Nessuno, probabilmente, può dire chi fosse davvero il “guaritore dello zarevich” e mistico di riferimento dei Romanov, Grigorij Rasputin; un uomo venuto dalla Siberia (leggasi: dal nulla) nella capitale San Pietroburgo, e in breve diventato estremamente influente e popolarissimo tra gli aristocratici.
C’è chi lo ritiene un grande mistico, che fu in grado di prevedere la propria tragica morte, la rivoluzione e la morte dell’ultimo imperatore russo. Altri ritengono che avesse rapporti di letto con membri della famiglia imperiale, altri ancora che fosse dotato di miracolosi poteri taumaturgici; c’è chi è convinto che organizzasse orge per l’alta società del tempo e chi sostiene che avesse un enorme potere di influenzare Nicola II e la sua politica. In ogni caso, per un intero decennio, questo “monaco” misterioso fu al centro di tutte le cronache e gli scandali di San Pietroburgo.
In un modo o nell’altro, Rasputin è conosciuto in tutto il mondo, allo stesso livello, se non meglio, degli zar russi. La sua immagine molto discutibile è l’ideale per le sceneggiature di film e per l’immaginario ricco di stereotipi sui russi.
Il più famoso rivoluzionario russo, Lenin (all’anagrafe: Vladimir Ilich Uljanov) è stato un eroe per milioni di persone non solo in Unione Sovietica, ma in tutto il mondo. Per loro era molte cose: il comunista capace di abbattere una monarchia plurisecolare, l’ideologo, l’ispiratore delle masse, il filosofo, l’uomo che aveva abolito le classi sociali e posto le basi di un uomo nuovo: l’homo sovieticus.
L’eredità di Lenin è così grande, che non è dimenticato neppure oltre un secolo dopo la Rivoluzione: il suo corpo imbalsamato resta nel Mausoleo sulla Piazza Rossa, di cui rappresenta ancora una delle più popolari attrazioni, e nel mondo Lenin è tutt’ora l’autore russo più tradotto e pubblicato in assoluto (a grande distanza dagli inseguitori: Dostoevskij e Tolstoj.
Aveva appena 18 anni quando diventò la numero 1 al mondo. Adesso, a 31, ha in bacheca vittorie in tutti i più grandi tornei di tennis del mondo, con i quattro slam vinti in carriera: Australian Open, Open di Francia (Roland Garros), Torneo di Wimbledon e U.S. Open (Flushing Meadows); rientra nella lista delle dieci atlete più pagate secondo Forbes (con un reddito di 10,5 milioni di dollari); è stata squalificata per uso di meldonio nel 2016 tornando poi con risultati convincenti all’attività sportiva; è imprenditrice e modella e ha già scritto la sua biografia.
La reputazione della Sharapova di essere una delle donne russe più belle e di successo è ancora viva. E non badando al fatto che da più di vent’anni vive e si allena negli Stati Uniti, lei dice sentirsi al cento per cento russa, e i russi la adorano. “Ho sangue russo, parlo russo a casa, in generale penso a me stessa come a una russa, non come a un’americana”. Nel 2017 ha donato 40 mila dollari a favore degli orfani russi.
Di sé Nabokov disse: “La mia testa parla in inglese, il mio cuore in russo e il mio orecchio in francese”.
Lo scrittore russo-americano passò all’estero la maggior parte della sua vita, ma continuò a donare al mondo eccezionali libri sui russi e alcuni dei migliori esempi di letteratura russa, e per oltre vent’anni insegnò letteratura classica russa e straniera nelle università statunitensi, spesso ridefinendo l’interpretazione delle più grandi opere classiche.
La sua “Lolita” fece scalpore nel mondo letterario, ma la relazione scandalosa tra un uomo maturo e una dodicenne non gli fece ottenere il premio Nobel (fu solo nominato per quattro anni di seguito tra i papabili). L’opera è ora al quarto posto nella lista di “Modern Library” dei Cento migliori libri del mondo nella storia.
Il successo mondiale aveva arriso a Khabib ancor prima del combattimento del 6 ottobre 2018 in Nevada contro Conor McGregor che l’ha reso famosissimo, sia per la grande vittoria, sia per lo scandalo seguito alla rissa scatenata subito dopo la gara. Nell’Ultimate Fighting Championship, il campione di Arti marziali miste originario del Daghestan, oltre a prendere il titolo di campione, si è confermato un uomo “capace di uccidere a mani nude” qualsiasi avversario gli si pari davanti. “L’aquila”, come ama farsi chiamare, non ha mai perso neanche una sola volta in carriera.
