Chi è Eteri Tutberidze, l’allenatrice che sforna campionesse in serie nel pattinaggio di figura

Vladimir Pesnya/Sputnik
Negli ultimi anni, chi viene dalla sua scuola spesso occupa tutti e tre i gradini del podio nelle principali competizioni. Crescono le invidie, e molti non la vedono di buon occhio. Ma la sua rivoluzione ha cambiato questo sport per sempre. Ecco la sua storia, che passa anche per l’attentato di Oklahoma City del 1995, a cui è sopravvissuta

“Quella mattina scesi al piano di sotto per lavarmi la faccia, guardai l’orologio. Erano le 9:04. Un’esplosione. Un boato terribile. Poi un silenzio di tomba. Quindi urla disumane. Non so come ho fatto a uscire. Da sola. Mi ci deve essere voluto molto tempo per farlo, le pareti erano crollate. Tutti i ragazzi erano già stati portati via. Tutti urlavano di una seconda bomba. La gente scappava, ma io restavo lì. Sembravo persa: in infradito, con un asciugamano e uno spazzolino da denti in mano. Un pompiere è arrivato di corsa, mi ha presa per mano e mi ha trascinata via. Per mezza giornata, ho vagato dietro di lui come se stessi delirando, mentre lui controllava le stanze in rovina. Tutti i russi della nostra compagnia di ballo sono stati divisi dagli americani tra le loro famiglie. Io e il mio compagno Kolja Apter siamo stati presi da quel pompiere. Come vittime di un attacco terroristico, siamo stati pagati 1.200 dollari ciascuno. Con quei soldi abbiamo comprato un’auto scassata, il pompiere ci ha aiutato a ripararla e siamo andati a Cincinnati”.

Dopo l'attentato di Oklahoma City contro l'edificio federale Alfred P. Murrah, 19 aprile 1995

Nel 1995, quando avvenne l’attentato a Oklahoma City, Eteri Tutberidze, nata il 24 febbraio 1974 a Mosca da padre georgiano e madre di origini russe e armene, era una pattinatrice sconosciuta di 21 anni, senza titoli né vittorie. Era stata costretta a terminare la sua carriera atletica dopo un infortunio alla schiena e per i problemi economici della famiglia, legati al crollo della patria sovietica. Quell’anno era andata in America con il “Russian Ballet on Ice”. A causa di ritardi burocratici, il contratto era stato annullato e tutta la compagnia era costretta a dormire sul pavimento in un dormitorio e a mangiare in mense caritatevoli. Il dormitorio della YMCA (Young Men’s Christian Association) dove era alloggiata si trovava proprio di fronte all’edificio federale che il terrorista Timothy McVeigh fece saltare in aria il 19 aprile 1995, causando la morte di 168 persone e il ferimento di oltre 800.

Eteri Tutberidze, 2011

La “macchina scassata” che Eteri e il suo compagno di ballo sul ghiaccio Kohl comprarono con il loro risarcimento per le vittime dell’attacco terroristico la aiutarono a rimanere a galla nei suoi primi anni negli Stati Uniti. Eteri ha girato in tournée con lo spettacolo per quattro anni prima di stabilirsi a San Antonio, dove ha acquisito la sua prima esperienza da allenatrice. I suoi allievi andavano dagli atleti ai dilettanti occasionali, fino ai vecchi annoiati. Quello che non sapeva è che era destinata ad essere la più grande rivoluzionaria nel suo campo.

Il sogno americano nella Russia di Putin

Julia Lipnitskaja (a sinistra) ed Eteri Tutberidze, 2014

“Quando avevo quattro anni, alcuni parenti sono venuti a trovarci a Mosca dalla Georgia. Uno  ha chiesto a mio padre: ‘Quanti figli hai?’. E lui fa: ‘Uno solo’. Gli ho dato uno schiaffo sulla spalla e gli ho detto: ‘Papà, ma siamo in cinque!’. E lui mi zittisce: ‘Vattene!’. Allora gli ho chiesto perché avesse detto così. E lui mi rispose: ‘Il maschio si chiamerà Tutberidze, sarà lui a far proseguire la nostra famiglia, mentre voi quattro siete ragazze. Non contate’. Per questo ho sempre voluto dimostrare che conto!”.

