Se volete comprare dei cioccolatini in Russia e non sapete quali, partite da questi. Anche solo perché sono probabilmente i più celebri fin dai tempi dell’Urss. Devono la loro fama ai due strati di waffle con pasta di mandorle, aroma di vaniglia, e cioccolato fondente a ricoprire il tutto.
Di questo cioccolatino è facile innamorarsi anche per la bella confezione, che riprende un frammento del noto quadro del 1889 di Ivan Shishkin “Mattina in una foresta di pini”. Alcune famiglie in Unione Sovietiva usavano questi cioccolatini anche per addobbare l’albero di Capodanno. Il nome “Mishka Kosolapyj” si traduce “Orsetto maldestro”.
Una volta, da bambina, ne ho mangiati così tanti che poi non ho potuto più vederli… per un paio di giorni! Quindi ho ricominciato come prima, e di nuovo ne ho tirato giù un sacchetto intero, perché sono davvero troppo buoni! Questi “batonchik” (nome dato in russo ai cioccolatini ripieni di forma allungata) della marca Rot Front sono fatti di una pasta di nocciole e panna, con cacao e waffle sbriciolati. L’accompagnamento migliore è con il tè caldo: i cioccolatini si sciolgono in bocca al primo sorso e lasciano un retrogusto piacevolissimo.
In generale il Karakum (senza trattino) è un deserto del Turkmenistan, il cui nome si traduce alla lettera come “Sabbie Nere”. Questi cioccolatini sono effettivamente anche loro molto scuri, essendo ricoperti di glassa di cioccolato fondente. Il ripieno è di pasta di nocciole con l’aggiunta di cacao e waffle sbriciolati, che fanno scricchiolare il cioccolatino sotto i denti, proprio come “sabbia”.
Nell’Urss queste “irìs” (“caramelle al latte”) erano il dolciume più popolare, in primo luogo per il prezzo molto contenuto. L’unico impiccio era la difficoltà a staccare la caramella dalla carta. Quest’ultima spesso vi rimaneva appiccicata, e molti, non potendo pazientare oltre, finivano per masticare anche quella. Oggi il problema è risolto, grazie a incartamenti più tecnologici, e si può deliziarsi di queste appiccicose e buonissime caramelle dal cuore morbidissimo, dal sapore di caramello e dall’aroma del latte condensato dolce cotto. Il nome della caramella si traduce “Chiavetta d’oro” e rimanda anche al titolo delle “Avventure di Burattino”, il libro di Aleksej Tolstoj del 1936, che altro non è se non un Pinocchio socialista.
L’infanzia di ogni sovietico e russo si associa con queste caramelle mou dal gusto di sgushjonka. Se amate che il ripieno sia morbidissimo, quasi liquido, allora meglio comprare queste caramelle quando sono fresche di produzione. Ma c’è chi preferisce quelle già più invecchiate, che si sono fatte più dure ma ancora più zuccherine, con la formazione di granuli croccanti all’interno dello sciroppo caramellato. Il nome “Korovka” si traduce “vaccarella”; “piccola mucca”.
Questi cioccolatini piaceranno a chi ama i dolciumi con un tenero cuore di panna. All’esterno sono ricoperti di cioccolato al latte con riso soffiato e nocciole triturate. Al primo morso si sente il sapore del cioccolato. Ma dopo un paio di secondi ecco esploderti in bocca il gusto delicato della crema di panna, che è la vera protagonista del ripieno. Visto che sono molto delicati, il rischio è di mangiare un sacco di questi cioccolatini. Il nome “Rulàda” è un termine musicale; un passaggio vocale virtuoso.
Con “Krasnaja Shapochka”, ossia “Cappuccetto Rosso”, in Russia hanno familiarità non solo tutti quelli che amano le fiabe, ma anche i golosoni. Sotto il “fàntik” (come viene chiamata in russo la carta decorata delle caramelle, in passato spesso usata come gioco) di colore giallo, su cui è riprodotta la celebre bambina, si nasconde un cioccolatino composto da vari strati di croccante waffle, separati da pasta di nocciole, il tutto ricoperto da una ondulata glassa al cioccolato.
La fabbrica di dolciumi “Sladkij oreshek” (letteralmente: “Nocciolina dolce”) che produce questi cioccolatini è stata fondata solo nel 2000, ma è già riuscita a conquistarsi tanti fan tra i russi e una buona fetta di mercato. E tutto questo grazie a una sfera croccante dal morbido ripieno con i sapori dei dessert più amati: a partire dal tiramisù e dal cheesecake fino ad arrivare al pudding di cocco. In superficie, questa delizia sferica è ricoperta da una croccante glassa al cioccolato. Il nome “Marsianka” si traduce “Marziana”.
Un altro dei simboli dolci dell’Urss divenne la bambinetta con un fazzoletto in testa e gli occhi spalancati sulla confezione delle tavolette di cioccolato al latte Alenka (si pronuncia “Aljònka”, ed è il vezzeggiativo diminutivo del nome Aljona). Ma i cioccolatini con la stessa immagine non sono certo meno buoni. Hanno un ripieno di caramella mou aromatizzata al cacao, ricoperta di glassa al cioccolato al latte.
Anche questi cioccolatini sono ben noti a chi ha trascorso l’infanzia in Unione Sovietica. All’epoca costavano poco, e le persone amavano comprare questi cioccolatini dalla carta dorata con la silhouette viola di una rondine (Lastochka si traduce per l’appunto “rondine”) sia come accompagnamento per il tè, sia per metterli in tavola, specialmente per le feste. La Lastochka è una morbida caramella mou con crème brûlée, cacao e una confettura di arance all’interno. Il tutto è poi ricoperto da una glassa di cioccolato.
Come fece un imprenditore tedesco dell’800 a creare il cioccolato oggi più amato dai russi?
Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email