L’etichetta russa: come comportarsi in Russia per non offendere nessuno

Legion Media
Il bon ton dei russi è una materia complessa, anche perché non di rado è in contrasto con le abitudini occidentali. Ecco perché, per esempio, sembrerete maleducati, se salutate entrando in ascensore

Richard Garrett, originario dei dintorni di Chicago, conosce la Russia per via della moglie russa, ma di una cosa ha dovuto fare esperienza sulla propria pelle: ogni volta che cercava di pagare in qualche negozio era accompagnato da sguardi pieni di disgusto. Il problema è che cercava di dare i soldi direttamente in mano a chi stava alla cassa, sia che si trattasse di passargli una banconota che di una manciata di spiccioli. Solo con il tempo ha capito che c’è solo un modo socialmente desiderabile di fare questa cosa in Russia. “Quando pagate, mettete il denaro sul banco o nel piattino che di solito è posto vicino alla cassa. Voi lo mettete giù, loro lo prendono e fanno lo stesso con l’eventuale resto: giù nel piattino, da cui potete poi ritirarlo”. Ecco fatto.

Non è che ogni cassiere in Russia vi umilierà con lo sguardo se cercherete di dargli i soldi in mano, ma in generale, sì, i venditori russi non amano toccare le mani o prendere qualcosa direttamente dalle mani di uno sconosciuto. Anche se si tratta di denaro sonante. “Mettilo su un piattino, non invadere il mio spazio personale”, pensano. E, sfortunatamente per voi, i russi hanno ancora molte misteriose “zone cuscinetto” associate all’etichetta, di cui nessuno vi parlerà fino a quando non lo chiederete voi stessi, stupiti da qualche comportamento. Ecco alcuni esempi di etichetta russa che di solito sembrano strani a chi viene da altri Paesi. 

In ascensore non ci si saluta 

Siete in ascensore, a un piano sale qualcuno (magari un vicino che già conoscete), ma la marcia verso l’alto o il basso prosegue in completo silenzio, senza nessuna forma di saluto, né a parole né con un gesto. Nessun “buongiorno” o “buonasera” di cortesia, nessun gesto del capo o della mano. Niente di niente. A molti stranieri sembra una mancanza di educazione o si sentono a disagio. Ma gli esperti di etichetta russa sono di tutt’altra opinione. “Al contrario, noi non guardiamo alla persona che è costretta con noi nello spazio dell’ascensore, o per esempio che siede alla fermata dell’autobus a notte tarda. Questo non guardarlo, come se non ci accorgessimo della sua presenza, è un modo di dire ‘non ti vedo e quindi non sono per te un pericolo, perché non ritengo te un pericolo per me’”, spiega il linguista Mikhail Krongauz.

I russi cercano di mantenere l’anonimato con le persone sconosciute. Tenere le distanza e non entrare in contatto è il modo ideale di rimanere invisibili. Se fosse possibile, noi russi andremmo su un altro ascensore, tutto per noi, da soli, dove non incontrare nessuno. Per cui, non offendetevi con noi. I russi ritengono di essere più educati non invadendo il vostro spazio personale neppure con un “buongiorno”. 

I mezzi di trasporto non sono luoghi di socializzazione 

Anche sui mezzi di trasporto funziona la stessa logica, e così bisogna comportarsi. Sugli autobus e sulle metropolitane vi stupirà, venendo da altri Paesi, il silenzio quasi religioso. Innanzitutto, niente effusioni! Se siete una giovane coppia, non baciatevi! Perché far star male le persone sole e mandare su tutte le furie le donne brontolone e le vecchiette che non possono più dare il cattivo esempio? Poi evitate di mangiare sui mezzi pubblici, di limarvi le unghie e di allungare lo sguardo sul telefonino o sul libro del vostro vicino. La cosa delle unghie forse vi sembrerà ovvia, ma non tutti nel mondo la pensano così, evidentemente… Gli altri passeggeri probabilmente non vi diranno niente (cercano pur sempre di rimanere invisibili, no?), ma certo non eviterete sguardi di riprovazione per i vostri comportamenti non corretti. 

