Era il giorno di Halloween quando il razzo russo Sojuz venne lanciato dal cosmodromo di Bajkonur, in Kazakistan, nel 2000, e subito fece la storia. A bordo c’erano un astronauta americano e due cosmonauti russi: William Shepherd, Jurij Gidzenko e Sergej Krikaljóv. Due giorni dopo, attraccarono alla Stazione Spaziale Internazionale e divennero i primi esseri umani a vivere in orbita terrestre bassa.
Da allora, in due decenni, 241 uomini e donne di 19 Paesi (alcuni più volte) sono stati sulla Stazione Spaziale Internazionale. E per alcuni la stazione è diventata la casa per quasi un anno.
Pochi posti a disposizione
In termini di numero di persone che hanno visitato la stazione, la Russia è seconda solo agli Stati Uniti, ma di 3 volte! Durante tutto questo tempo, 151 astronauti americani sono stati sulla “International Space Station” (ISS), come la chiamano loro, e solo 49 cosmonauti russi sulla Mezhdunaródnaja kosmìcheskaja stàntsija (МКС), come la si chiama in russo. Gli italiani sono stati cinque: Umberto Guidoni, Roberto Vittori, Paolo Nespoli, Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti.
La superiorità degli americani sui russi è dovuta alla capacità delle astronavi. L’American Shuttle, la navetta spaziale per la consegna di merci e astronauti in orbita, trasportava a bordo più astronauti della navicella russa Sojuz: otto contro tre. E anche dopo il disastro dello Shuttle “Columbia”, avvenuto il 1º febbraio 2003, quando, con l’esplosione in cielo e la morte dei sette membri dell’equipaggio divenne chiaro che l’avventura degli Shuttle andava verso il termine, fu scelta una nuova leva di 11 astronauti nel 2004, e di questi ben 10 riuscirono ad andare sulla ISS sui restanti Shuttle, fino al definitivo pensionamento della navicella nel 2011.
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Inoltre, era sempre con gli Shuttle che gli americani consegnavano i carichi di merci alla stazione: le navicelle non potevano volare in modalità senza equipaggio e quindi ogni volta la Nasa doveva inviare un intero equipaggio. Questo è il motivo per cui la stragrande maggioranza degli astronauti statunitensi che hanno visitato la ISS non è rimasta lì a lungo. Se si guarda al numero di membri delle spedizioni a lungo termine, gli Stati Uniti ne hanno solo 61 su 151, mentre la Russia 43 su 49. Anche perché la Russia ha il velivolo spaziale da carico senza pilota “Progress”, che va a rifornire la Stazione spaziale internazionale due o tre volte all’anno senza bisogno di uomini a bordo.
Chi è ammesso sulla Stazione spaziale internazionale?
Chi sono questi 49 cosmonauti? Chi vola sulla ISS è deciso dall’Agenzia spaziale russa e dal Centro di addestramento dei cosmonauti a seguito di una rigorosissima selezione. “Casting” aperti si tengono dal 2012, il che significa che non solo i piloti militari e i dipendenti dell’industria missilistica e spaziale (come era prima) hanno la possibilità di diventare cosmonauti e volare sulla ISS. Ora il comandante della nave può essere uno scienziato, ad esempio un biologo.
Non esiste un limite minimo di età, ma il candidato deve avere il tempo di laurearsi e di lavorare secondo la sua specializzazione per almeno tre anni. Il limite massimo di età è invece di 35 anni. Sia uomini che donne possono andare sulla ISS, ma in tutto questo tempo solo una donna cosmonauta russa è stata sulla Stazione spaziale iInternazionale. Il suo nome è Elena Serova, ed è stata nello Spazio 167 giorni, a cavallo tra il 2014 e il 2015.
Dopo aver atteso la selezione, il candidato deve superare con successo il colloquio “spaziale” e le prove di ammissione e dedicare almeno sei anni a una durissima preparazione.
“Ad esempio, un cosmonauta deve essere in grado di saltare da un aereo con un paracadute e risolvere un compito prima che il paracadute si apra. C’è anche il test di resistenza allo stress. Sono rimasto sorpreso ma, in media, lo faccio due volte più velocemente che sulla Terra (12 secondi contro 24 secondi)”, ha detto Sergej Rjazanskij, che sulla Stazione spaziale internazionale c’è stato due volte.
“Un altro test è che sei rinchiuso in una piccola stanza senza poter dormire per tre giorni e sei costretto a fare costantemente qualcosa: scrivere, parlare, concentrarti completamente su un compito. Se sei costretto a effettuare un atterraggio di emergenza, dovrai essere in grado di reagire rapidamente, perché un secondo perso in una situazione del genere equivale a una deviazione di 80-200 chilometri dalla tua destinazione sulla Terra”, dice Rjazanskij.
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Dopo la selezione, è necessario attendere la convocazione ufficiale nell’equipaggio e, di fatto, volare nello Spazio. Ma quest’ultimo fatto può anche non accadere mai. Un cosmonauta che non è mai stato nello Spazio non è una rarità. Dopo che lo Shuttle Columbia si è disintegrato nell’atmosfera terrestre uccidendo l’intero equipaggio di sette persone, la Nasa dal 2005 ha acquistato vari posti su tutti i futuri equipaggi nella navicella spaziale russa Sojuz che, fino al primo volo con equipaggio di Crew Dragon nel 2020, è stato l’unico veicolo spaziale a consegnare gli equipaggi alla ISS.
Ora nel corpo dei cosmonauti russi, quelli registrati come “attivi” (cioè pronti a volare) sono 31, e 19 di loro non sono mai stati nello Spazio.
Perché la navicella spaziale russa Sojuz resta una grande rivale del Crew Dragon di Elon Musk?