Quante basi scientifiche ha la Russia in Antartide? Scopriamole tutte

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Che aspetto hanno le stazioni russe nel continente antartico? Quello di una città con la sua infrastruttura; di un avamposto solitario esposto a venti terribili, o di un rifugio incastonato tra paesaggi alieni di selvaggia bellezza? Ognuna di queste risposte è corretta…

L’Antartide è stato l’ultimo continente ad essere scoperto dall’uomo, nel 1820 (dai russi Lazarev e Bellingshausen). Tuttavia raggiungere il posto più freddo della Terra fu soltanto il primo passo. La vera sfida era consolidare la presenza dell’uomo. Per questo ci vollero altri ottant’anni.

Le basi antartiche giocano un ruolo molto importante, perché raccolgono i dati sui cambiamenti climatici, sulla fauna antartica, sulle variazioni del campo elettromagnetico, e tengono costanti osservazioni meteorologiche. I processi che avvengono in Antartide sono l’indicatore dei cambiamenti globali, perché questo è il continente più lontano dai centri industriali.

La Russia ha in Antartide sette basi scientifiche: Vostok, Mirnyj, Bellingshausen, Novolazarevskaja, Progress, Russkaja e Molodjozhnaja, ciascuna con delle sue caratteristiche particolari.

Mirnyj, la prima storica base sovietica 

La stazione fu fondata nel febbraio del 1956 durante la prima spedizione sovietica. Ricevette il nome della nave, sulla quale aveva viaggiato la spedizione che scoprì il continente.  Logicamente, divenne  la principale base di attività scientifica e di coordinamento per l’allestimento di tutte le basi successive. Nel periodo iniziale contava, come residenti fissi, 150-200 esploratori, ma negli ultimi anni il personale è stato ridotto a una ventina di persone, mentre le funzioni di coordinamento dell’attività scientifica sono state passate alla Progress, la stazione più moderna.

Vostok, la stazione più conosciuta 

Costruita in dicembre del 1957, durante la seconda spedizione antartica dell’Urss, è l’unica base che si trova quasi nel cuore del continente (tutte le altre sono dislocate nelle zone litorali), praticamente sul polo del freddo: nel 1983 qui è stata registrata la temperatura di -89,2°C. Sorge su una calotta di giaccio che raggiunge 3700 metri di spessore, sotto la quale, e quindi sotto la base russa, si trova il Lago Vostok, scoperto dagli scienziati sovietici. È il più grande dei laghi subglaciali finora scoperti. Questo lago di acqua dolce, che non ghiaccia mai completamente, è una vera “capsula del tempo”, perché da milioni di anni resta isolato dal mondo esterno. Gli scienziati continuano a esplorarlo sperando di avere delle risposte sulle origini della vita sulla Terra e, magari, su altri pianeti.

Novolazarevskaja, una banja russa in Antartide 

Creata nel 1961, questa base ancora oggi è un importante scalo per turisti che si dirigono verso il polo Sud. Si fermano qui per un periodo di acclimatamento, ma anche per ammirare paesaggi quasi marziani: colline totalmente nude alte 200 metri con in mezzo dei laghi cristallini.

Dal 2007 c’è un’attrazione in più – la “banja”, l’unica sauna russa in  Antartide.

Molodjozhnaja, la ex capitale antartica

Per molti anni è stata la capitale sovietica non ufficiale in Antartide, perché la base costruita nel 1962 era praticamente una piccola città. Comprendeva circa 70 edifici fra zone residenziali e laboratori, collegati da strade, serbatoi di stoccaggio per combustibili e carburanti, e un campo di volo dove potevano atterrare aerei pesanti. Durante l’inverno, periodo abbastanza tranquillo, qui si trovavano circa 500 persone, d’estate la popolazione cresceva a 1400 individui. 

Nel 1999 si è proceduto alla conservazione della stazione, che in precedenza era permanente, nel 2006 la base è stata riaperta in modalità stagionale.

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Bellingshausen, una chiesa in mezzo ai ghiacci

La stazione, intitolata a Fabian Gottlieb Thaddeus von Bellingshausen, uno dei due esploratori russi che scoprì l’Antartide, è stata aperta nel 1968. Si trova sull’Isola di re Giorgio, uno dei posti più favorevoli all’uomo per quel che riguarda il clima. In agosto, il mese più freddo, la temperatura qui non scende al di sotto di -6/-7°C, per questo i russi chiamano la loro base “kurort”; “stazione balneare”. Anche nei mesi freddi, cioè durante l’inverno antartico, il personale della base non si sente isolato, perché può sempre comunicare con i vicini: i cileni della base Frei e i cinesi della stazione Grande muraglia. 

Nel 2004 nella base è stata costruita una chiesa che è aperta durante tutto l’anno. Questa costruzione di legno è la chiesa ortodossa più vicina al polo Sud.

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Russkaja, un “polo dei venti” 

Inaugurata nel 1980, questa stazione è ubicata in uno dei posti più sfortunati; inusuali persino per l’Antartide. Il problema principale sono i venti la cui velocità supera spesso i 70 m/s (252 km/h). Il vento può levarsi in qualsiasi periodo dell’anno e tirare per settimane. Non a caso Russkaja è stata soprannominata “polo dei venti”. Un altro problema sono i ghiacci. Le condizioni della navigazione sono talmente difficili che le navi hanno soltanto tre settimane all’anno per attraccare. Ciò nonostante, la stazione svolge un ruolo importante: l’Antartide Occidentale, dove si trova la base, è una delle zone meno esplorate, altri insediamenti umani non esistono qui.

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Progress, la più moderna delle basi russe in Antartide 

Questa stazione, costruita nel 1989, ancora oggi rimane la più avanzata fra tutte le basi antartiche russe. Infatti, è la principale stazione scientifica della Russia in Antartide e vanta un modulo invernale di recente costruzione. Qui ci sono una palestra e una sauna, tavoli da ping pong e da biliardo. E, naturalmente, ci sono abitazioni e laboratori moderni.

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