Stranieri, forestieri o “non cristiani” (нехристи, nekhristi). Ecco come venivano chiamati gli stranieri in Russia. Ma con grande sorpresa si scopre che il soprannome più diffuso era “tedeschi”. Perché le persone provenienti dall’estero venivano associate ai tedeschi?
Come sono nati i “tedeschi”
I primi riferimenti ai “tedeschi” in Russia nelle cronache russe risalgono al X secolo: così infatti venivano chiamati i missionari del Papa di Roma, arrivati per invitare il principe russo ad adottare la loro fede.
In seguito, in Russia arrivarono molti stranieri diversi, ma tutti continuarono a essere chiamati indistintamente “tedeschi”. Dopotutto, non sapevano dire una parola in russo ed erano come… “muti”.
Storicamente, la Russia ha sempre ospitato molti stranieri provenienti dalla Germania. Mercanti, medici e artigiani frequentarono il Paese dei Cremlini fin dal XII secolo, e nel XVI secolo fu fondata la “Sloboda tedesca” (particolare tipo di insediamento, dove gli abitanti erano per varie ragioni “liberi” da ogni sorta di tasse). Inoltre ci pensavano gli zar a far arrivare gente da fuori, perlopiù professionisti e specialisti nel campo militare o ingegneristico. Pietro il Grande era considerato un “germanofilo”: nel suo entourage più stretto c'erano infatti molti tedeschi.
La stessa imperatrice russa Caterina II era di etnia tedesca e diede ai tedeschi il permesso di insediarsi nella regione del Volga (i loro discendenti vivono ancora oggi in Russia), e da lì è nato il termine “tedeschi russi”.
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Come venivano chiamati gli stranieri in Russia
Gli stranieri venivano chiamati “tedeschi” per pura semplicità, visto che in Russia erano perfettamente in grado di distinguere i rappresentanti di altre nazionalità (in tempi diversi furono inventati anche altri soprannomi).
I primi stranieri che le tribù slave videro nel territorio dell’antica Rus’ furono con ogni probabilità i Vichinghi. Secondo la teoria storica più diffusa, i primi sovrani della Rus’ e i fondatori dello Stato russo furono proprio loro: le tribù slave avrebbero chiesto ai Variaghi-Vichinghi di governare su di loro. In realtà, tutti gli scandinavi in Russia venivano indicati come “Variaghi”.
La più massiccia “invasione” di stranieri in Russia avvenne nel XIII secolo: stiamo parlando dell’invasione dei tatari-mongoli.
Mentre buona parte degli stranieri provenienti dall'Europa occidentale veniva chiamata “tedeschi”, gli italiani facevano eccezione: a loro fu affibbiato il soprannome di “frijazin” o “frjag”, che deriva presumibilmente dalla parola “franco”.
Come abbiamo raccontato qui, nel XV secolo furono invitati in Russia numerosi architetti italiani, che costruirono le mura e le cattedrali del Cremlino di Mosca e altre fortificazioni. Molti, russificati, assunsero anche il cognome “Frjazin”: Aloisio da Carcano divenne Aleviz Frjazin e, ad esempio, Antonio Gilardi divenne Anton Frjazin. Il diplomatico Gian Battista della Volpe divenne invece Ivan Frjazin.
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