Alcuni ospiti del Gran Ballo Russo.
Piero FanizziÈ “Un ballo in maschera” del poeta russo Mikhail Lermontov l’opera letteraria dell’800 a dettare quest’anno la linea, e la moda, del Gran Ballo Russo svoltosi sabato scorso, 9 gennaio, a Roma all’Hotel St. Regis. Oltre trecento, di cui almeno un terzo russi, i partecipanti provenienti da tutta Europa secondo gli organizzatori Nino Graziano Luca, a capo della Compagnia Nazionale di Danza Storica, e Yulia Bazarova di Eventi-Rome. Centinaia di dame e cavalieri che, tra un giro di valzer russo o italiano e un passo di mazurka francese, facevano capolino da dietro le loro maschere nelle più svariate versioni: glitterate con luccichii dorati o argentei, traforate e lavorate in chiacchierino oppure ornate con piume di diversi colori che svettavano al di sopra di pettinature fatte di intrecci o morbide ciocche cadenti.
I partecipanti del Gran Ballo Russo. Credit: Piero Fanizzi
“Anche la quarta edizione si conferma un’occasione di scambio culturale non solo tra Italia e Russia ma, più in generale, di carattere internazionale. Molteplici infatti i Paesi di provenienza dei danzatori: Germania, Austria, Slovacchia ma anche Francia, Spagna e perfino Argentina – afferma Yulia Bazarova di Eventi-Rome -. Quest’anno abbiamo scelto Lermontov come autore dell’800 russo, un poeta molto importante in Russia ma poco conosciuto in Italia la cui opera letteraria viene rappresentata portando in scena proprio il momento del ballo in maschera, nella duplice versione in lingua russa e in lingua italiana”.
Protagonisti della messa in scena, per la versione russa, il regista e attore Nikolaj Burlyaev, nel ruolo di Lermontov, autore, tra l’altro, di un documentario sul poeta russo che sarà proiettato stasera, lunedì, 11 gennaio, in lingua russa con sottotitoli in inglese presso il Centro Russo di Cultura e Scienza di Roma. I ruoli dei due protagonisti - i due sposi Evgenij Arbenin e Nina Arbenina - sono stati interpretati rispettivamente, per la versione russa, da Aleksandr Kornelyuk e Marina Orlova e, per quella italiana, da Davide Gramiccioli e Angelica Pedatella.
Taglio della torta. Credit: Piero Fanizzi
La scena racconta di Arbenin, un ex don Giovanni che si scopre un marito geloso, e della moglie Nina che, di ritorno da un ballo in maschera dove si era recata di nascosto, viene scoperta dal marito a causa di un braccialetto smarrito che Arbenin sospetta si tratti di un pegno d’amore lasciato dalla moglie ad un presunto amante. “In ‘Un ballo in maschera’ troviamo tutti gli umori della società russa e la prosecuzione dello Sturm und Drang tedesco che ha caratterizzato il Romanticismo dell’800 – spiega Nino Graziano Luca –. Quando Arbenin ammazza Nina, non uccide solo una moglie ma tutto il genere femminile a cui era stato votato nella sua fase precedente di don Giovanni. Il ballo in maschera in quest’opera letteraria è una metafora della vita: dame e cavalieri sono tra loro in competizione per fare coppia con il partner ambito e, ci si ama e ci si odia, a seconda di se si raggiunge o meno la meta ambita”.
Tra gli ospiti, anche il celebre cantante italiano Al Bano, tra i più amati dal pubblico russo che egli definisce “molto sensibile, intelligente, passionale” ma che, a quanto pare, dovrà aspettare almeno fino al 2017 per poterlo ascoltare dal vivo: “I concerti in Russia sono al momento in stand by. Forse prevederemo qualche data a partire dall’anno prossimo. Intanto nel 2016, oltre che in Italia, sarò in tour in tutta Europa”.
L'organizzatrice Yulia Bazarova con Al Bano. Credit: Piero Fanizzi
Tra i danzatori più giovani, anche l’attrice 24enne Chiara Basile Fasolo di Pisa, che, già sul set italiano nella scorsa edizione di “Squadra Mobile” nei panni di una baby escort, tornerà sugli schermi televisivi per la nuova stagione della serie tv “Braccialetti rossi”, nel ruolo di una giovane mamma. Cosa le piace del Gran Ballo Russo? “Più di tutto l’idea di travestirsi e rivivere epoche passate”. Un fenomeno di costume quindi non legato soltanto alla danza storica: “Anche se non so ballare, ne sono stata subito coinvolta proprio in quanto evento culturale”, afferma Maria Shichkova, ospite russa che vive a Lugano e venuta a Roma apposta per l’evento di gala.
Interpellando invece alcuni dei danzatori più veterani, allievi della scuola di danza storica, come i coniugi Cettina ed Enrico Urbani, la kermesse italo-russa è bella “per l’atmosfera in sè, per i rituali, lo stile, le vecchie maniere e quel garbo di un tempo così difficile da trovare oggigiorno”. Insomma, un tuffo in un mondo d’altri tempi. Anche se solo per il tempo di una notte.
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