Generazione Z: chi sono i giovani russi che guideranno il Paese

Beautiful red-haired girl looking at the mirror. Russia

Beautiful red-haired girl looking at the mirror. Russia

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Sono nati nel benessere e cresciuti in un’epoca digitale. Tra i loro idoli si contano rapper e videoblogger. Subiscono il fascino di Navalnij e sono pronti a scendere in piazza a protestare. Chi sono i ragazzi che tra pochi anni definiranno l’immagine della Russia?

La Generazione Z sarà quella che fra pochi anni guiderà il Paese. Fonte: Getty ImagesLa Generazione Z sarà quella che fra pochi anni guiderà il Paese. Fonte: Getty Images

Fin da piccoli hanno vissuto in un’epoca digitale. Amano i videoblog e gli smartphone, ma al tempo stesso cercano nella vita la verità. In Russia sta crescendo la “Generazione Z”: ragazzi dai 14 ai 20 anni che non somigliano né ai familiari più vecchi di loro, né ai loro coetanei occidentali.

Le fasce d’età a cui si riferisce la “Generazione Z” vengono stabilite in modi diversi dai sociologi: per alcuni a questa categoria appartengono i giovani nati dopo il 1995, per altri quelli nati dopo il Duemila. In ogni caso si tratta di adolescenti dai 14 ai 20 anni e di studenti dei primi anni di corso, fino a ieri bambini. Con il passare del tempo il loro ruolo nell’economia sta diventando sempre più rilevante: secondo le stime della società Universum e degli specialisti del Mit (Massachusetts Institute of Technology), entro il 2020 i rappresentanti della Generazione Z costituiranno il 20% della forza lavoro nel mondo.

La Generazione Z russa (o Centennials, “центениалы” in russo) risulta importante anche per il suo peso numerico, più elevato rispetto a quello dei suoi predecessori degli anni Novanta: negli anni Duemila in Russia il tasso di natalità ha cominciato progressivamente a crescere dopo il crollo dei decenni precedenti. Ma come sono i giovani che tra un paio di decenni definiranno l’immagine del Paese?

Ragazzi con skateboard. Fonte: AFPRagazzi con skateboard. Fonte: AFP

Capitalisti benestanti e isolati

“Sono nati e cresciuti in una società dove tutti i bisogni primari vengono soddisfatti - spiega Anna Kanakova, direttore commerciale della società Wowworks.ru -. Sono ben nutriti, hanno un tetto sopra la testa, un appartamento accogliente, cure mediche e anche una certa istruzione”. Perciò i ragazzi cresciuti negli anni Duemila, a detta della Kanakova, sono più assuefatti al benessere di quelli delle generazioni precedenti che ancora ricordano le difficoltà quotidiane dei tempi dell’Urss o la terribile crisi economica degli anni Novanta.

Il rovescio della medaglia della prosperità dei Centennials è il loro isolamento. Se i bambini sovietici andavano in giro da soli, giocavano, si rincorrevano nei cortili e comunicavano coi loro coetanei, negli anni Novanta e negli anni Duemila i genitori hanno coperto di attenzioni i propri figli, impedendo loro di uscire di casa da soli.  Secondo la Kanakova, “l’ambiente esterno alla famiglia era percepito solo come aggressivo e ostile”. Di conseguenza la Generazione Z è più “domestica”, gli adolescenti sono diffidenti nei confronti delle persone al di fuori della loro cerchia.

A detta di Arina Khodyreva, dell’agenzia di comunicazione Rbn H+K, nonostante la Generazione Z sia nata dopo il crollo dell’Urss, il passato sovietico influenza ancora la loro visione della vita. “A causa del retaggio del sistema sovietico dove tutto era ‘pubblico’, le prime generazioni post-sovietiche sono diventate nella gran parte dei casi capitaliste nel senso tradizionale del termine: sono consumiste, vogliono avere l’appartamento di proprietà, possedere un’auto e così via”, afferma la Khodyreva. La  cosiddetta sharing economy, basata sulla condivisione e lo scambio, di moda tra i giovani in Occidente, qui non ha attecchito molto.

Ragazza nella metropolitana di Mosca. Fonte: Getty ImagesRagazza nella metropolitana di Mosca. Fonte: Getty Images

Il culto dello smartphone

I Centennials sono la prima generazione “cresciuta su internet”: sono stati abituati a vivere in ambienti hi-tech fin dalla prima infanzia. Il loro gadget preferito, secondo la ricerca di mercato “Young and Younger” effettuata dalle agenzie Pbn H+K e Magram, sarebbe il cellulare. Se i rappresentanti della Generazione Y (o Millennials), ovvero la categoria di giovani compresa tra i 18 e i 35 anni secondo la definizione di Pbn H+K e Magram, usano più intensamente tablet e notebook, i teeenager dai 14 ai 17 anni trovano più comodo usare lo smartphone per comunicare, ascoltare la musica e guardare i video.

