Non c'è inverno senza colbacco

Copricapo per l'inverno (Foto: Reuters)

Copricapo per l'inverno (Foto: Reuters)

Il berretto invernale è un "must have". Viaggio tra le varie tipologie di copricapi. Per scoprire forme, fogge e fatture tra le più svariate

L'esempio più celebre è il berretto da aviatore con i paraorecchie (in russo, ushanka). Il suo progenitore, il "treukh", divenne popolare già nel XVII secolo. Questo colbacco di pelliccia, il più delle volte di pecora, sul davanti era adornato da un ampio orlo di pelo, sulla nuca si allungava in un'ampia falda che arrivava fino alle spalle, e le orecchie erano protette da due paraorecchie. Per proteggere la gola dal vento e dal gelo, sotto il mento i paraorecchi si legavano con due cinturini. il treukh godeva di grande popolarità soprattutto nelle regioni centrale e settentrionale del Paese, dove l'inverno è più umido. Sembra un paradosso, ma l'inverno è più facile da sopportare in Siberia che nella Russia centrale: il minor tasso di umidità fa la differenza.

La storia degli odierni cappelli con i paraorecchie iniziò in tempi relativamente recenti. Dopo la Rivoluzione del 1917 nei reparti dell'esercito "bianco" dell'ammiraglio Kolchak fece la sua comparsa un copricapo assai pratico, la "norvezhka", la cui forma era ispirata ai cappelli dei norvegesi, conquistatori del Nord.  A differenza del treukh, questo cappello è fornito di lunghe "orecchie" che possono essere allacciate sotto la gola per tenerla calda, oppure sulla cima del capo, per maggiore comodità. In seguito, la norvezhka fu adottata anche dai soldati dell'Armata Rossa.  

La storia degli odierni cappelli con i paraorecchie iniziò in tempi relativamente recenti (Foto: Reuters)

Durante gli anni della guerra, dal 1941 al 1945, intere fabbriche di pellicce furono convertite esclusivamente alla confezione di cappelli con paraorecchie per coprire il fabbisogno dei soldati al fronte. L'ushanka, questa meraviglia del design, è in uso ancora oggi in diversi colori (grigio per la polizia, nero per la marina). I soldati costretti a stare di guardia in piedi al gelo, con i paraorecchie sollevati, risolvono il problema indossando un cappello di una misura maggiore, che scende sulle orecchie e in tal modo impedisce loro di congelarsi. Dal guardaroba militare l'ushanka passò in quello civile. In URSS questi cappelli di pelliccia, di pelo di renna, di castoro, di topo muschiato e di altri animali erano indossati dalla maggioranza della popolazione maschile.

Gli altri, dalla metà degli anni '70, portavano i cosiddetti "cappelli a galletto". Questa cuffia di maglia aveva una parte superiore piuttosto alta che la faceva assomigliare alla cresta di un gallo. I preferiti erano i "galletti" con la scritta "Sport" o con i disegni di abeti e renne; spesso erano provvisti di pon-pon o di un ciuffetto di lana in cima a una cordicella. Questo accessorio divenne talmente di moda e rappresentativo che alla XXI Olimpiade invernale di Vancouver i completi da cerimonia degli atleti russi comprendevano dei cappellini in maglia di lana con il pon-pon. Non meno amato era e resta il colbacco del Kuban (kubanka). Giunta sino a noi dall'Asia Centrale e dal Caucaso, la kubanka papakha era un attributo dei Cosacchi del Kuban (da cui prende il nome). La papakha classica è un copricapo di forma cilindrica dalla sommità piatta, di astrakan.

In Unione Sovietica godette di una straordinaria popolarità la versione femminile della kubanka, fatta di pelliccia a pelo lungo o di volpe bruna. Questo accessorio di grande effetto divenne di moda grazie ai costumisti della Mosfilm: lo indossava infatti la protagonista di un film molto amato da tutti i russi, "Ironia del destino". Oggi la kubanka è tornata di attualità: si può tranquillamente tirare fuori dall'armadio la kubanka di volpe bruna della mamma, toglierla dalla sua scatola di latta (il modo migliore per conservarla, per non sciuparne la forma e il pelo) e indossarla con un cappotto di taglio classico o con una mantella a trapezio senza colletto, in stile anni '60. La combinazione di pelliccia e colbacco di pelo, invece, non è la soluzione più elegante, anche se tiene indubbiamente caldo.   

Anche l'ushanka non va mai fuori moda. Celebri marchi come Paul Smith, Bally e Ralph Lauren invitano a completare il proprio look invernale con i cappelli paraorecchie. Anche i berretti di pelo a forma di casco e dalle tinte sgargianti della collezione autunno-inverno 2013-2014 di Chanel ricordano una versione semplificata della cara, vecchia ushanka.

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