Durante l’isolamento, non provi né vive emozioni né sentimenti profondi, perché le condizioni di vita stesse predispongono ogni cosa nella tua mente e nel tuo corpo a una regolare esistenza routinaria. Dopo un primo mese di euforia e di interesse aumentato per tutto, inizia il periodo di adattamento. L’essere umano si abitua rapidamente a condizioni estreme e presto cessa di considerarle come tali.
Ma c’è un oggetto inanimato che non concede tregua a molti di noi dell’equipaggio del “volo sulla luna” SIRIUS 19 (una simulazione di viaggio spaziale in un apposito centro di Mosca). Non importa quanto tempo sia passato, non possiamo ancora abituarci. L’amore e l’odio nei suoi confronti sono separati da pochi minuti e da un paio di livelli di velocità. Il “mostro”, la “bestia”, il “torturatore”, “ciò che il dottore ha ordinato”: ognuno di noi ha il proprio soprannome o parolaccia per il tapis roulant magnetico.
Nella vita ordinaria, questo tipo di tapis roulant viene utilizzato molto raramente. Non ha bisogno di elettricità o motore, né ha un computer incorporato. È un tapis roulant che viene messo in movimento dall’azione stessa dei piedi. È come le macchine dei “Flintstones”; le automobili preistoriche del cartone animato, che si muovevano spinte dai piedi a terra delle persone al loro interno.
Ma su un tapis roulant magnetico, non ti senti tanto un cavernicolo quanto un criceto in una ruota. La nostra corsa può essere utilizzata come fonte di energia: basta solo collegare un cavo di alimentazione. Scherziamo spesso dicendo che questa è la macchina ideale per la tortura e, come si è scoperto, in questo c’è una grande percentuale di verità.
Una macchina da lavori forzati
Il prototipo di questo tapis roulant venne inventato dall’ingegnere inglese William Cubitt nel 1818, dopo aver visto che i prigionieri in carcere se la passavano troppo bene. Il “mulino a passi”, come lo chiamò, era pensato affinché i detenuti non se ne stessero in cella a bighellonare, ma fossero costretti a far andare una ruota di due metri con 24 pale, che fungevano da gradini, sui quali i detenuti salivano senza sosta per 6-10 ore. Il lavoro non era a vuoto: la macchina poteva essere utilizzata per macinare il grano, pompare l’acqua dai pozzi e persino ventilare le miniere. Le amministrazioni penitenziarie compresero immediatamente quanto fosse utile l’invenzione: i detenuti iniziarono a essere in qualche modo utili e allo stesso tempo non avevano più né tempo né forze per organizzare piani di evasione.
Fu solo nel 1902 che l’uso di questo tapis roulant forzato nelle carceri fu finalmente abolito in quanto considerato inumano. Appena un decennio più tardi, fu brevettata da C.L. Hagen una “macchina da allenamento” simile, e le persone benestanti poterono finalmente mettersi nei panni dei prigionieri, pagando soldi per farlo. La versione moderna del tapis roulant che tutti conosciamo è invece stata creato dal cardiologo americano Robert Bruce e dall’inventore di dispositivi medici Wayne Quinton.
Stairway to heaven
Il primo tapis roulant da utilizzare a bordo della stazione spaziale Saljut venne creato presso l’Istituto di Medicina dell’Aviazione e Spaziale nel 1971. Nel nostro esperimento di isolamento SIRIUS19 (condotto dall’Istituto dei Problemi biomedici di Mosca dell’Accademia Russa delle Scienze e dalla Nasa), la maggior parte degli allenamenti e dei test di resistenza sono eseguiti su un tapis roulant magnetico, creato dall’Ufficio del Design Speciale per gli Equipaggiamenti sperimentali ai tempi del programma “Buran”. Rappresenta il segreto principale della salute e del mantenimento delle capacità operative durante un volo spaziale.
In condizioni di microgravità, dopo solo due settimane, le ossa iniziano a perdere calcio e i muscoli delle gambe iniziano ad atrofizzarsi. Un tapis roulant magnetico è più efficace di uno motorizzato poiché obbliga a lavorare quei gruppi di muscoli che verrebbero utilizzati a cose normali mentre si cammina o si sta in piedi quando si è sulla Terra.
Per i voli spaziali reali, viene utilizzato un tapis roulant BD-2, che differisce dal nostro modello di addestramento a terra in quanto ha un supporto instabile. La sua piattaforma è dotata di uno speciale sistema di isolamento dalle vibrazioni, in modo che quando il tapis roulant è in funzion, non vengano trasferite alla stazione spaziale. Pertanto, gli astronauti devono al contempo correre e tenersi in equilibrio, a causa del supporto instabile. Di fronte a chi corre, c’è una piccola console rettangolare che mostra la velocità di corsa, la distanza percorsa, il tempo e altri dati. Il BD-2 può funzionare sia in modalità motorizzata, come un comune tapis roulant, che passiva, mosso solo dalle gambe del cosmonauta.