E lo ha dimostrato eccome. Si è allenata fin dalla prima infanzia, ha preso la decisione di andare in America da sola non appena compiuti i 18 anni e lì ha raggiunto il benessere materiale. Ma la vita tranquilla e prosperosa si rivelò troppo blanda per lei, e decise di tornare in Russia e di ricominciare da zero.

In Russia, dove le giuste conoscenze e le capacità relazionali decidono molto, lei aveva perso queste connessioni durante l’assenza; non riusciva a trovare un lavoro adatto, e l’unica cosa che riusciva a fare era allenare gruppi di riabilitazione su piste di pattinaggio di strada gonfiabili. Le ci sono voluti quasi dieci anni per adattarsi alla nuova Russia: era partita per l’America quando l’Unione Sovietica era appena crollata, e ora tornava nella dura realtà del nuovo Stato russo negli anni della formazione.

Julia Lipnitskaja sulla copertina del Time

Nel 2008, dopo una lunga lotta, è arrivata alla pista di pattinaggio di Mosca conosciuta come Khrustalnyj, un nome ormai familiare al mondo del pattinaggio di figura. La stagione seguente fu già segnata dai primi grandi successi della sua apprendista Polina Shelepen a livello juniores. Poi c’è stata una serie di vittorie clamorose di Julija Lipnitskaja, culminate in una medaglia d’oro olimpica nell’evento di squadra a Sochi 2014. La “Bimba con il cappotto rosso”: così Julija è stata ricordata dai fan stranieri. Pattinò sulla musica del film “Schindler’s List - La lista di Schindler”, guadagnandosi i complimento persino dal regista, Steven Spielberg. “Penso che sia una soddisfazione per noi pari alla medaglia d’oro dei Giochi”, disse Tutberidze ai giornalisti. Dopo la vittoria di Julija nella gara a squadre si scatenò l’entusiasmo: la Lipnitskaja divenne la persona più popolare delle Olimpiadi. Finì persino sulla copertina di “Time”, e la stessa Eteri si interessò seriamente alla stampa per la prima volta.

Dopo la Lipnitskaja è stato il turno della inquieta Evgenija Medvedeva, che non aveva perso una sola gara in due stagioni, ma nel 2018 lasciò l’oro olimpico di Pyeongchang alla sua compagna di classe, anche lei allieva della Tutberidze, Alina Zagitova. La stagione seguente, la Zagitova ha vinto il campionato del mondo, diventando la pattinatrice di figura più decorata del suo tempo. 

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Nel frattempo, le gare juniores tremavano sotto i colpi della nuova generazione di campionesse allenate da Eteri: Aleksandra Trusova, Anna Shcherbakova e Alena Kostornaka, che hanno messo il mondo davanti al fatto: se vuoi vincere, fai cose più difficili. Il salto quadruplo e il triplo axel, una volta privilegio di pochi eletti, sono diventati una necessità per chi punta all’oro. Questi salti multigiro sono ufficiosamente indicati nel gergo del pattinaggio di figura come “elementi Ultra C”.

La scienza della vittoria di Eteri Tutberidze

Julia Lipnitskaja ascolta i consigli della sua coach Eteri Tutberidze prima di una gara

Ma come ha fatto una madre single, senza soldi né mecenati, a diventare una delle leggende della scuola di coaching sovietica in dieci anni? Il segreto di Eteri è quello di incoraggiare la competizione tra gli allievi, pur garantendo pari opportunità per tutti, e un lavoro molto duro. In sostanza, la filosofia di Tutberidze è l’opposto radicale degli ideali moderni di inclusività, e praticamente una scienza suvoroviana della vittoria.

