Ma i russi sono davvero più resistenti degli altri al freddo?

: Grigory Avoyan
In Russia ci sono casi incredibili di sopravvivenza a condizioni estreme nella taiga, ma c’è anche l’abitudine a temperature tropicali negli appartamenti (grazie al riscaldamento centralizzato)

Fonte: Grigorij AvoyanFonte: Grigorij Avoyan

Per Valerij Malkov, un camionista di Bratsk (una città siberiana oltre 5.000 chilometri a est di Mosca), quel giorno del gennaio del 2013 era iniziato in un modo del tutto ordinario. Era salito in treno, diretto alla piccola città di Aldan, in Jacuzia, distante oltre due giorni di viaggio da Bratsk. Andava lì per un lavoro a tempo, come faceva ogni due mesi. La notte gli faceva un po’ male la schiena, non riusciva a prendere sonno, e decise di uscire dal proprio scompartimento per fumarsi una sigaretta nella passerella intercomunicante tra i vagoni.

Dopo essersela fumata, aprì la porta per tornare in cuccetta, ma subito si accorse di due cose. La prima era che aveva sbagliato direzione e quella era la porta di fine treno. La seconda è che si erano dimenticati di chiuderla. La terza cosa che Malkov capì è che era appena caduto sulla neve, in mezzo ai binari e nel bel mezzo del nulla. Era in tuta da ginnastica, ai piedi aveva delle ciabatte e la temperatura nella taiga era di meno quaranta gradi.

Come avrebbe raccontato in seguito, la situazione non gli lasciò molta scelta. Iniziò a correre dietro al treno, anche se con le ciabatte era molto faticoso. Lo fece per sette chilometri, senza permettersi di pensare un attimo al freddo a alla morte, arrivando alla stazioncina più vicina, quella di Richard-Zorge (intitolata alla “migliore spia di tutti i tempi”), dove uno scioccato ferroviere lo fece entrare e gli offrì del tè caldo, per poi accompagnarlo al suo treno che era fermo in stazione a Nerjungri. Malkov, che dice di essere stato assolutamente sobrio al momento dei fatti, non si prese neanche un raffreddore dopo questa esperienza. “Ma la mattina dopo, ripensandoci, ho un visto la vita sotto una diversa angolatura”, ha raccontato

 

I russi non sono i più stoici

Potrebbe sembrare che l’incredibile avventura di Valerij Malkov sia la tipica storia da russi super resistenti al freddo. Ma si tratta di un fatto estremo, anche per la Russia. Certo, di tanto in tanto i russi amano raccontare aneddoti su quanto siano bravi a sopportare le basse temperature. E spesso si vantano che a 42 grandi sotto zero l’intero sistema di trasporti europei collasserebbe, mentre loro si mangiano un gelato all’aria aperta durante una sosta del treno in stazione. Altri danno dimostrazione di resistenza, nuotando nei laghi ghiacciati d’inverno. 

In ogni caso, questi racconti non sono troppo diversi da quelli che a tale riguardo potreste sentire in altre nazioni, escluse ovviamente quelle che non sperimentano mai l’inverno e la neve.

Diversa è la capacità di resistere al freddo delle case europee (tra cui quelle italiane) non super riscaldate come quelle russe. Per esempio, la russa Olga, o nihon81, come si chiama sulla piattaforma di blog Livejournal, racconta l’esperienza con un suo collega quando viveva a Londra. Era molto più resistente di lei al freddo, perché per tutta la vita aveva vissuto in una casa senza riscaldamento centralizzato. Così come era rimasta stupita dai giapponesi, per la loro capacità di andare in giro senza giacca e a gambe scoperte durante l’inverno, con appena 8 gradi. Sorprendentemente, questi popoli sembrano soffrire il freddo meno dei russi.

 

Il trucco sono i vestiti pesanti

La Russia è uno dei Paesi più freddi del mondo, con una temperatura media annua di appena 1,69 gradi Celsius (in Italia si avvicina a 14). Aleksandr Beljaev, vicedirettore dell’Istituto di Geografia presso l’Accademia russa delle Scienze spiega il perché. “Il Paese è situato molto a Nord e manca di catene montuose a settentrione che la proteggano dai gelidi venti artici. Infatti le montagne del Caucaso sono a Sud e gli Urali si allungano in senso meridiano. Inoltre, non gode di correnti calde oceaniche perché non ce ne sono nei mari che bagnano la Russia”. Non sorprende che i cosiddetti “poli del freddo record” dell’emisfero Nord siano tutti in Siberia. Si tratta di Verchojansk, in Jacuzia (città di 1.500 abitanti, a oltre 8 mila chilometri da Mosca), dove nel 1892 fu registrata la temperatura di -67,6 C° e Ojmjakon, villaggio di 800 abitanti, sempre in Jacuzia, dove la colonnina di mercurio si è fermata a -67,7 C° nel 1933. Nonostante questo, la gente ancora adesso vive e lavora in questi posti.

Ma come fanno i russi a convivere con questo clima così rigido? La risposta che vi daranno in Siberia è piuttosto semplice: bisogna indossare abiti caldi, ed essere pronti a farlo sempre, anche in primavera, in autunno e spesso pure d’estate. Secondo nihon81, “un vero siberiano non è chi non sente il freddo, ma chi sa vestirsi in modo da stare sempre caldo”.

L’articolo è parte della serie Sapete perché?, nella quale Rbth risponde alle più frequenti domande sul Paese

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