In generale i ragazzi della Generazione Z amano molto i video. La piattaforma principale che utilizzano è YouTube: il 55% degli adolescenti intervistati guardano qui film e serial, preferendo YouTube alla televisione e ad altri siti. Inoltre, per loro YouTube è anche un motore di ricerca. “Se la Generazione Y preferiva cercare le informazioni in un normale motore di ricerca, la Generazione Z si rivolge a YouTube”, si legge nell’indagine.

Giovani ascoltando musica. Fonte: Getty ImagesGiovani ascoltando musica. Fonte: Getty Images

Rapper e videoblogger i loro idoli

I fanatici di YouTube selezionano i propri eroi: secondo i risultati del sondaggio di Pbn H+K e Magram, i videoblogger che scherzano (come il comico stand up Danil Poperechnyj), che criticano un brutto film (come Evgenij Bazhanov, famoso come badcomedian) o che semplicemente chiacchierano di tutto senza interruzione (Ekaterina Trofimova, alias Kate Clapp) sono per gli adolescenti russi i più grandi opinion leader nei social network. Secondo i ricercatori, i videoblogger hanno di fatto sostituito le star televisive.

Quanto alla musica, la Generazione Z sembra essere in perfetto accordo con la frase di Kanye West “il rap è il nuovo rock and roll”, che, tra l’altro, cita tra i suoi musicisti preferiti i rapper russi Egor Krid, Basta e Timati. I loro predecessori al contrario amavano il rock e addirittura elencavano tra le loro band più amate i Metallica. “Nel loro caso il conflitto generazionale si mura sul rock e sul rap”, dice scherzando Arina Khodyreva.   

Il 7% delle persone fermate ai recenti meeting di protesta aveva meno di 18 anni. Nella foto, ragazzi in piazza Pushkinskaya a Mosca durante la marcia organizzata il 26 marzo dall’oppositore Aleksej Navalnyj. Fonte: Dmitrij Golubovich/Global Look PressIl 7% delle persone fermate ai recenti meeting di protesta aveva meno di 18 anni. Nella foto, ragazzi in piazza Pushkinskaya a Mosca durante la marcia organizzata il 26 marzo dall’oppositore Aleksej Navalnyj. Fonte: Dmitrij Golubovich/Global Look Press

Le proteste

Alla fine di marzo la Generazione Z, che prima si considerava apolitica, ha stupito tutti i politologi: studenti dai 14 ai 20 anni hanno manifestato in gran numero ai meeting di protesta organizzati il 26 marzo dall’oppositore Aleksej Navalnyj. Secondo i dati sugli arresti del Servizio di monitoraggio di Ovd-info, il 7% dei fermati ai meeting aveva meno di 18 anni. Un fenomeno senza precedenti in Russia.

Secondo Elena Omelchenko, direttrice del Centro di studi sui giovani dell’Università Nazionale di Ricerca dell’Alta Scuola di Economia, i giovani in Russia sono diventati un nuovo soggetto politico. “Hanno respinto la politica ufficiale o semiufficiale, ma si sentono politicamente coinvolti”, osserva la Omelchenko in un’intervista a Kommersant. A suo avviso, gli adolescenti, senza addentrarsi nelle sfumature dei programmi di partito e delle dichiarazioni dei politici, sono sensibili alle istanze di giustizia e per questo la retorica anticorruzione di Navalnyj trova ripercussione in loro. Inoltre, apprezzano il format con cui Navalnyj si rivolge al pubblico, che in fondo è come un videoblog, anziché sulla musica o sui vestiti, sulla politica.

Il politologo Valerij Solovej, docente del Mgimo, ritiene che, nonostante la partecipazione massiccia dei giovani della Generazione Z  alle manifestazioni di protesta, i Centennials non si possano definire più politicizzati dei loro familiari più vecchi. “Si tratta più che altro di un fatto di età. Come in ogni parte del mondo, anche in Russia i ragazzi sono più attivi e dinamici dei loro genitori, e sono pronti a protestare, semplicemente perché sono più irrequieti e meno timorosi delle conseguenze”, afferma Solovej. A suo avviso, col tempo la Generazione Z seguirà le orme dei genitori e diventerà più prudente e conservatrice.

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