L’aforisma del generalissimo russo Aleksandr Suvorov (1729-1800) “Difficile nell’addestramento, facile in battaglia” (“Тяжело в учении – легко в бою”), illustra perfettamente come vanno le cose nella sua scuola: sii due teste sopra il tuo avversario, e non avrai mai problemi. Nessun “piano individuale”: le ragazze eseguono le loro routine ogni giorno, anche più volte; lavorano anche se sono stanche; e sempre su tutti i fronti; ghiaccio, coreografia, stretching e palestra. Non ci sono privilegi speciali per chi vince. Tutberidze dice loro: “Mio caro, così come sei ti sei messo al collo la medaglia, te la levi… Quando scendi dal podio, non sei nessuno. Finché non dimostri il contrario la prossima volta. Hai delle medaglie passate, ma questo non ti aiuterà in alcun modo in futuro”. Le ragazze della Tutberidze hanno una vita sportiva non lunga, ma vincente: al compimento della maggiore età molte di loro sono riuscite già ad assicurarsi non solo medaglie e titoli, ma anche grossi contratti di sponsorizzazione.

Alina Zagitova (a sinistra, medaglia d'oro) ed Evgenija Medvedeva (a destra, medagli d'argento) festeggiano con Eteri Tutberidze (C) al termine di una gara ai Giochi olimpici invernali di Pyeongchang, 2018

Negli ultimi anni, Eteri ha allenato future campionesse a raffica, spesso occupando tutti e tre i gradini del podio. Per questo i suoi rivali la accusano di avere un sistema a catena di montaggio nel produrre giovanissime campionesse. Ma quello che fa la Tutberidze è un lavoro unico. Naturalmente, le ragazze hanno qualcosa in comune, ma se ci sono alcune somiglianze (ad esempio, nei costumi e nei dettagli della coreografia), è difficile non notare le differenze tra l’aristocratica Medvedeva e l’atletica Trusova, o tra l’intelligente Shcherbakova e l’affascinante ribelle Kostornaja.

Inoltre, la metà dei programmi dei suoi allievi sono rivelazioni personali. Il programma “Slyshu/ne slyshu” (“Sento/non sento”) della Medvedeva è la storia della figlia di Eteri, Diana, che ha perso l’udito a causa di complicazioni dovute all’assunzione di farmaci. L’altro programma vincente della Medvedeva, “11 settembre”, si basa sull’esperienza traumatica vissuta da Eteri a Oklahoma City. “In memoriam” della Valieva, come “O Doux Printemps D’autrefois” della Shcherbakova, sono programmi struggenti sulla perdita di una persona cara. Eteri ha vissuto la tragica scomparsa di sua madre nel novembre 2018. La malattia l’ha colpita proprio mentre lei stava portando le sue allieve a Pyeongchang.

Quando sarà sconfitto il Napoleone del pattinaggio artistico?

Eteri Tutberidze, Daniil Gleikhengauz e Anna Scherbakova, 2021

Molti appassionati di questo sport non amano la Tutberidze, che appare loro narcisista e arrogante. Inflessibile con la stampa, risponde sempre in modo caustico alle critiche, ed è gelosa e non tollera il passaggio dei suoi atleti ad altri allenatori. Il suo appetito è cresciuto sempre più: oltre ai singoli femminili e maschili, ora allena anche le coppie.

I suoi colleghi allenatori sono stati freddi di fronte al suo successo, con i suoi allievi che monopolizzano i podi e la mancanza di risultati che colpisce le finanze e la reputazione delle altre scuole sportive.

L’imminente innalzamento del limite di età per l’ingresso nelle competizioni per adulti sembra essere una soluzione alla situazione, ma in realtà non cambierà i rapporti di forza: Trusova e Shcherbakova hanno dimostrato che è possibile continuare a fare i salti quadrupli dopo la pubertà. La testarda Kostornaja ha fatto un triplo axel a 18 anni, e la Medvedeva, quando è tornata da lei dopo averla temporaneamente lasciata per l’allenatore Brian Orser, stava seriamente progettando di lavorare su un quadruplo salchow, e solo un infortunio le ha impedito un ritorno in grande stile.

Inoltre, tutti i migliori allenatori russi e alcuni stranieri hanno già aderito alla gara. Hanno capito molto tempo fa che l’unico modo per combattere il monopolio della Tutberidze è combattere con le sue stesse armi. Così, all’ultimo campionato russo 10 concorrenti su 18 erano in grado di realizzare elementi “Ultra C”.

E anche se domani Eteri dovesse sparire per qualche motivo, il progresso che ha introdotto sarà inarrestabile. La rivoluzione è iniziata e il mondo del pattinaggio artistico non è già più lo stesso.


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