Come la moda sovietica sta influenzando gli stilisti di oggi

Tutto quello che richiama l’ex Urss sembra essere diventato di tendenza, e non solo in Russia ma sulle principali passerelle del mondo, grazie anche al trend dell’ugly fashion. Ma cosa c’è di così attraente negli abiti di quel periodo?

Gli stilisti di spicco oggi rovistano nel patrimonio visuale dell’Urss, e non solo alla ricerca di qualcosa di esotico, ma per prendere in prestito dalla moda sovietica la sua praticità, l’ascetismo estetico e certi simboli specifici. L’uso dello stile, dei metodi e delle forme sovietiche non significa certo che questi designer sostengano una nuova rivoluzione socialista mondiale! Tuttavia, ritengono che l’iconografia sovietica abbia un suo spazio nel contesto delle tendenze moderne, come il minimalismo e lo stile casual detto "ugly fashion".

Il costruttivismo sovietico e Jean-Paul Gaultier

Uno dei primi designer stranieri a fare riferimento a motivi sovietici è stato Jean-Paul Gaultier. La sua “collezione russa” del 1986 si ispirava al costruttivismo sovietico, in particolare ai bozzetti di Varvara Stepanova e Ljubov Popova. Queste artiste avevano creato stampe tessili con falci e martello, trattori e aeroplani. I tessuti che attirarono l’attenzione del famoso stilista francese erano stati al loro tempo il risultato delle esigenze contemporanee delle donne sovietiche, ed erano influenzati dal movimento delle avanguardie. Il suprematismo (con il suo dogma di pura forma) e il costruttivismo (con la sua ricerca di un equilibrio tra il piacevole e il funzionale) forgiavano la mentalità dei cittadini sovietici e dettavano la moda del tempo. Oggi ispirano marchi moderni.

Gosha Rybchinskiy: dal Suprematismo a un basico naïf

Nelle collezioni dello stilista russo Gosha Rubchinskiy ci sono maglioni con stampe direttamente ispiratie alle opere di Kazimir Malevich, il fondatore del Suprematismo. Tuttavia, gli abiti di Rubchinskiy sono stati influenzati non solo dall’arte d’avanguardia, ma anche dalla moda sovietica degli anni Ottanta e Novanta. Nelle sue sfilate, i modelli assomigliano ad atleti sovietici, tassisti e lavoratori che hanno appena finito il turno di lavoro. Nonostante il fatto che i pantaloni, le magliette e le felpe di Rubshinskiy spesso sembrino i vestiti di adolescenti sbandati provenienti da oscure periferie, a migliaia di modaioli piacciono molto. I capi di questo stilista ora si trovano negli armadi di Rihanna, Kristen Stewart, delle Kardashian e di Justin Bieber. Molti marchi globali famosi come Comme des Garçons, Burberry, Reebok e Adidas hanno voluto collaborare con Rubchinskiy, evidentemente attratti dalle sue linee minimaliste e dalla praticità estrema ereditata dal patrimonio della moda sovietica.

“Ugly fashion” in salsa sovietica

Lo stile sovietico è diventato una cosa molto richiesta anche a causa del fenomeno “Ugly fashion”, che sta guadagnando sempre più popolarità. Molti stilisti contemporanei amano reinterpretare ironicamente le immagini della cultura sovietica nella moda giovanile. Un brillante esempio di questo approccio è il marchio Vetements.

È stato fondato nel 2009 da Demna e Guram Gvasalia, fratelli con radici georgiane. Il loro marchio di moda è diventato popolare tra i giovani di tutto il mondo. Ora Demna è un direttore creativo di Balenciaga, una casa con una lunga e ricca storia. Nelle sue collezioni per questa casa di moda il designer continua a utilizzare motivi sovietici. Contrariamente all’entusiasmo per l’avanguardia di Rybchinskiy, Gvasalia tende a essere più riflessivo nell’uso dei simboli sovietici. Per questo motivo, un ritratto di Viktor Tsoj appare sulle sue felpe con cappuccio, e tatuaggi a forma di cupole di chiesa russa, presi in prestito dall’estetica dei detenuti sovietici, si possono vedere sui suoi dolcevita trasparenti. Questi capi si abbinano con le avoske, le borse a rete senza le quali nessun cittadino sovietico usciva di casa; oggi un vero must tra i modaioli. Inoltre, queste borse sono ecologiche, cosa particolarmente importante per questi tempi ecologicamente consapevoli.

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