La galanteria non è passata di moda!

Sì, in Russia è ancora consuetudine manifestare in ogni modo possibile mascolinità e solidità finanziaria quando sei un uomo, e fragilità, incapacità e timidezza, se sei una donna. No, questo non è un Paese dal femminismo rampante. Inoltre, spesso si mette in atto un altro laborioso gioco psicologico, per il quale “sì” significa “no” e “no” significa “sì”. 

Se una donna trascina a fatica un grande borsone, dovete chiederle se ha bisogno di aiuto. Lei, quasi sempre, all’inizio dirà di no (per gentilezza e non perché offesa), ma a questo punto (fate attenzione) un uomo non deve ritirarsi, ma offrire in modo ancora più deciso e convincente il suo aiuto. 

La regola occidentale del “non essere entrante e non chiederle se ha bisogno di aiuto, finché non è lei stessa a chiedertelo esplicitamente”, qui non funziona. 

Alle donne si usa anche tenere porte e portoni aperti; di solito si cede loro il posto sui mezzi pubblici; per le donne si paga sempre al ristorante e si cerca in loro presenza di non utilizzare parolacce. 

Attenti alle scarpe!

Avrete già sicuramente sentito dire che i russi mai e poi mai entrano in casa con le scarpe con le quali vanno per strada. Hanno calzature domestiche (ciabatte e pantofole varie) e i più arditi vanno scalzi. Ma se nelle case questa regola è facile da capire e si può abituarsi in fretta a rispettarla, i confini tra spazio pubblico (dove si possono portare le scarpe) e privato (dove bisogna andare scalzi o indossare le pantofole) sono più labili, e spesso gli stranieri possono confondersi.

Per esempio, in treno, bisogna andare con le scarpe lungo il corridoio, ma stare in ciabatte nello scompartimento. 

Ecco ancora il povero Richard Garrett: “Una volta ho pensato – dato che mi avevano rimproverato e detto che non potevo portare le scarpe nello scompartimento – di dover andare scalzo anche in corridoio, visto che comunque ero pur sempre nello spazio chiuso del treno. Mi sono avviato con solo i calzini ai piedi per andare a prendere l’acqua bollente per il tè al samovar. Non l’avessi mai fatto! Una donna mi ha inseguito, gridandomi qualcosa in russo, puntando con l’indice ai miei piedi, nel ludibrio generale. Sono cinque secondi infiniti”. 

La regola d’oro: non opponete resistenza (culturale)

Ed ecco la pietra angolare dell’etichetta russa; senza compromessi, univoca e sicura come la morte. Per non offendere i russi è sufficiente (almeno all’inizio) rispettare le loro richieste e non impuntarsi nel voler dimostrare che le loro abitudini per voi sono assurde e non ne avete bisogno. 

Per esempio, entrando in una casa russa, vi mostreranno quasi sempre subito dove vi potete lavare le mani e vi diranno di farlo. I russi hanno la maniacale abitudine di lavarsi le mani rientrando a casa, perché fuori può capitare di toccare di tutto. Per cui, il vostro desiderio di tenere le mani non lavate o il vostro timore di disturbare (vi daranno quasi sempre un asciugamano pulito) è fuori luogo e vi metterà solo in cattiva luce. Lavatevi le mani! 

O ancora: vi invitano a cena, vi aspettate due spaghetti o uno sformato e invece trovate una tavola imbandita come se dovessero mangiare trenta boscaioli affamati. Le regole del bon ton russo prevedono che dobbiate provare tutto e lodare tutto come se fosse la cosa più buona mai provata, per dimostrare che siete lusingati per il fatto che tutto questo è stato preparato per voi. E se vi offrono da bere, bevete (almeno un primo cicchetto di vodka)! 

 

Come comportarmi quando sono lunico straniero a una festa di russi? La guida 

Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale

Leggi di più

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie