Khalifa Haftar.
: ReutersKhalifa Haftar, comandante in capo dell’esercito di uno dei due governi libici di Tobruk, si è recato a Mosca due volte nel 2016, nei mesi di giugno e novembre. L’11 gennaio ha visitato la portaerei russa “Ammiraglio Kuznetsov” in salpata dalle coste siriane. A bordo della portaerei il maresciallo si è collegato in videoconferenza con il ministro russo della Difesa Sergej Shoigu. Poco prima, alla fine di dicembre, il rappresentante del Ministero degli Esteri russo, parlando di Haftar, l’aveva definito una figura militare e politico di rilievo in Libia. I contatti di Haftar con Mosca hanno trovato riscontro su numerose pubblicazioni relative agli interessi della Russia in Libia. Si è parlato di una possibile “duplicazione dello scenario siriano” con con l’invasione russa in Libia e si è ventilato che la mirerebbe a ottenere Russia con l’aiuto del maresciallo un’altra base navale nel Mediterraneo, oltre a quella siriana.
Altri osservatori, tra cui il ministro degli Esteri di Malta, si sono spinti oltre ravvisando nei colloqui di Haftar con le autorità russe il preludio a una “catastrofica” guerra civile in Libia.
I viaggi
Al contempo tutti gli analisti russi concordano nel sostenere che sarebbe davvero esagerato considerare il maresciallo come una creatura di Mosca. A detta di Elena Suponina, consigliere del direttore dell’Istituto russo di Studi strategici, potrebbe essere un errore ipotizzare che la Russia nel conflitto libico punti solo su Haftar poiché vi sono altre forze alle quali guarda Mosca. Nell’intervista concessa a Rbth, l’esperta sottolinea che le visite di Haftar a Mosca sono innanzitutto un’iniziativa del maresciallo, in ogni caso accolta con grande apprezzamento nella capitale.
Sergej Demidenko, esperto di problemi mediorientali dell’Istituto di Scienze sociali dell’Accademia presidenziale russa di Economia nazionale e di amministrazione pubblica, intervistato da Rbth, rileva che attualmente Haftar sta compiendo numerosi viaggi ufficiali all’estero e che non si è limitato alla sola Russia, ma ha visitato anche l’Europa e gli Stati Uniti sempre “alla ricerca di contatti”. A detta dell’analista, lo scopo delle visite sarebbe quello di ottenere dalla Russia armi pesanti ed elicotteri. Tuttavia, la Russia per il momento non può effettuare consegne di armi in Libia, Paese che è stato sanzionato dall’Onu dal 2011.A giudicare dalla sua biografia, è difficile affermare che il maresciallo sia un gregario di Mosca. Compagno d’armi dell’ex leader libico, il colonnello Muhammad Gheddafi, alla fine degli anni Ottanta Hartaf è caduto in disgrazia dopo il fallimento della sua campagna nella guerra nel Ciad e si è trasferito negli Usa dove ha vissuto per oltre 20 anni. A detta dello storico orientalista dell’Alta scuola di Economia di Mosca, Andrej Korotaev, “Haftar è evidentemente legato ai servizi di sicurezza americani” che a suo tempo si erano serviti di lui nella lotta contro Gheddafi.
Che il maresciallo non abbia ottenuto appoggi dagli Usa soltanto in passato è attestato dalle recenti trattative tra piloti nella Libia orientale. In quei territori, i contingenti di Haftar che secondo alcuni dati ammonterebbero a 35mila unità, combattono gli islamisti nel distretto di Bengasi. I filmati messi a disposizione dai media libici testimoniano degli aiuti giunti dagli Stati Uniti e dalla Nato al maresciallo Hartaf dalle basi dell’Alleanza Atlantica dislocate in Sicilia e a Creta. In seguito, dopo la morte di soldati francesi nella Libia orientale - notizia confermata da Parigi - è diventato evidente che anche la Francia appoggia Hartaf.
Tripoli
L’Occidente appoggia, inoltre, anche il governo di Tripoli. Tuttavia, i vertici di Tobruk e Hartaf non intendono collaborare con le autorità di Tripoli, accusate di avere rapporti con gli islamisti. Il governo di Tripoli non gode di una grande autorità in Libia. Il cosiddetto gabinetto di unità nazionale finora non si è dimostrato in grado di gestire il caos in cui si trova il Paese dopo il rovesciamento di Gheddafi.
La base russa
In questo scenario di caos continuo e previsioni nebulose sugli esiti del conflitto, come rileva Kuznetsov, è improbabile che la Russia possa fare affidamento a breve su Haftar per l’ottenimento di eventuali basi navali o il ripristino dei contratti che Mosca aveva stipulato ai tempi di Gheddafi.
“Sono solo fantasie. È evidente come la Russia si astenga dall’intervenire troppo attivamente in Libia, a differenza di quanto accade in Siria. Un intervento diretto russo risulterebbe complesso e comporterebbe un ingente investimento di risorse, e soprattutto non se ne vede lo scopo”, afferma l’esperto
Andrej Korotaev ritiene che l’atteggiamento favorevole della Russia verso Haftar si spiegi col fatto che Haftar combatte gli islamisti mentre il governo di Tripoli ha stretti legami con loro.
Mosca avrebbe ancora un altro argomento a favore di Haftar. Secondo le informazioni in possesso dei media in passato il maresciallo avrebbe studiato o effettuato uno stage in Unione Sovietica. In tal modo, intrattenendo legami sia con la Russia che con gli Stati Uniti, Haftar sarebbe diventato una figura comoda per entrambi i Paesi. A detta di Korotaev, dopo l’insediamento dell’amministrazione Trump negli Stati Uniti, entrambe le potenze possono appoggiare più attivamente il maresciallo per trovare un’intesa comune sul futuro della Libia.
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