I tatari di Siberia. Chi sono? Che lingua parlano? Quali sono le loro feste più importanti?

Kirill Kukhmar/TASS
Vivono in questa parte della Russia sin da tempi dell’Orda d’Oro, sono in schiacciante maggioranza musulmani, ma hanno mantenuto festività risalenti al culto della natura. Andiamo a conoscerli

I tatari sono, dopo i russi, la seconda etnia più grande della Russia (oltre 5 milioni di persone). La maggior parte di loro vive nella Repubblica del Tatarstan, sul Volga, e nelle regioni adiacenti, ma circa mezzo milione di tatari sono indigeni della Siberia

Come comparvero i tatari in Siberia?

Nelle vaste distese della Siberia i russi convivono con una moltitudine di etnie indigene, di cui molte di ceppo turco. I tatari siberiani sono i discendenti di varie tribù turche che componevano il Khanato di Sibir, sorto dopo la caduta dell’Orda d’Oro e scomparso nel XVI secolo con l’arrivo dei russi, guidati dal cosacco Ermak

Illustrazione che riproduce i costumi dei tatari siberiani dei governatorati dello Enisej e di Tomsk

Gli abitanti del Khanato di Siberia non si chiamavano tatari, bensì “nugaj”, “kurdak”, “kypchak”. La loro religione di stato era l’Islam, come per la maggioranza di tutti i tatari. 

Celebrazioni della festa tatara di Sabantuj nel villaggio di Chjornaja Rechka, nella Regione di Tomsk

Gli insediamenti dei tatari siberiani si chiamavano “aul” e “jurt”. Per esempio, il villaggio Jurty-Konstantinovyj significa semplicemente “casa dei Konstantinov”, mentre “Aul-Bergul” sta a indicare un villaggio sulla riva del Lago Bergul. Toponimi analoghi sono frequenti nelle regioni di Tjumen, Omsk, Tomsk, Novosibirsk, Kurgan e Kemerovo. Le uniche differenze, rispetto ai villaggi russi, sono la moschea al posto di una chiesa ortodossa, e tantissime case verdi, colore tradizionale dell’islam. 

Combattimento di “kurash” in occasione della festa tatara di Sabantuj

Inizialmente, ad autodefinirsi tatari erano i sudditi del Khanato di Kazan, sorto sul Volga, anch’esso dopo la disgregazione dell’Orda d’Oro, e successivamente annesso alla Russia (nel XVI secolo). Di conseguenza, i russi cominciarono a chiamare tatari praticamente tutti i popoli di origine turca, che vivevano nell’Impero russo. I cumucchi (kumyki; che ora vivono principalmente in Daghestan) erano detti tatari caucasici, gli altaici – tatari dell’Altaj, e gli abitanti della Siberia occidentale – tatari siberiani. 

Che lingua parlano i tatari siberiani?

La lingua dei tatari di Siberia continua ad animare le discussioni. Molti linguisti credono che sia un dialetto della lingua tatara, mentre altri sostengono che si tratti di un idioma a sé stante. 

Complessi folcloristici si esibiscono durante la festa tatara di Sabantuj nei pressi del villaggio di Jurt-Ora, nella Regione di Novosibirsk

L’Istituto di linguistica dell’Accademia delle scienze russa definisce la lingua dei tatari siberiani come “un insieme di dialetti, diffusi in Siberia occidentale e meridionale, riconducibili a tre gruppi: di Tobol-Irtysh, della Baraba [regione storica nell’Oblast di Novosibirsk; ndr] e di Tomsk”. 

All’interno di questi gruppi, esiste una grande varietà di sottodialetti, di cui ciascuno si è sviluppato in maniera praticamente autonoma, per via delle grandi distanze tra i centri abitati. 

Cibi tipici della cucina tatara. Villaggio di Jurt-Ora, Regione di Novosibirsk

L’alfabetizzazione totale dei cittadini fu avviata soltanto negli anni del potere sovietico; nelle scuole frequentate dai tatari siberiani, oltre al russo, si insegnava la lingua dei tatari di Kazan, pertanto persone che parlano la variante antica della lingua tataro-siberiana oggi si possono incontrare soltanto in qualche villaggio davvero sperduto. 

In che cosa credono i tatari di Siberia?

I tatari siberiani, come quelli del Volga, appartengono, in prevalenza, alla corrente sunnita dell’islam. Nel contempo, oltre alle feste islamiche, i tatari continuano a celebrare molte feste tradizionali, derivanti dal culto della natura. 

Banchetto durante la festa tatara di Sabantuj a Omsk

In Siberia i tatari celebrano Amal o Emel (più nota come Nowruz), festa che ricorre il 21 marzo, giorno dell’equinozio di primavera.

In alcuni villaggi dei tatari siberiani, situati lungo i fiumi, si continua a festeggiare l’inizio della primavera con un “addio al ghiaccio”, quando una bambola, appositamente fabbricata, viene sistemata dentro una piccola barca che poi viene affidata alle correnti del fiume. 

Giochi popolari tatari a Embaevo, Region di Tjumen

Tuttavia, la festa più importante di tutte per i tatari è Sabantuy, la “festa dell’aratro” che segna la fine dei lavori primaverili.

LEGGI ANCHE: Perché i tataro-mongoli non convertirono la Rus’ all’Islam? 

Cari lettori, 

a causa delle attuali circostanze, c’è il rischio che il nostro sito internet e i nostri account sui social network vengano limitati o bloccati. Perciò, se volete continuare a seguirci, vi invitiamo a: 

  • Iscrivervi al nostro canale Telegram
  • Iscrivervi alla nostra newsletter settimanale inserendo la vostra mail qui
  • Andare sul nostro sito internet e attivare le notifiche push quando il sistema lo richiede
  • Attivare un servizio VPN sul computer e/o telefonino per aver accesso al nostro sito se risultasse bloccato nel vostro Paese

Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie