Amore, gelato e fantasia: Federico, dalla Sardegna alla Russia dove ha aperto una gelateria

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SVETLANA LOMAKINA
Si è trasferito per amore a Rostov sul Don. Doveva fermarsi solo un paio di anni, invece ne sono già trascorsi dieci. Durante questo periodo ha aperto una gelateria e ha scoperto la vera essenza dell’anima russa

Si dice che il gelato sia un concentrato di felicità. Se poi nasce dall’amore, e di amore si alimenta, ecco trovata la quadratura del cerchio. Questa, infatti, è la storia di Federico Abis, partito dalla Sardegna per rincorrere l’amore, e approdato a Rostov sul Don, nella Russia meridionale, insieme alla sua Vlada, moglie e musa ispiratrice, dove ha aperto una gelateria.

Questa fiaba a lieto fine è iniziata 12 anni fa in Sardegna, dove Federico ha conosciuto Vlada Bobrovnikova, giocatrice professionista di pallamano, all’epoca tesserata con la maglia del Sassari. “Allora parlavo pochissimo l’italiano - racconta lei -, e quando Federico mi scriveva correvo dalle mie compagne a chiedere aiuto con la traduzione”. 

Una nuova vita

Il grande salto è stato fatto nel 2012, quando Vlada ha ricevuto una proposta di contratto in Russia. Prima l’entusiasmo, poi i dubbi e i timori per un trasferimento così radicale. Ma Federico ha deciso di seguirla. “Non conoscevo quasi nulla della Russia, non avevo neanche mai sentito nominare questa città, Rostov sul don - racconta Federico -. Conoscevo solo gli stereotipi su questo grande Paese: immaginavo che non ci fosse mai il sole e che gli orsi, come i cani, passeggiassero liberi per le strade… E poi sapevo che faceva freddo, molto freddo! A ottobre saranno 10 anni che ci siamo trasferiti in Russia!”. La prima volta, Federico arrivò dalla Sardegna in camper: “Caricai i miei genitori, i miei due cani e i bagagli… Percorremmo più di 5 mila chilometri, e al confine con la Russia ci raggiunse Vlada”. 

All’inizio la difficoltà maggiore fu la lingua. “Non capivo niente - racconta lui -. Così passavo le giornate in casa, aspettando che Vlada tornasse dagli allenamenti. Dopo un paio di mesi capii che non ce la facevo più: o iniziavo a lavorare, o tornavo in Italia. Così mi misi a studiare il russo, e le cose pian piano iniziarono a cambiare”.

I primi lavori

In un primo momento Federico si mise a lavorare come cameriere in un ristorante italiano della città, con soddisfazioni e frustrazioni. “Mi sembra che in Italia ci sia un atteggiamento più rispettoso nei confronti dei camerieri. Talvolta è il proprietario stesso a servire i piatti ai clienti. Qui invece il cameriere è visto più come un lavoro per studenti, un’occupazione temporanea.. E l’atteggiamento dei clienti è spesso arrogante. Mi ha stupito che in Russia, nel settore della ristorazione, tutto viene pesato e contato in grammi; in Italia invece non si presta troppa attenzione all’etto: si fa tutto con amore, e anche se si cucina un po’ di pasta in più, non succede niente”. 

Ma il vero shock culturale è arrivato al momento della colazione: “Una mattina, entrano nel nostro ristorante due persone che ordinano cappuccino, cognac e carbonara! Ovviamente gli ho chiesto in che ordine volevano essere serviti. Sono rimasto di sasso quando mi hanno detto che volevano tutto insieme! Hanno bevuto il cognac con il cappuccino… e poi hanno iniziato a mangiare la pasta!”. 

La proposta di matrimonio è arrivata a Vienna, in cima alla ruota panoramica. All’epoca Federico e Vlada stavano girando l’Europa in camper, e hanno fatto tappa in Austria. “Finché eravamo sulla ruota panoramica, Federico si è messo a rovistare nella sua borsa… Non capivo perché si agitasse così tanto - rammenta Vlada -. Poi, all’improvviso, ha tirato fuori un anello e mi ha detto ‘Amore, sposami!’. Sono quasi caduta dalla ruota!”. 

Gli italiani visti dalle russe

Gli italiani, dice Vlada, sanno come corteggiare le donne. “La notte prima del matrimonio - dice -, io alloggiavo in un hotel in una stradina antica e molto pittoresca della Sardegna. Improvvisamente sento cantare. Mi affaccio al balcone e vedo Federico con alcuni miei amici, una ventina di persone dalla Russia che erano venute per matrimonio, cantando una serenata. Federico è un grande romantico: ancora oggi mi sorprende spesso”.

Una cosa che lui però non riesce proprio a capire, sono le superstizioni russe. “Non ha ancora capito che non si deve fischiare! - esclama Vlada, ridendo -. Ma lui non ne vuole sapere, e continua a fischiettare e a cantare canzoni”. 

Dopo aver lavorato per un certo periodo alle dipendenze, Federico ha aperto un locale proprio. “Ho inaugurato una gelateria insieme a un’altra coppia di italiani. Ho imparato a fare il gelato e scoperto i segreto del mestiere. Abbiamo lavorato così per 5 anni, poi i miei soci ed io abbiamo preso strade diverse. Ma tutto è andato per il meglio: ora abbiamo un nuovo locale, al Parco della Rivoluzione, dove c'è molta gente e tutti ci conoscono”.  

I successi sul campo da gioco hanno dato grosse soddisfazioni a Vlada, che insieme alla sua squadra ha vinto l’oro a Rio nel 2016 e l’argento a Tokyo nel 2020; ai Campionati del Mondo 2019, poi, ha vinto la medaglia di bronzo e ha investito quel bonus olimpico per aprire la loro prima caffetteria. “Quel budget ci è servito per l’acquisto del locale e la ristrutturazione”, dice Vlada. 

“È molto più facile sbrigare le pratiche burocratiche qui in Russia - prosegue Federico -. Abbiamo aperto il nostro locale in appena 15 giorni. Ma avremmo potuto farlo anche in una settimana, e poi mettere a posto i documenti. In Italia, invece, bisogna prima sistemare le pratiche burocratiche, e questo processo può richiedere mesi!”.

Ormai sono trascorsi 10 anni da quando Federico si è trasferito in Russia. E adesso ammette di sentirsi molto più russo: “Al volante sono diventato russo al 100% - scherza -, guido come un russo locale! E ho iniziato pure a mangiare la zuppa okroshka!”. 

Difficile, secondo lui, descrivere il carattere russo: “Ogni persona è molto diversa - dice -. Vlada, ad esempio, ha un carattere simile a quello degli italiani: è molto emotiva, sempre allegra. Gli altri russi che conosco invece sono più pacati. Sono venuto in Russia per starci due anni, e invece ne sono già passati dieci! La nostra attività sta crescendo, e io sto creando sempre più gusti di gelato per i golosi di Rostov sul Don; ad esempio, avete mai assaggiato il gelato al gorgonzola? O alla lavanda? È bello osservare la reazione delle persone che lo provano per la prima volta. È in quei momenti che ho la sensazione di aver fatto la scelta giusta ad essere rimasto qui”. 

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La versione completa di questo articolo è stata originariamente pubblicata sulla rivista “Нация/nationmagazine.ru” 

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