Demolito lo stadio Olimpijskij di Mosca: aveva ospitato le storiche Olimpiadi del 1980

Valerij Sharifulin/TASS; mos.ru
Ripercorriamo la storia della celebre arena, abbattuta per far nascere un nuovo centro sportivo multifunzionale. Aveva ospitato le gare olimpiche di basket, pugilato, nuoto e tuffi, prima di essere destinata a concerti, fiere del libro e attività commerciali

I Giochi olimpici estivi del 1980 passarono alla storia nel segno dell’unicità: furono infatti le prime Olimpiadi organizzate nell’Europa dell’Est e in un paese socialista. Per l’evento, l’amministrazione sovietica mise in moto un’enorme macchina organizzativa, costruendo 78 nuovi edifici. Fra i vari progetti vi fu anche il complesso sportivo Olimpijskij (Olimpico), costruito a Prospekt Mira, nel nord-est di Mosca. 

Vypolzov pereulok, 1972-1978

L'edificio fu costruito sul luogo dove sorgeva uno stadio a cielo aperto chiamato “Burevestnik”. Ma il territorio della piccola arena non era abbastanza grande per ospitare un intero complesso olimpico, così l'adiacente quartiere, con vecchi edifici e case in legno, fu demolito, insieme a un impianto chimico-metallurgico.

La costruzione dell'arena / La costruzione della piscina

Il progetto fu elaborato da un gruppo di architetti guidati da Mikhail Posokhin e Boris Tkhor, famoso anche per aver disegnato - molti anni dopo - il concetto del centro d'affari Moscow City. I lavori di costruzione iniziarono nel 1977 e terminarono nell'estate del 1980. Nel 1982, Posokhin e Tkhor ricevettero il premio Lenin (10.000 rubli, quando 1 rublo valeva 0,708 dollari) per lo stadio Olimpijskij. 

Lo stadio Olimpijskij nel 1980

Il complesso era composto da due parti: uno stadio coperto e una piscina coperta. Lo stadio comprendeva un’arena multifunzionale con 35.000 posti in tribuna, una palestra, sale di allenamento per gli sport di squadra e una pista di ghiaccio. Il tetto era sostenuto da colonne periferiche alte 40 metri, e non aveva quindi bisogno di altri supporti. Inoltre, l'arena poteva essere divisa in due parti grazie a uno speciale muro divisorio fonoassorbente. In caso di necessità, ci volevano solo due ore per montarlo.

La piscina dell’Olimpijskij

La piscina si trovava nella seconda parte del complesso ed era composta da varie strutture, come una vasca per gli allenamenti, una piscina dimostrativa (che poteva ospitare più di 8.000 spettatori), piscine per il salto con il trampolino (5.000 spettatori), una sauna e una palestra.

Una partita di basket all’Olimpijskij durante i Giochi Olimpici estivi del 1980

L'edificio fu completato all'inizio dei Giochi Olimpici e a quel tempo vantava il titolo di più grande stadio coperto d’Europa. Le cerimonie di apertura e di chiusura dei Giochi si tennero nello Stadio Luzhniki, ma l'Olimpijskij ospitò tutte le gare di basket, boxe, nuoto e tuffi.

Nel 1982 l’Olimpijskij divenne un’importante arena per concerti. Il primo artista straniero a salire sul palco, nel 1983, fu il musicista francese Didier Marouani che, insieme al suo gruppo Paris France Transit, si esibì in uno spettacolo di laser che sorprese il pubblico. 

Nel 1987, Billy Joel tenne tre concerti durante i quali iniziò a lanciare stivali verso il pubblico. Il principale ingegnere dello stadio ricorda: “Al nostro pubblico non piacque quello scherzo, e così gli stivali volarono di nuovo sul palco. In quel momento (Joel) corse persino a nascondersi dietro un pianoforte a coda”. Nel 1989 il concerto dei Pink Floyd attirò la bellezza di 40.000 persone. 

Billy Joel all’Olimpijskij, 1987

Dopo il crollo dell'URSS la gente si ritrovò ad affrontare grossi problemi economici e smise di frequentare gli eventi organizzati all’Olimpijskij. I gestori dello stadio si videro così costretti a trovare un modo alternativo per far quadrare i conti e ottenere introiti. Ecco che nacque l’idea di aprire dei punti vendita all’interno della struttura: in breve tempo apparve il primo “centro commerciale” in formato discount di Mosca, chiamato Novyj Kolizej (Nuovo Colosseo). Si estendeva su diversi piani dello stadio ed era composto da negozietti, centri estetici e caffetterie. Altri spazi vennero messi in affitto e adibiti a uffici, negozi e magazzini di stoccaggio.

L'ingresso a Novyj Kolizej

Nel 1992 l’Olimpijskij ospitò una famosa fiera del libro, allestita su diversi piani dell’ex stadio. Per entrare, i visitatori erano tenuti a pagare la cifra simbolica di 15 rubli (pari a circa 0,20 dollari): al di là dei cancelli si schiudeva un mondo fatto di libri rari, volumi introvabili e vecchie stampe finalmente a portata di tutti (bisognava solo aver la pazienza di mettersi a cercare!). La maggior parte dei venditori era composta da anziani moscoviti che, all'inizio degli anni 2000, iniziarono a mettere in vendita non solo libri, ma una vasta gamma di articoli, come cartoleria, giocattoli, vestiti, CD e DVD.

Nel marzo 2019 l’Olimpijskij è stato chiuso per avviare un progetto di ricostruzione; nel 2020, infatti, sono iniziati i lavori di demolizione. Il tetto è stato smontato attraverso uno smantellamento controllato che ha impressionato molti abitanti del quartiere. Anche l’edificio con le piscine, nel frattempo, è stato completamente demolito.

La fiera del libro all’Olimpijskij

Al posto del classico tetto, l’edificio sarà sormontato da una bassa cupola di vetro non visibile da terra. Al suo interno nasceranno un fitness-club, un centro per la corsa, un cinema, un piccolo planetario e una sala concerti per 10.000 spettatori. Lo stadio sarà collegato al nuovo edificio della piscina attraverso una pista da jogging lunga 1 chilometro. All'interno dell'edificio della piscina ci saranno anche un parco acquatico, un centro per le immersioni e dei campi da tennis e squash. I lavori dovrebbero essere completati nel 2023.

L’Olimpijskij senza tetto

Secondo il progetto iniziale, la parte anteriore dello stadio avrebbe dovuto salvarsi per mantenere inalterato il volto dello storico edificio: ma alla fine di novembre 2020 hanno iniziato a circolare su internet foto che mostravano un terzo della facciata raso al suolo. Il 25 dicembre la demolizione è stata completata, ponendo fine a un’eredità durata 40 anni.

L'edificio dello stadio una volta terminati i lavori di ricostruzione
L'intero complesso dopo la ricostruzione
La facciata parzialmente demolita

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