri moscoviti del Lokomotiv, che venerdì 14 si contenderanno la Supercoppa di Russia). Ma chi è il favorito nella sfida fratricida tra i due italiani?
Carrera nella conferenza stampa del 12 luglio ha detto che è ora di "dimenticare quello che è successo nella scorsa stagione". Smaltire, insomma, la sbornia del successo e concentrarsi sui nuovi impegni. "Poi se arriveremo secondi o terzi, vorrà dire che qualcuno sarà stato più forte di noi. L’importante è dare tutto. Non avere rimpianti a fine anno. Non cercare alibi. Noi non siamo di quelli che se perdiamo è colpa dell’arbitro, del tempo o del campo…".
I tifosi borbottano un po’, oltre che per la nuova maglia (senza strisce,ndr), per il mercato un po’ asfittico. "Ora siamo concentrati sulla Supercoppa. Dopo vedremo", dice l’ex juventino, che non nasconde qualche ristrettezza di cassa: "Non dobbiamo sbagliare gli acquisti. Perché abbiamo il fair play finanziario e non c’è un budget enorme. Quindi gli innesti dobbiamo sceglierli giusti".
A Mancini ha dato un solo consiglio: "Non fischiare in casa". Evidentemente questa superstizione russa (se fischi in casa, perderai tutti i soldi) lo ha colpito, in questo anno ormai abbondante di permanenza a Mosca.
"Accetto il consiglio di Carrera", gli ha risposto l’ex allenatore di Inter e Manchester City, "mi hanno spiegato cosa significa. Porta sfortuna e problemi finanziari. Ci starò attento. Purtroppo, da parte mia, non ho consigli da dargli, perché, rispetto a lui, sono in Russia da molto meno tempo e so ancora poco del Paese".
Massimo Carrera festeggia la vittoria della sua squadra. Fonte: AP
Nella prima grande intervista rilasciata da quando siede sulla panchina dello Zenit, pubblicata il 12 luglio dal portale sportivo Chempionat, il Mancio ha parlato a lungo del confronto con l’altro italiano. "Con Carrera ci conosciamo personalmente. Siamo della stessa epoca, giocavamo negli stessi anni. E uno dei miei collaboratori qui allo Zenit, Angelo Gregucci, è stato in squadra con lui (nell’Alessandria, nella stagione 1984-85, ndr). La sua presenza aggiunge emozioni. Massimo ha fatto un grande lavoro allo Spartak e ha meritato il successo, dimostrando di essere un ottimo professionista. La nostra sfida personale nella stagione che sta per iniziare sarà molto interessante. Ma noi rispettiamo tutte le squadre, e credo che lo Spartak non sia l’unica squadra pericolosa. E poi bisogna prendere coscienza che noi siamo lo Zenit e sono gli altri che, prima di tutto, devono avere paura di noi. Siamo solo all’inizio, ma non possiamo avere l’ossessione dello Spartak. Vogliamo costruire una squadra vincente non solo in Russia, ma anche nelle competizioni europee".
Intanto il campionato di Mancini inizierà molto lontano, sul campo dell’SKA-Chabarovsk, squadra che ha appena conquistato la prima storica promozione nella massima serie e che rappresenta il nuovo record di distanza per le trasferte in Russia (8 ore di aereo per Mancini e i suoi, per arrivare nel Lontano Oriente). Occasione per l’allenatore di studiare un po’ di geografia e cultura russa, di cui si dice molto curioso, a differenza di alcuni calciatori italiani (che devono avergli risposto picche) a cui lancia una frecciatina. "Ci sono giocatori da noi che quando arriva una proposta, se sentono la parola “Russia” subito rispondono “no”. Penso che semplicemente non siano pronti a nuove esperienze, a nuove avventure… Secondo me, sbagliano. Può essere che non capiscano cosa significa “Zenit”. Lo Zenit è il più importante club della Russia. Dire “Zenit” qui è come dire “Juventus” in Italia. E uno stadio e attrezzature sportive e campi di allenamento come quelli di questa società, in Italia non ce li ha nessuno. Non se li immaginano neppure".
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