Stregate dalla Russia: così le star della musica occidentale si sono innamorate del paese dell'est

Dal frontman dei “Rammstein” Till Lindemann al musicista e produttore inglese Brian Eno: così i big della musica occidentale hanno conosciuto, amato e frequentato la Russia

1 / Richard D. James (Aphex Twin)

A quanto pare il produttore elettronico e genio musicale britannico Richard D. James, meglio conosciuto con il suo nome d'arte Aphex Twin, ha vissuto una storia d'amore che lo ha portato a stabilirsi in Russia per due anni.

La prima visita di James nella Terra dei Cremlini avvenne nel 1994, e, come ricorda la rivista musicale russa Afisha-Volna, quella sua avventura fu accompagnata da moltissime dicerie. Alcuni vociferavano che James si fosse ubriacato e avesse iniziato una rissa; altri sostenevano che fosse stato colpito da un’intossicazione alimentare causata dai belyashi (fagottini fritti di carne) e che fosse stato trasportato in ospedale a bordo di un’ambulanza che alla fine gli presentò il conto! Al di là delle sue notti brave, sembra che James sia tornato in Russia 17 anni dopo per motivi completamente diversi.

Il 9 dicembre 2011, Aphex Twin si sarebbe presentato in uno dei locali musicali underground di Mosca, e si sarebbe seduto tra il pubblico a seguire uno spettacolo. Fu così che si seppe che stava vivendo in città da qualche tempo. Secondo fonti del mondo musicale, viveva nella cittadina di Reutov, nell’oblast’ di Mosca, insieme alla sua fidanzata, che da lì a poco sarebbe diventata sua moglie. Non si conoscono molti dettagli della sua vita privata; si sa solo che ha due figli e che la sua seconda moglie è una studentessa d'arte.

Nell’album “Syro” (2014) che ha vinto il Grammy si possono scorgere dei riferimenti alla sua relazione con la Russia: in un brano si sente una voce femminile russa che dice “nosochki, nosochki” (“calzini”, in russo). Il nome enigmatico del disco, poi, se letto come una parola russa traslitterata, significherebbe “umido”: presumibilmente potrebbe essere un riferimento al tempo uggioso che caratterizza la capitale russa.

2 / David Brown (“Brazzaville”)

Il cantautore David Brown, che ha suonato il sassofono nella band di Beck Hansen alla fine degli anni '90, ha iniziato a girare la Russia con la sua band “Brazzaville” nel 2010, anche se, come aveva confessato in un'intervista del 2014 a Russia Beyond, prima di allora non aveva mai preso in considerazione un simile tour.

Gli antenati di Brown provenivano dall'ex Impero russo (Ucraina e Bielorussia), ma egli non parla nessuna lingua slava; ha avuto comunque un certo successo in Russia grazie alle cover di alcune canzoni russe e al remake di un pezzo rock cantato dal leggendario Viktor Tsoj.

L’ultimo e più noto progetto di David Brown, però, è la creazione di speciali microfoni realizzati insieme ad alcuni ingegneri russi: nel 2013, Brown ha co-fondato la “Soyuz Microphones”, con base a Tula. Grazie a Brown, questi microfoni russi sono ora utilizzati da alcuni dei più rinomati musicisti contemporanei, tra cui i Radiohead e Beck.

3 / Till Lindemann (“Rammstein”)

Nato nel 1963 a Lipsia, allora Repubblica Democratica Tedesca, Till Lindemann si recò in URSS durante i suoi allenamenti per partecipare come nuotatore alle Olimpiadi di Mosca del 1980. Tornò molti anni dopo, nel 2001, come leader della band industrial metal tedesca “Rammstein”, che ha avuto un certo seguito nella Federazione.

Negli anni successivi i legami di questa band con la Russia si sono intensificati: i “Rammstein” hanno registrato una canzone dedicata a Mosca, e verso il 2010 Lindemann ha iniziato a frequentare la Russia, girando i suoi videoclip all’interno di studi russi, frequentando star del cinema russo o addirittura per una presunta relazione con Svetlana Loboda, una musicista locale.

Lindemann ha persino pubblicato alcuni libri di poesie in russo scritte da lui. Il suo ultimo lavoro è stata la cover di una classica canzone sovietica per un film di Timur Bekmambetov: in molti hanno lodato la sua interpretazione, così come l'eccellente padronanza della lingua.  

“Sono cresciuto nella Germania dell'Est, e la Russia ha fatto parte della mia infanzia, della mia gioventù - ha detto Lindemann in un'intervista -. I nostri paesi erano molto vicini. È stata una parte molto importante della mia vita”.

4 / Brian Eno

Negli ultimi 40 anni, uno dei produttori più stimati della musica contemporanea, Brian Eno, ha avuto una certa influenza su un gran numero di band che hanno fatto la storia, come “Talking Heads”, “U2”, “Roxy Music”, “Coldplay” e altre ancora.

Eno è stato attratto dalla Russia quando era ancora giovane: “Quando ero uno studente d'arte, il mio periodo preferito era l'inizio del XX secolo russo - ha detto in un'intervista -. Nel 1997, mentre vivevo a San Pietroburgo, non uscivo letteralmente dal Museo Russo, perché contiene una vasta collezione di quel periodo. Mi vergogno di ammettere che sono stato solo una volta all'Hermitage, ma sono stato al Museo Russo almeno 25 volte!”.

Ancor prima, negli anni ‘80, Eno si è recato più volte a San Pietroburgo per lavorare con Petr Mamonov e la sua band underground “Zvuki Mu”. Durante il suo soggiorno a San Pietroburgo nel 1997, ha realizzato anche due installazioni audiovisive: una al Palazzo Pavlovsk e l’altra al Palazzo di Marmo del Museo di Stato Russo. Inoltre, ha tenuto una rubrica mensile sulla vita a San Pietroburgo per il giornale britannico The Observer.

“Penso che la Russia sia un posto molto, molto interessante perché per 70 anni si è sviluppata come una sorta di cultura parallela - ha detto Eno in un'intervista del 2005 al St. Petersburg Times -. Una cultura non di stampo occidentale, non dipendente dall’Occidente, altamente colta, legata a una società separata. Quindi è una specie di esperimento molto interessante da cui possiamo imparare molto”.

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