L’ambra è considerata un elemento pregiato presso molti popoli, e in Russia quasi ogni donna possiede gioielli realizzati con questa pietra. È particolarmente apprezzata dai russi non solo per la straordinaria bellezza e il prezzo accessibile (costa molto di meno rispetto ai diamanti e agli smeraldi), ma anche per le proprietà curative che le vengono attribuite.
Pavel Kuzmichev
Secondo diversi dati, in Russia si concentra dall’80% al 95% delle riserve mondiali di questa pietra preziosa: i giacimenti si trovano sull’isola di Sakhalin come nella penisola del Tajmyr, ma il più grande al mondo è situato nel piccolo villaggio di Jantarnyj, nella regione di Kaliningrad (il nome dice tutto: “jantar” in russo significa “ambra”).
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Gli studiosi hanno calcolato che ogni metro cubo di “terra azzurra” (“blaue Erde”; così è chiamato il terreno contenente ambra) racchiude 1,9 kg di questa preziosa resina fossile.
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L’unica impresa al mondo che si occupa dell’estrazione industriale di ambra è il complesso di Kaliningrad, entrato a far parte di Rostec e al momento impegnato nello sviluppo della cava di Primorskij, che siamo riusciti a visitare.
Perché l’ambra viene estratta alla cieca?
L’ambra non si vede così com’è, è contenuta nella “terra azzurra” (che possiede davvero questa sfumatura cromatica) a 50-60 metri di profondità. Il processo di estrazione stesso appare abbastanza inusuale: un operaio si posiziona in fondo alla cava e con una speciale pompa idraulica ad alta pressione colpisce la roccia contenente l’ambra con un getto d’acqua marina.
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“L’acqua dolce non è sufficiente per pulirla, la roccia è molto densa”, ci spiega Aleksej Korkin, geologo a capo della cava, “quindi usiamo l’acqua del Mar Baltico. Per pulire un metro cubo di questo materiale argilloso sono necessari otto metri cubi di quell’acqua”.
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In questo modo si ottiene la torbida, un misto di “terra azzurra” e acqua marina che scorre lungo il canale e finisce in un fossato apposito, da dove viene trasportata in un impianto di arricchimento tramite un condotto.
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Dal momento che l’acqua è indispensabile in questo processo, è possibile estrarre l’ambra fino all’arrivo della stagione fredda, prima che l’acqua si congeli, generalmente fino a metà novembre, mentre durante l’inverno la cava è interessata da lavori di manutenzione preventiva.
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In una giornata lavorativa, nella cava vengono estratte dalle tre alle cinque tonnellate di ambra, tra cui anche pepite che pesano più di 1 kg. Generalmente vengono individuate già all’interno dell’impianto, perché fino a quel momento sono rimaste nascoste sotto uno strato argilloso. È quasi da non credere che intere tonnellate di ambra stiano passando davanti a noi in questo momento!
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“Abbiamo già estratto 12 grosse pepite durante questa stagione”, afferma Aleksej. “La più pesante l’abbiamo trovata all’inizio della primavera, pesava 1,876 kg”.
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Fino a non molto tempo fa le pietre più grandi venivano prese con dei retini, ma ora questo compito è svolto perfettamente da una macchina.
Che fine fa una cava quando l’ambra si esaurisce?
Qui l’estrazione è iniziata nel 1976, e di ambra ce ne sarà ancora per un centinaio di anni almeno. Vengono estratte 500-600 tonnellate all’anno e le riserve del giacimento ne contano 53 mila.
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Tutta la roccia in eccesso viene rimossa con l’aiuto di una dragline, una scavatrice semovente. Ce ne sono in tutto tre. Mentre in una parte della cava l’ambra viene lavata, in un’altra parte si svolge il processo di bonifica ambientale: la roccia di scarto viene livellata e inizia il processo di forestazione: vengono cioè piantati alberi per ricostituire un’area verde.
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Nelle vicinanze esiste già una cava chiusa, quella di Sinjavinskij, che ha terminato l’attività negli anni Settanta e si è trasformata in uno dei laghi più belli della regione.
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“Anche questa cava verrà restituita alla comunità come area naturale, ma è una prospettiva per gli anni futuri”, afferma Aleksej. “Lavoriamo a un ritmo di 50 metri all’anno, mentre la cava si estende complessivamente per 1,5 km in lunghezza e larghezza. Abbiamo un piano per i prossimi 20 anni: sappiamo che una parte della cava sarà restituita tra 10-15 anni, mentre noi continueremo il lavoro ancora per alcuni decenni”.
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È possibile seguire il processo di estrazione anche dalla piattaforma di osservazione della cava. Alcune videocamere fissate sulle scavatrici consentono di vedere in tempo reale il lavoro degli esperti proiettato su un grande schermo. Sulla piattaforma è anche possibile cimentarsi nel ruolo di “cacciatore di ambra” in una cava improvvisata e dare un’occhiata al negozio del complesso industriale.
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Come distinguere l’ambra da una pietra comune?
Le pietre sono visibili solamente una volta che si trovano nell’impianto. Il processo di separazione dell’ambra dalle altre pietre che si trovano in questa roccia è abbastanza semplice e può rivelarsi utile anche per verificare l’autenticità della pietra nella vita di tutti i giorni.