E sapete con chi combatteva quando era ancora un ragazzino? Gira il video della sua sfida a nove anni, quando riuscì a mettere al tappeto un orso! Dopo aver visto con i loro occhi la scena (e averla persino ripresa) suo padre e il suo allenatore si convinsero che “probabilmente” il ragazzo si sarebbe fatto largo nel mondo della lotta.
Natalja Vodjanova, la supermodella russa più conosciuta, la filantropa nota per la sua attività di beneficenza, l’imprenditrice di successo e madre di quattro figli, incarna il sogno di milioni di persone: una ragazza di provincia, di una famiglia povera, che è entrata nell’Olimpo della moda di Parigi dalla porta principale. “Una combinazione di purezza e sensualità! Una bambina e una donna allo stesso tempo!”, ha detto di lei Jean Paul Gaultier. In Russia, la Vodjanova è amata e apprezzata, soprattutto per il suo impegno nel sociale. La sua Naked Heart Foundation sostiene bambini con disabilità, costruisce centri e campi da gioco per loro in tutto il Paese, organizza gare di beneficenza a cui partecipano i russi più ricchi e famosi. E lei è ancora fuori dalla scena politica!
Uno dei più famosi “nevozvrashchenets” (“non ritornante”; i sovietici che si rifiutavano di rientrare in Urss dopo un viaggio all’estero), il ballerino Mikhail Baryshnikov, nel 1974 chiese asilo politico in Canada, dove era in tournée, e divenne poi il volto principale del balletto russo negli Stati Uniti. La sua tecnica virtuosa e l’incredibile forza fisica hanno fatto di lui il più grande ballerino del XX secolo. Iosif Brodskij gli dedicò una poesia, e Liza Minnelli è sempre stata una sua grandissima ammiratrice. Misha, come lo chiamano in America, ha avuto grande successo in ogni campo in cui si è messo alla prova. Ha recitato nel film “Due vite, una svolta”, nel 1977, e ha subito ricevuto la nomination come Miglior attore non protagonista all’Oscar e ai Golden Globe. Ha recitato la parte dell’ultimo fidanzato di Sarah Jessica Parker nell’ultima serie di “Sex and the City”; ha lavorato a Broadway, e ha preso parte a spettacoli televisivi premiati con l’Emmy Award.
Quando nel 2009, nel momento peggiore della crisi, gli uomini d’affari russi si guardavano intorno alla disperata ricerca di nuovi crediti, Prokhorov si comprò la villa più cara del mondo, per 496 milioni di dollari, e investì diverse milioni di euro nel biathlon. L’oligarca è famoso in tutto il mondo per il suo amore per le case e i resort di extralusso, per le modelle e il basket (è coproprietario dei Brooklyn Nets nell’Nba), e per il fatto che, vera stranezza tra i super ricchi russi, a 53 anni suonati è ancora scapolo. Nel 2012 si presentò alle elezioni presidenziali, arrivando terzo con il 7,98%, dopo Vladimir Putin (63,60%) e il comunista Gennadij Zjuganov (17,18%). Ha avuto ospite a casa sua la stella della tv americana Stephen Colbert (The Late Show), e, a inizio del 2007, finì in arresto per quattro giorni in Francia, per una storia di 16 avvenenti ragazze e 200 preservativi…
Inventore di uno dei simboli nazionali e oggetto di culto mondiale – il fucile d’assalto Kalashnikov – questo ingegnere ha cambiato il mondo, delle armi e non solo, per sempre. Il suo AK-47 (e successivi sviluppi) è diventato l’arma più diffusa sul pianeta, il suo cognome è conosciuto in tutti i Paesi e la sua creatura è finita persino sulla bandiera di uno Stato: quella del Mozambico. In poco più di 65 anni ne sono stati prodotti oltre 100 milioni di esemplari. Oggi il gruppo che porta il suo nome produce di tutto, oltre alle armi: dagli ombrelli alle cover per cellulari a una linea di abbigliamento. E vuol fare pure concorrenza alla Tesla nel campo delle auto elettriche.
Nel 2012 “Wired” ha messo Kasperskij all’ottavo posto nella lista degli “uomini più pericolosi al mondo” per aver smascherato le armi cibernetiche statunitensi, create per lo spionaggio in Medio Oriente e per mandare all’aria il programma atomico iraniano. Da allora, non molto è cambiato. Il programmatore russo, che ha creato Kaspersky Lab e il celebre antivirus, fa ancora paura e causa paranoie per le sue capacità informatiche. Ora stanno cercando di sbarazzarsi dei suoi prodotti in tutto il pianeta, visto che la sua azienda antivirus ha da tempo conquistato il mondo.
Cervelli in fuga: tre russi di talento diventati famosi all’estero
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