Come ha raccontato il nostro comandante, il cosmonauta Evgenij Tarelkin: “Inserisci il valore del 70% del tuo peso sulla Terra, ti attacchi con le cinghie della tuta zavorrata e inizi a correre e a bilanciarti. All’inizio è molto difficile correre e non pendere da un lato. Ti sembra che non sarai mai in grado di imparare a farlo, ma dopo alcuni allenamenti, ti senti un equilibrista esperto. I nostri cosmonauti tornano a Terra in forma migliore rispetto a quando sono partiti, grazie ad uno speciale programma di allenamento sul tapis roulant magnetico con i pantaloni sottovuoto “Chibis”, che migliorano la circolazione sanguigna nelle gambe. Le sessioni di allenamento in pantaloni Chibis vengono sempre eseguite in coppia per controllarsi a vicenda, perché si può perdere conoscenza!”
Come spossare un astronauta
Per un periodo di quattro mesi, i nostri allenamenti hanno seguito il seguente schema: tre giorni di corsa, un giorno di riposo e poi altri tre giorni di corsa. Il programma cambia una volta al mese, da un tapis roulant magnetico a uno motorizzato, dalla corsa a velocità costante alla corsa a intervalli, con passaggi da 5 km/h fino a 13 km/h. Il primo giorno corriamo per circa 30 minuti, il secondo, per 36 minuti e il terzo, il più pesante, per 42 minuti.
La sessione di allenamento più difficile è, ovviamente, quella con intervallo di corsa, su un tapis roulant magnetico, il terzo giorno. Correre, ma anche solo camminare, su un tapis roulant magnetico a una velocità di 7 km/h è già estenuante. Dopo 10-15 minuti, tutto il tuo corpo è coperto di sudore. Immaginate di camminare veloce o di correre sulla sabbia con pesanti stivali di gomma. Se su un tapis roulant motorizzato, quando si corre ad una velocità di 12 km/h il cuore non supera i 140 battiti al minuto, la stessa velocità su un tapis roulant manuale fa battere il cuore molto più in fretta, e i polmoni sono sempre più affamati di aria. Il sudore scorre così tanto che ti entra negli occhi, nel naso, cade in grandi gocce sul pavimento e ti sembra di non aver mai sudato così tanto in vita tua, nemmeno alla banja. Il tuo corpo grida pietà, ma il cervello si oppone ai suoi segnali. Chi vincerà questa battaglia tra la forza di volontà e la pietà per se stessi? Tutto dipende dalle riserve di energia, da quanto hai dormito, da quanto hai mangiato… Un giorno superi il limite, e un altro, per soli 30 secondi non ce la fai a raggiungere il traguardo alla massima velocità.
Tutti i membri dell’equipaggio si allenano con musica diversa. Il medico di bordo, Stefanjia Fedjaj, all’inizio ha provato con il rap, poi è passata alla classica, quindi alla musica pop e persino agli audiolibri. Alla fine, ha deciso di correre in silenzio, ascoltando solo il battito del suo cuore e lo stridio del tapis roulant. Io, per esempio, per avere il giusto spirito di battaglia, ascolto i Prodigy o i Red Hot Chili Peppers.
Perché è così importante l’accompagnamento musicale? Il nostro corpo è alla ricerca di qualsiasi mezzo per alleviare la sua mezz’ora giornaliera di “sudore e lacrime”. Nei momenti in cui ogni cellula del tuo corpo ti sta pregando di fermarti e ti sembra che tra un attimo soffocherai, la forza dei tuoi pensieri ti dà una seconda razione di fiato e, come per miracolo, riesci a completare i tuoi 42 minuti di corsa.
Ognuno di noi ha il proprio dialogo motivazionale interiore. Di solito mi dico: “Volevi andare nello spazio, ed eccoti qui. Su una vera stazione spaziale, gli allenamenti saranno ancora più difficili”. E nei momenti più difficili della corsa, quando tre minuti si allungano fino a sembrare 20, immagino un’astronave che vola su Marte. Rimangono poche centinaia di chilometri. Un incredibile mondo alieno fatto di deserti rossi attende le prime persone provenienti dalla Terra. Lassù dovremo essere subito in grado di muoverci liberamente, di svolgere un duro lavoro fisico, il che sarebbe impossibile senza allenarsi su un tapis roulant durante il lungo volo dalla Terra a Marte. Quindi inizi a considerare il tapis roulant magnetico come un medico rigoroso, che ti aiuta a raggiungere il tuo obiettivo, che si tratti di un volo nello spazio o di un corpo forte e magro.
Il nostro progetto di simulazione del volo lunare SIRIUS19 volge al termine. Ieri ho fatto la mia ultima sessione di allenamento sul “mostro”. È stato in quel momento che mi sono resa conto che finalmente eravamo diventati amici. Dopo aver trattenuto il fiato e asciugato il sudore sia da me stessa che dalla macchina, per la prima volta mi sono allontanata da lei con la tristezza della separazione e le ho detto: “Mi mancherai, mia vecchia compagna d’armi, perché mi liberavi la testa dai pensieri inutili e il corpo dai chili di troppo!”
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