Mi chiamo Chiara Clemente. Ho 27 anni e sono nata e cresciuta a Monza, anche se la mia famiglia proviene da una bellissima cittadina del Sud Italia, Mattinata, in Puglia. Ho studiato russo all’Università Statale di Milano ed ero molto ansiosa di venire in questo Paese misterioso e che mette sempre soggezione, per testare la mia conoscenza della lingua e per impararla meglio.
Lavoro qui da poco più di tre anni. All’inizio, nel 2016, sono andata a Cheboksary (capitale della Repubblica di Ciuvascia, 670 chilometri a est di Mosca, ndr) per un anno a insegnare italiano, ma sono tornata e ho lavorato in Italia per qualche tempo. Poi, a gennaio 2018, sono ripartita per la Russia per continuare la mia istruzione all’Università politecnica di San Pietroburgo “Pietro il Grande”. In seguito, ho trovato lavoro nella filiale di San Pietroburgo di SEMrush, una società internazionale del settore IT, dove lavoro da due anni.
Chiara con un gruppo di amiche durante la sua festa di laurea, Milano 2016
Archivio personaleL’immagine che di solito abbiamo della Russia in Europa è quella di un luogo spaventoso e freddo, con poco da offrire; popolato da persone indifferenti che bevono molta vodka. La mia famiglia e i miei amici erano, ovviamente, spaventati, e pensavano che fossi un po’ pazza a voler andare in un posto simile. La mia impressione iniziale, considerando che la prima cosa che vidi fu l’aeroporto di Cheboksary, fu di aver viaggiato indietro nel tempo fino agli anni Ottanta o Novanta. Ma dopo un giro in auto attraverso il paesaggio innevato della Ciuvascia, ho iniziato ad adorare tutto, specialmente il clima! Sì, lo so che era inverno, ma il freddo secco a -33 ºC era estremamente tonificante al mattino: questo è stato sicuramente quello che mi ha colpito di più all’inizio, anche perché era quello di cui avevo più paura.
In SEMrush lavoro nel reparto marketing, con particolare attenzione al mercato italiano. Sono responsabile delle webinar e dei contenuti video. Il lavoro è fantastico e c’è molto spazio per crescere, trovare la propria strada e svilupparsi, diventando un professionista migliore. Questo è quello che mi piace di più di SEMrush, oltre al fatto che il team è pieno di persone fantastiche, sia a livello professionale che umano.
È qualcosa di completamente diverso dal mio precedente lavoro in Italia, dove traducevo e curavo la sezione e-commerce del mercato italiano per una multinazionale. È difficile confrontare le due occupazioni perché stiamo parlando di campi e aziende molto differenti, ma direi che la differenza più grande è che il mio lavoro precedente era in una società molto verticale, mentre SEMrush dà più libertà ai dipendenti e consente loro di introdurre innovazioni.
Chiara con le colleghe durante una festa aziendale
Archivio personaleRussi e italiani sono molto diversi in termini di approccio al lavoro, almeno per la mia esperienza. La cosa che mi ha colpito di più è che quando ho iniziato a lavorare in SEMrush tutti i miei colleghi avevano più o meno la mia età o addirittura erano più giovani. In Italia è molto raro trovare una grande azienda come questa con impiegati prevalentemente giovani. Quindi, direi che la Russia è molto più avanti in questo senso, perché i giovani possono iniziare la loro carriera in età più tenera.
Ci sono anche alcune somiglianze, come il fatto che è abbastanza facile socializzare con i colleghi, e penso che l’Italia e la Russia siano simili dal punto di vista commerciale: molte piccole e medie imprese approfittano di ciò che il Paese ha da offrire. In Italia, ad esempio, nel settore della ristorazione, siamo orgogliosi dei nostri meravigliosi prodotti alimentari e delle tradizioni gastronomiche. La Russia può invece essere orgogliosa del servizio clienti eccellente e degli spazi ben progettati (ristoranti e caffè qui sono ben fatti e di alta qualità!).
Potrei raccontare molte storie su di me che, parlando russo, commetto errori molto buffi che hanno fatto scoppiare a ridere i miei colleghi! Una volta volevo parlare di “кулич” (“kulìch” l’equivalente russo del “panettone” italiano, tipico però della Pasqua), ma invece ho detto “кирпич” (“kirpìch”), che significa “mattone”. Potete immaginare le loro reazioni…
Ho imparato che i russi sono colleghi e amici affidabili. Non ho incontrato una sola persona che non abbia cercato di farmi sentire la benvenuta e a mio agio, ed è qualcosa di estremamente importante quando sei lontana da casa. Inoltre, lavorare con i russi è molto più semplice in termini di comunicazione: gli italiani (e gli europei, in generale) cercano sempre di trovare un modo più piacevole (e molto lungo!) di dirti qualcosa che devi cambiare o fare in modo diverso, mentre i russi non ci gireranno troppo intorno e andranno dritti al punto. Lo apprezzo, perché rende tutto più veloce e semplice!
La cosa più importante è tenere sempre d’occhio la burocrazia. La Russia, proprio come l’Italia, ama la carta e i timbri, quindi assicuratevi di avere tutti i documenti in ordine prima e durante il vostro soggiorno.
Quanto a trovare un lavoro: se la società non vuole ottenere un permesso di lavoro per voi, sarà molto difficile poter restare, soprattutto se non conoscete il russo. Se riuscite a trovare un’azienda che vi mette in regola, qui si lavora e si vive piuttosto bene. Il costo della vita è abbastanza basso da permettervi di vivere al di sopra della media (ovviamente a seconda del vostro stipendio). Per gli italiani, e gli europei in generale, il settore IT è una buona scelta.
Chiara a Joshkar-Ola, capitale della repubblica dei Mari, 2017
Archivio personaleLa maggior parte dei miei amici qui sono russi, ma ho anche molti amici stranieri, molti dei quali li ho conosciuti grazie alla mia esperienza universitaria. Conosco anche molti italiani e rimango in contatto con loro attraverso un gruppo di Facebook chiamato “Italiani a San Pietroburgo”, dove ci scambiamo informazioni, consigli su dove mangiare una buona pizza o acquistare prodotti italiani. Il fondatore del gruppo organizza talvolta anche incontri.
La comunità di expat è molto attiva: la città offre un sacco di attività, club ed eventi che rendono molto semplice socializzare tra expat. Oltre a bar, discoteche e ristoranti, ci sono escape room, musei e innumerevoli circoli (di letteratura, arte, cinema e così via) ai quali è possibile unirsi anche senza conoscere il russo.
Vorrei aver saputo prima che i russi non sono affatto come sono descritti nei film, e che sono abbastanza simili agli italiani! Inoltre, vorrei non essere stata così spaventata dal freddo: in realtà può essere piacevole (anche se il clima di San Pietroburgo non è un granché, a dire il vero).
Posso sicuramente dire che la Russia ha cambiato la mia vita! Ho trovato persone fantastiche qui, che considero la mia seconda famiglia. Ho trovato il lavoro dei miei sogni. Ho trovato una città meravigliosa che mi ha dato piena indipendenza. Sarà sempre il Paese che mi ha dato di più, e dove ho trovato la mia strada, e questo non lo dimenticherò mai. Inoltre, mi sono fatta un tatuaggio a tema russo sulla mia caviglia, e quello sicuramente resterà.
Marta, che lavora alla scuola italiana di Mosca: “Com’è cambiata la vita in Russia con il Covid”
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