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“L'ambra è più leggera di qualsiasi altra pietra”, spiega Aleksej, “ed esiste un metodo semplicissimo per stabilire se quella che abbiamo davanti è proprio ambra e non qualcos’altro. Bisogna prendere un bicchiere d’acqua, metterci un po’ di sale, mescolare e poi metterci le pietre. Tutto ciò che affonda non è ambra”.
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Il fatto è che la densità dell’ambra e quella dell’acqua del Mar Baltico sono pressoché uguali. Se si aggiunge un po’ di sale all’acqua normale, la sua densità aumenta e l’ambra rimane a galla.
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Nell’impianto lo smistamento iniziale avviene proprio in queste modalità, semplicemente tutta la torbida arriva nel separatore e si riversa nelle vasche con la soluzione salina.
Successivamente, tutte le pietre vengono divise per dimensione: quelle più piccole vengono subito confezionate in sacchi, mentre quelle più grandi sono smistate a mano, perché tra queste si trovano dei pezzi davvero unici!
Qual è il tipo di ambra più prezioso?
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Anna Dugina, esperta gemmologa del complesso industriale, è in grado di identificare le pietre particolari tra migliaia di altri esemplari. “L’ambra bianca reale è la più costosa e rara. Rappresenta solo l’1% in natura! Un altro tipo molto apprezzato è l’ambra bianca con venature color limone”.
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Esiste anche l’ambra nera, che in passato era considerata la tipologia meno pregiata, ma oggi che sono state messe a punto tecniche per lavorarla e perfezionarla è molto richiesta.
Oltre ai colori interessanti, nell’ambra possono esserci delle inclusioni (nel 6-8% dei casi), come flora e fauna cristallizzate nella resina. “Ad esempio, abbiamo una bellissima libellula in un pezzo di ambra che si può ammirare nel museo interno al complesso industriale”, racconta Anna.
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Alle pietre di questo tipo, di solito, non si fa nulla se non lucidarle in modo impeccabile. L’ambra trasparente color miele, invece, è un “classico baltico”, come lo definisce la gemmologa. È proprio questo il tipo di pietra che si vede più spesso nei negozi.
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“Dopo lo smistamento, i nostri esperti decidono cosa vendere all’asta (il complesso non ha contratti diretti) e cosa destinare alla produzione di gioielli”, spiega Anna.
Tra gli acquirenti ci sono produttori russi e stranieri, ma la pietra baltica è particolarmente apprezzata in Cina e nei Paesi arabi. Inoltre, il complesso vende non solo il materiale “grezzo”, cioè l’ambra estratta, ma anche gioielli realizzati con questa pietra. Li producono proprio qui, nel villaggio di Jantarnyj.
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Dalla produzione di ambra non rimangono scarti
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Una delle pareti del laboratorio è decorata con un ragno gigante che “tesse” una rete di ambra su un planisfero. “Nel 1954 i gioiellieri sovietici realizzarono una spilla a forma di ragno che ancora oggi è il simbolo di questo complesso”, ci racconta Vadim Parkhomenko, responsabile del dipartimento di produzione sperimentale. In totale, producono migliaia di pezzi di ogni tipo e ne creano di nuovi più volte a settimana.
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Gli artisti lavorano all’elaborazione del design, ma le proposte arrivano spesso sia dagli artigiani, sia dai clienti dei negozi. Alcuni artigiani preparano le pietre delle dimensioni e dei colori richiesti, altri assemblano i gioielli e altri ancora controllano i prodotti finiti alla luce per verificare che non ci siano crepe o graffiature. Si cerca di non buttare nulla: i frammenti di ambra rimasti vengono utilizzati nei quadri, messi sotto la pressa o impiegati per realizzare pezzi minuti.
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Molti artigiani si sono formati direttamente sul campo. “Le abilità necessarie si possono acquisire durante l’esperienza nel lavoro, ma poi dipende tutto dalla persona”, afferma Vadim. “Certo, è bene avere una formazione da gemmologo, ma bisogna essere anche un po’ artisti”.
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Come “trovare l’intesa” con una pietra?
Margarita Bulygina, intagliatrice di pietre, realizza statuette in ambra di animali e persone. Non esistono due pietre uguali in natura, quindi ogni souvenir di questo tipo è unico.
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“Alcune volte decidiamo come usare il materiale prendendo spunto dalle sue caratteristiche, ne osserviamo il colore e la forma. Altre volte, invece, si deve scegliere il materiale in base all’obiettivo specifico da raggiungere”, racconta Margarita. “Bisogna avere un pensiero spaziale ben sviluppato, cioè la capacità di immaginare cosa si vuole realizzare con un materiale fisico ancor prima di iniziare; bisogna avere un computer 3D in testa. La mia mano è un’estensione del mio strumento”.
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Margarita ha una formazione da artista a tutto tondo e ciò significa che ha le abilità per lavorare sia con la grafica, sia con il disegno, sia con il legno. Qui è partita da zero e ha compreso subito le proprietà dell’ambra. “Se la pietra si lascia lavorare facilmente, si può realizzare una statuina in un giorno”, afferma. “L’importante è riuscire a trovare l’intesa con la pietra”.
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