Ecco come la Russia guadagna grazie al freddo

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Le grandi regioni dalle temperature glaciali possono essere anche un’opportunità economica, e vengono sfruttate in almeno quattro modi

Tanto per iniziare, le vastissime aree fredde possono nascondere preziose risorse naturali. “Sono particolarmente adatte per l’esplorazione mineraria, il che spiega un così forte interesse per lo studio dell’Artico negli ultimi anni”, afferma Leonid Delitsyn, analista del Gruppo Finam. Ma le prospettive di fare soldi con il freddo non si limitano alle sole risorse del sottosuolo.

1 / Test tecnologici e ricerca scientifica

Trasportatore speciale per un'esercitazione di armi nell'Artico

Secondo Delitsyn, circa cinquant’anni fa, le zone fredde iniziarono a essere ampiamente utilizzate per testare nuove tecnologie. Ad esempio, l’eccezionale inventore Innokentij Chichinin (1933-2016), negli anni Sessanta, propose di utilizzare bombe aeree per provocare vibrazioni sismiche. Così, nelle zone fredde si presero due piccioni con una fava: si studiava la struttura profonda della Terra e venivano testate nuove attrezzature militari.

2 / Data center informatici

Nel settembre 2019, l’Università Statale di Petrozavodsk e GS Nanotech hanno deciso di costruire una rete distribuita di data center nel Nord della Carelia. Grazie al clima che contribuisce al raffreddamento, si prevede un risparmio del 40% sul funzionamento dei data center. Il progetto sarà completato entro il 2025. Gli autori del progetto ritengono che la rete coprirà circa il 20% del mercato russo e circa il 2% del mercato mondiale dei servizi cloud.

GS Nanotech è un centro per lo sviluppo e la produzione di micro e nanoelettronica, in grado di produrre fino a 10 milioni di microchip all’anno. La rete del data center sarà situata nelle regioni settentrionali della Repubblica di Carelia. L’impianto e il data center centrale dovrebbero essere ubicati nel campus dell’Università Statale di Petrozavodsk, non lontano dal nanocentro e dal centro di microelettronica civile.

Anche aziende straniere del settore tech come Google e Facebook stanno localizzando i loro data center nel Nord, in particolare in Scandinavia. “Per quanto riguarda l’utilizzo delle zone fredde per la costruzione di data center, oltre al raffreddamento, hanno bisogno anche di energia a basso costo. Pertanto, vengono costruiti data center dove sono presenti fonti industriali di energia, ad esempio centrali idroelettriche. Non possono essere costruiti nella taiga o in mezzo alle paludi”, spiega Leonid Delitsyn.

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3 / Estrazione di bitcoin

Alla fine del 2020 è stata creata una cryptofarm nell’Artico, vicino all’impianto di nichel ormai fermo a Norilsk. Il clima a Norilsk, dove le temperature invernali scendono sotto i -40 ºC, favorisce il mining di bitcoin e altre criptomonete, perché in questa attività i costi principali sono per il raffreddamento e l’elettricità. Il posto è ideale per estrarre criptovalute: qui fa freddo e c’è una rete che non è collegata al resto della rete elettrica russa.

Il progetto è stato lanciato dall’operatore di mining industriale BitCluster, un progetto infrastrutturale internazionale con sede in Svizzera. Ad oggi, la capacità della crypto farm è di 11,2 MW e si prevede di aumentarla a 31 MW nel 2021. Questa capacità consentirà di estrarre fino a sei bitcoin al giorno.

Queste strutture di BitCluster Nord sono utilizzate da clienti di tutto il mondo, tra cui Svizzera, Stati Uniti e Giappone, ha detto a Bloomberg Vitalij Borshchenko, co-fondatore di BitCluster.

4 / Fonti energetiche alternative

I territori del Nord sono adatti anche per la realizzazione di centrali solari. Nel 2020, è stata avviata una centrale solare nel villaggio di Shugur, del distretto Kondinskij del Circondario autonomo degli Khanty-Mansi-Jugra. Le piccole centrali solari di questa zona consentono di fornire energia a livello locale ai villaggi più remoti della regione, dove è difficile far arrivare linee elettriche dalle grandi centrali.

Prima di iniziare il progetto, sono state studiate le ore di giorno, il movimento e l’altezza del sole, la declinazione solare. Sono stati eseguiti complessi calcoli ingegneristici e determinate la capacità delle batterie, calcolato il volume di generazione di elettricità per giorno, mese e anno. Per ottenere più luce solare possibile in inverno, i pannelli sono stati montati con una inclinazione ottimale. L’attrezzatura è stata selezionata tenendo conto delle caratteristiche climatiche della zona.

Si prevede che la generazione di elettricità raggiungerà i 35mila kW/h all’anno, che sostituirà oltre il 2% della produzione totale di elettricità da generatori diesel e farà risparmiare 9 tonnellate di carburante. Secondo il business plan, il periodo di recupero dell’investimento della stazione sarà di sette anni.


A quale temperatura i russi iniziano a dire “fa freddo”? 

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